Data: 08/02/2010
Gentili investitori e cari amici,
IL FOCUS
Mentre l’avversione al rischio riprende il sopravvento su mercati attanagliati perennemente tra l’ingordigia e la paura, ci si accorge che ad oggi ci si protegge molto di più sul debito sovrano (comprando CDS) di non quanto ci si proteggeva nel 2008 sul debito corporate finanziario.
Non è un segnale da sottovalutare nelle sfere finanziarie. Quella che nelle note dei primi mesi del 2009 definivo la più grossa operazione di esproprio mai ordita ai danni dei cittadini, finiva inevitabilmente per riproporre quelle che erano le criticità e le difficoltà (l’eccessivo indebitamento) delle imprese finanziarie sui bilanci pubblici. Il debito non è stato eliminato, anzi, è stato ingigantito e “trasferito”, passato di livello, togliendolo dai bilanci delle banche e caricandolo su quelli statali e quindi distribuendolo sulle tasche di tutti. Questi potenti fenomeni di distribuzione, come facile intuire, modificano le ricchezze a livello di singoli e di aggregati. Qualche grande banca è molto più ricca (o forse molto meno povera) e tutti noi, sicuramente un po’ più poveri (alcuni forse molto più poveri). Già da tempo andavo avvisando che l’attenzione, finito questo “esproprio” doveva necessariamente passare dal debito corporate a quello governativo. E come per tutte le crisi, come già più volte ripetuto, i primi scricchiolii importanti sarebbero partiti dalla periferia. Non ci voleva Nostradamus! I primi scricchiolii si sono fatti sentire (per il vero si tratta già di cigolii discretamente forti) proprio dalla periferia. Da quello che gli anglosassoni, nella loro mania per gli acronimi (si prendono le iniziali delle parole e si crea un neologismo o si evoca una parola vecchia) e denotando una nota e risaputa avversione alla “mediterranei” chiamano i Pigs (alla lettera MAIALI), come iniziali di Portogallo, Italia, Grecia e Spagna. Forse oggi (a malincuore, anche se inglesi di seri B, o i più italiani tra gli anglosassoni) hanno dovuto sostituire la I di Italia con la I di Irlanda. Qualcuno ha proposto Piigs, ma la parola perde il suo potere blasfemo ed irriverente. Meglio Pigs con qualche incognita. Ognuno ci metta la nazione che più odia.
Che il gioco sottile per cui qualcuno compri ancora debito pubblico (magari pensando che gli stati non falliscano!!!!) a rendimenti irrisori e rischi via via crescenti (di fatto sta comprando il debito del Santander o della Goldman) prima o poi debba finire non ci sono, per me, grossi dubbi. L’unica via possibile, l’ago regolatore finale, sarà un aumento dei tassi tali da rispecchiare il vero rischio intrinseco e aiutare le risorse ad allocarsi per il meglio. Dopo aver scoperto che la Grecia (e scopriremo tra qualche anno non essere stata l’unica…) ha taroccato i dati contabili, dopo aver assistito alla prima asta pubblica del dopo Lehman andata deserta (Portogallo che ha dovuto annullare 200 ML di euro di emissioni su 500 programmati per evitare che i tassi si alzassero troppo) consci che quest’anno la UE deve collocare 2,2 trilioni di euro (1 trilione = mille miliardi di euro) tra debito in scadenza e quello nuovo, tassi a livelli da”fiducia assoluta” spariranno. Il CDS sul Portogallo sono schizzati a 400 punti (per assicurare ad un anno 10.000.000,00 di debito sovrano ci vogliono 400.000,00 euro!!!), i rendimenti sui debito sono schizzati in una sola asta di oltre il 50%. A livelli record anche i CDS su Grecia e Spagna. I deficit annuali tutti sopra il 9% o giù di lì (contro un patto di stabilità che imponeva il 3%). Che resta da fare? I soldi non ci sono più e la fiducia incondizionata inizia a venire meno, non restano che le parole. Proclami, dichiarazioni di intenti, programmi di risanamento. Tanto furiosi quanto poco credibili. Staremo a vedere…
In tutto questo, Moody’s per la prima volta mette in dubbio la AAA USA, scatenando l’indignazione e l’incredulità della FED, ma qualcosa sta cambiando dal profondo dentro i mercati e Bernanke dovrà farsene una ragione…
Il ridicolo in tutto questo è che signori come il CEO di Goldman Sachs, tale Lloyd Blankfein, stia smanettando per avere una liquidazione da circa 100 ML di dollari. Questo signore è lo stesso che in Financial Crisis Inquiry Commission (la commissione che indaga sulla crisi) solo 25 gg fa dichiarava, ovviamente per togliersi ogni qualsivoglia responsabilità, che le crisi sono come i tornado o i terremoti. Impossibile prevederle ed evitarle. Accadono perché devono accadere. Certo, peccato che la sua richiesta di 100 ML di dollari cozzi contro la realtà: a salvare dalla crisi accaduta per volere divino non è stato proprio questo Lloyd, ma i contribuenti americani che ora perdono il posto di lavoro.
Roubinì, che grossa popolarità ha avuto per aver previsto e analizzato la crisi attuale parla dei mercati di oggi, come percorsi dalla più grande bolla mai vista dall’umanità, destinata a scoppiare e creare il più grande crac borsistico della storia. Speriamo solo che stavolta si sbagli di grosso…
AZIONI
Che il rally partito a marzo 2009 e conclusosi a metà gennaio 2010 fosse fisiologico e così duraturo e potente per effetto dell’immensa liquidità portata sui mercati, oggi è discretamente appurato e accettato. La crisi esiste ancora e produce il suo triste bollettino finale di fallimenti e disoccupazione. Per l’ennesima volta assistiamo alla farsa dei dati sulla disoccupazione americana, che come da copione sforna dati “consolanti” e poi li rivede al peggio qualche tempo dopo a notizia “vecchia”. Il dato della disoccupazione di dicembre passa da un -85.000 posti persi ad a -150.000! Nel frattempo si dichiara a -20.000 quella di gennaio (chissà quale sarà quella reale… ma li terremo d’occhio e vi informerò!) e si dichiara addirittura che il tasso di disoccupazione migliora arrivando da oltre il -10% a -9.7%. Come possibile? È la tristezza delle statistiche. Studi accurati dicono che un lavoratore dopo 12 mesi che è a spasso perde fiducia e inizia a sentirsi “inutile” e pian piano smette anche di cercare un nuovo posto. Quando smette di cercare un posto in maniera attiva, esce dalle liste dei disoccupati. Grazie a questi “sfiduciati cronici” quindi si può dichiarare ai mercati un dato drogato, l’ennesimo, che sottostima il fenomeno sociale e manipola il sentiment sull’economia.
Dall’estate 2007, quando la crisi è partita, gli USA hanno perso circa 8.400.000 posti di lavoro arrivando ad avere 129.500.000 di lavoratori attivi (come nel 1999).
Per il resto, borse sempre giù per la quarta settimana consecutiva e dollaro sempre più forte. L’immensa liquidità finita nei carry trade (quella che spaventa Roubinì) sta velocemente rientrando, spingendo ad acquistare dollari e vendere asset azionari. A mio avviso siamo entrati in quel trand discendente previsto già dalle note di settembre e ottobre con primo obiettivo di S&P 980/970 da raggiungere in uno o due mesi. Nel durante bisogna guardare con molta attenzione a due cose:
la correlazione dollaro/borsa: la sua rottura rappresenterà una svolta importante.
La seconda è la fiducia sui mercati e la relativa possibilità, per uno stato sovrano periferico di andare in default. Se si dovesse verificare un default di qualche stato europeo periferico (penso a Grecia, Irlanda o qualche paesino baltico, oppure alla Romania) o di qualche stato periferico americano, con scene di assalti e file alle banche allora, la trasposizione dei buchi, dai bilanci privati a quelli pubblici non ha funzionato e inizia una potente catena di sfiducia che travolgerà qualunque asset ritenuto rischioso, dalle azioni che andranno sotto i minimi di 667 tracciati a marzo 2009, alle obbligazioni dei paesi meno solidi (Italia compresa) che vedranno i rendimenti schizzare in alto modello Grecia. Si salverà solo l’oro, destinato a rivalutarsi e a svolgere la sua funzione di bene rifugio ultimo e forse qualche titolo di stato particolarmente solido (Germania)
Se non si dovesse (come mi auspico ma non posso garantire) verificare il temuto default statale, allora molto dipenderà dall’inflazionamento. Il ribasso potrebbe estendersi intorno ad un -20%, -25% (quindi verso quota 900/860 di S&P 500, poi stabilizzarsi e assistere a fenomeni inflativi. Per ottimismo intrinseco ritengo questa ipotesi la più plausibile.
Nel breve, probabile un piccolo rimbalzo fino in area 1070/1080 poi nuova ricaduta verso area 1.000.
I nostri portafogli sono da fine novembre e inizi di dicembre sottopesati in azioni come da suggerimenti in precedenti note. Attendiamo proseguo dello storno per cercare opportunità di acquisto, che potrebbero scattare a seconda degli scenari intorno ad un -20% circa rispetto ai massimi di fine anno 2009, oppure su un -50% da massimi relativi in caso di crisi di fiducia pesante. Finora abbiamo “battezzato” storni e rimbalzi con una discreta precisione ma con qualche tempo di anticipo. Vedremo…
Previsioni di breve: laterale – ribassista
Previsioni di lungo: fortemente ribassista
OBBLIGAZIONI
La decisione consigliata a fine dicembre di liberarsi di emergenti e corporate si è rivelata appropriata. Adesso iniziamo a consigliare di abbassare la duration, portando, come sui nostri portafogli, gli asset in obbligazioni governative con rating medio AA e con duration max intorno ai 1 – 2 anni. Le tensioni sui tassi dei paesi periferici porteranno a competizioni sui tassi per rifinanziare il debito sovrano, che dopo un breve periodo porteranno ad aumenti anche sui tassi dei più virtuosi. Le nubi arrivano.
Nel frattempo, la curva dei tassi americani si è leggermente inasprita, con ribassi sui tassi a breve (fly to quality) e rialzi (Vendite) sui tassi a 10 anni. O si percepisce maggiore convinzione sulle prospettive economiche future americane o, più probabile, si percepisce potenziale inflazione.
Come da copione, nelle crisi di fiducia, si appiattisce in eurozona la curva dei tassi. Con i distinguo.
La crisi sulla periferia in un primo momento porta a vendere titoli a rischio (Grecia Portogallo e Spagna) e a comprare Bund tedeschi. Tassi in ribasso su tutta la curva su quest’ultimo e in rialzo sugli altri
In lieve rialzo i tassi sui corporate e sugli emergenti
Scenario di breve governativi euro: laterale sui tassi
Scenario di medio governativi euro: laterale rialzista sui tassi
Scenario di lungo governativi euro: fortemente rialzista sui tassi
Scenario di breve governativi USA: laterale
Scenario di medio governativi USA: laterale rialzista
Scenario di lungo governativi USA: rialzista sui tassi
Scenario di breve corporate: rialzista sui tassi
Scenario di medio corporate: rialzista sui tassi
Scenario di lungo corporate: rialzista sui tassi
COMMODITIES
Commodities in rosso come da correlazione con borse (positiva) e dollaro (negativa). Soprattutto il petrolio e il rame ritenuti a buon ragione gli anticipatori principe del economia. Soprattutto quest’ultimo, rientra in quasi tutte le produzioni e viene appunto chiamato “il dottore” per la sua capacità di “diagnosticare” lo stato di salute dell’economia. Da inizio anno a -15%, -10.3% il petrolio e -9% indice generale CRB.
L’oro in lieve calo (-2.8% da inizio anno) toccando in settimana 1045 $ l’oncia. Molto vicino al limite massimo di questo ribasso fissato sui 1000 $ oncia. A questi prezzi potrebbe essere una ottima opportunità di acquisto nei portafogli più speculativi (non scordate mai che l’oro ha natura SPECULATIVA). Personalmente, nei portafogli di alto grado di rischio iniziamo a ricomprarlo.
Previsioni Oro di breve: laterale ribassista
Previsioni Oro di lungo: fortemente rialzista
Previsioni CRB di breve: laterale ribassista
Previsioni CRB di lungo: ribassista
VALUTE
Dollar index sopra quota 80, in forte recupero su sterlina e euro e in perdita su yen, moneta storica del carry trade e che rimbalza, storicamente, nei momenti di paura per i riacquisti di chiusura sulle operazioni speculative.
Da inizio dicembre 2009 con dollaro al minimo di 1.51 si è arrivati al massimo di 1.358 rintracciando oltre il 50% dell’intero movimento ribassista partito da 1.24 e arrivato a 1.51
Potrebbe essere che ben presto, come quanto scritto nelle azioni, si rompa la correlazione inversa borsa/materie prime e dollaro. Con borse in discesa e dollaro in svalutazione. Allora avremo oro in grande spolvero.
DATI MACRO ENTRANTI
PORTAFOGLI
I portafogli con cambiamenti effettuati, performance, composizione e analisi sono sul blog: http://financialmarketanalisys.blogspot.com/
Nessun investimento sulla falsariga dei portafogli tipo da noi pubblicati dovrebbe essere clonato senza averne prima valutato struttura e rischio e potenziale rendimento. Trattasi di portafogli di natura informativa e generici, non intendono assolutamente porsi quali sollecitazione all’investimento e men che meno consulenza personalizzata.
Chi scrive queste news può, col suo portafoglio personale detenere investimenti nei titoli utilizzati per i portafogli generici.
Un cordiale saluto
Claudio Bonilauri
martedì 9 febbraio 2010
mercoledì 27 gennaio 2010
NOTA SUI MERCATI N° 2/2010
Data: 25/01/2010
Gentili investitori e cari amici,
IL FOCUS
Fin dall’inizio del rimbalzo partito a maggio avevo teorizzato la fine di questo intorno a 1125/1130 di S&P 500. A vedere quello successo nell’ultima settimana, o meglio negli ultimi giorni, sembrerebbe che in effetti, il rimbalzo si sia esaurito a 1150. Il ribalzo sarebbe durato poco più di 10 mesi, il 60% circa della durata del ribasso, partito a ottobre del 2007, e con un recupero di poco superiore al 50% della strada persa durante l’ondata principale ribassista. I numeri e le cinque onde rialziste del rimbalzo sembrerebbero effettivamente testimoniare quanto finora affermato.
Mi sento per la prima volta in dovere di fare qualche distinguo:
• il ribasso avviene in un momento di non particolare tensione sui mercati e con trimestrali, sicuramente sotto le attese ma non disastrose;
• il ribasso è velocissimo, in pochi giorni (3) si ritorna ai valori che l’indice aveva a metà ottobre (3 mesi fa);
• Il vix, che misura la paura sull’indice americano, ha rivalicato quota 28, che segna un po’ il confine psicologico (e non) tra bello e cattivo tempo, e che con un incremento del 55% in 3 giorni ci annuncia che qualcuno inizia veramente a tremare!
• il 31 scade il mandato di Bernanke, e dopo la stroncatura di Obama e del suo staff nel Massachussetts voci insistenti si inseguono sulla stampa USA specializzata, e la sua ricandidatura sembra fortemente a rischio. Forse come mai lo è stato.
• Obama, in cerca di consensi (che via via ha smarrito strada facendo) ha cercato per dare fiato alla sua azione politica e alla sua riforma sanitaria (non a caso con la sconfitta nel tempio degli ex kennedy, la borsa ha brindato con salute e assicurativi in prima linea per rialzi!) proponendo un piano di tassazione per le banche.
Cerchiamo di entrare un filo più dentro la questione: la tassazione di Obama al sistema finanziario e il tentativo di imporre regole nuove soprattutto per quanto riguarda dimensioni (too big to fail) e possibilità di speculare (il miglior viatico delle ultime due trimestrali di tutti i big finanziari americani!). Dopo quello che è successo, sparare sul sistema finanziario e proporre rigore e tasse sicuramente porta consensi, favori popolari e quindi probabilmente voti. Di fatto, purtroppo, l’annuncio arriva molto tardi, troppo tardi. Nel durante, tanti silenzi complici, gli stessi uomini agli stessi posti e con gli stessi mega stipendi. Difficilmente credibile. I 117 MLD di dollari in 12 anni sembrano tanti (in ogni casi meno di 1/20 di quanto "smenato" da tutti i contribuenti tra costi diretti di salvataggio e indiretti) ma sicuramente non sufficienti in caso di un altro settembre 2008. Fin che la regola principale, paradossalmente rafforzata da questa crisi è e rimane quella che garantisce che gli utili saranno privati e le perdite ripartite sulla collettività dei contribuenti (too big to fail) il gioco è tragicamente destinato a ripetersi, con un susseguirsi di bolle e disastri.
Nei giornali USA addirittura si inseguono voci (per lo più “interessate”) che la tassa prospettata da Obama sia addirittura dannosa: Tassando i bilanci delle banche, spinge queste a sviluppare molto le attività che stanno “underline”, sotto la linea del bilancio, sotto il totale attivo e passivo. Quel sistema degli impegni e dei rischi che non rientra nelle contabilità dei costi e dei ricavi tradizionali ma che sottende rischi potenzialmente mortali. Sono proprio i rischi celati sottolinea che determinarono la crisi in corso. Quei CDS con controparti inesistenti e insolventi che comparivano “underline”. Tassare i bilanci, paradossalmente potrebbe spingere le banche a sviluppare proprio ciò che ne stà fuori…. Qualche altro giornale rileva come banche dalle dimensioni volutamente contenute avrebbero seri svantaggi competitivi sui mercati internazionali.
Quello che più disturba e che i comportamenti e i numeri delle banche oramai sono gli stessi di 2 anni fa. Stessi azzardi assurdi protetti da liquidità enormi e insensate e potenziali bolle devastanti all’orizzonte. Per cui per quanto demagogico ed elettorale, per quanto eclatante nelle cifre ma piccolo rispetto ad un problema “monstre”, il piano Obama per il sistema bancario ci sembra un piccolissimo passo verso la saggezza.
Forse il vero valore di questo storno, più che macroeconomico potrebbe essere “punitivo”. Proprio contro Obama, reo di interferire e oramai perdente.
Ad avvallare il tutto è la riconferma di Bernanke a fine mese, orami in forte dubbio, visto che le pesanti responsabilità nella gestione di questa crisi oramai sono condivise ed esplicitate da tutti, così come in forte discussione sono Geithner e Summers, i suoi due uomini chiave alle finanze ed economia. Si vocifera (ma sarebbe fantascienza) di un ritorno dell’austero e teutonico Paul Volker, simbolo di rigore, di tassi alti e di controlli serrati sul sistema bancario. Ma Paul Volker, nel suo tenero realismo di buona politica monetaria e nella sua visione del mercato finanziario controllato e morigerato è un uomo fuori tempo e demodé.
Forse quello che spaventa i grossi investitori è proprio Bernanke. O meglio la fine della politica di Bernanke. Denaro a gratis in iper abbondanza!
Altra piccola considerazione:
da tempo denunciamo ripetute manipolazioni dei dati statistici, dichiarati sempre meglio e poi rivisti sempre peggio. La tradizione continua e come d’abitudine riguarda soprattutto i dati più sensibili, disoccupazione, sussidi alla disoccupazione, PIL. A fine settimana esce il PIL USA, atteso ad un bellissimo +4,5% trimestrale. Poi, come sempre nei mesi prossimi verrà con molto meno clamore corretto e rivisto… Grotteschi gli errori statistici delle settimane scorse e semplicemente ridicole le giustificazioni….
AZIONI
Come dicevo, potrebbe essere che dopo aver toccato i 1150, contro previsioni mie che a partire da marzo in poi avevo sempre collocato intorno ai 1125 (dai 667 del minimo di marzo), potrebbe veramente essere finito il rimbalzo del 50% del terreno perso e aprire la strada ad un nuovo ribasso molto corposo.
Non ne sono ancora molto convinto. Ritengo che probabilmente una riconferma di Bernanke (o quanto meno della sua politica di tanti soldi a gratis – tasso zero- per tanto tempo) a fine mese innescherà un prosieguo del trand inflazionista- rialzista, mentre una sua bocciatura con la rottura del supporto posto intorno a 1085 circa (e lo S&P500 ha pericolosamente tastato i 1100 punti) sicuramente aprirebbe una strada ribassista con primo targhet 980. Ad oggi i valori delle borse sono tornati ai livelli di metà ottobre 2009. Bene abbiamo fatto quindi a consigliare verso i primi di novembre di alleggerire la quota azionaria in attesa di acque più tranquille.
Per quanto riguarda i nostri personalissimi portafogli, da fine ottobre/novembre, su tutte le linee, dalle più prudenti alle più aggressive sono fortemente sottopesati in azioni, sovrapesati in obbligazioni a medio termine area euro e con piccole percentuali di oro e preziosi. Teniamo questi asseta prudenti sicuramente ancora per un po’, nella speranza di uno storno profondo che offra opportunità di riacquisto a prezzi che riteniamo più equi.
Previsioni di breve: laterale – ribassista
Previsioni di lungo: fortemente ribassista
OBBLIGAZIONI
Previsioni azzeccate. Rendimenti ancora in ribasso per la fuga dal rischio tipica di ogni storno veloce e importante. Sicuramente sono in bolla, più quelli USA che quelli europei. Pesa l’incognita Grecia (e non solo, ma anche il debito fuori controllo di Italia e Irlanda e gli scricchiolii di Spagna e Portogallo) che finora ha penalizzato più il cambio che non i tassi medi europei, ai minimi storici di sempre. Forse si crede alla favola del euro 2 e della fuoriuscita della Grecia in caso di dissesto. Non lo ritengo né probabile né tecnicamente semplice e fattibile. Gli stati sovrani hanno collettivizzato e preso in carico il debito privato, rendendolo pubblico. Non esistono dubbi, che prima o poi, i problemi finanziari scoppieranno in capo a questi piuttosto che al sistema finanziario privato. E’ solo questione di aspettare e vedere chi sarà il primo e chi il secondo. Da tempo andiamo dicendo che la bolla si stà creando ora sui titoli di stato. I più pericolosi sono come sempre, quelli di paesi periferici e traballanti. Assolutamente da evitare! Ad ogni modo riteniamo sia ancora presto. Al momento si addensano solo nuvole. Come dicevamo da novembre, consigliamo anche di alleggerire i corporate e gli emergenti. Sembra proprio che il loro tempo sia finito. Rendimenti in rialzo sia sui primi che sui secondi e quindi valori capitali che se ne vanno al ribasso. Praticamente assenti o fortemente sottopesati nei nostri portafogli
Scenario di breve governativi euro: laterale- ribassista sui tassi
Scenario di medio governativi euro: laterale sui tassi
Scenario di lungo governativi euro: fortemente rialzista sui tassi
Scenario di breve governativi USA: laterale
Scenario di medio governativi USA: laterale rialzista
Scenario di lungo governativi USA: rialzista sui tassi
Scenario di breve corporate: laterale- rialzista sui tassi
Scenario di medio corporate: rialzista sui tassi
Scenario di lungo corporate: rialzista sui tassi
COMMODITIES
Storno dell’oro e dei preziosi come da previsione, ma storno generale di tutte le materie prime, tornate bene o male ai valori di pre gennaio. Solo gas naturale in rialzo (ma sono due anni che i prezzi languono!).
L’oro vive la sua vita fatta di tante sfaccettature, bene rifugio ultimo, bene anti inflazione, correlazione negativa con dollaro, e natura principe di bene speculativo. Potrebbe essersi aperta una piccola correzione che comunque non ne intacca il suo ruolo di bene rifugio a cui la comunità degli investitori ricorrerà. Il valore stornerà nel momento dei rialzi dei tassi (subirà la “concorrenza” di cedole più alte), ma salirà non appena arriverà l’inflazione. L’oro è un investimento “stupido”. “Lo si compra e non rende niente (anzi costa un po’ preservarlo) e si spera che fra un po’ di tempo ci sia uno più sciocco di noi disposto a comprarlo a prezzo più alto”. Peccato che quando la moneta si svaluta e gli asset tradizionali (azioni e obbligazioni) crollino, è l’unico serbatoio liquido per la propria ricchezza…
Le commodities in generale subiranno ribassi in concomitanza con quelli di borsa, con una correlazione che si romperà solo con l’arrivo dell’inflazione a cui dovrebbero offrire una certa protezione.
Previsioni Oro di breve: laterale ribassista
Previsioni Oro di lungo: fortemente rialzista
Previsioni CRB di breve: laterale ribassista
Previsioni CRB di lungo: ribassista
VALUTE
Dollaro sugli scudi. Dollar index a più 1,3% in settimana a 78,3. In perdita solo con lo yen (che presto però le autorità nipponiche tenteranno di svalutare) e in forte guadagno con le valute commodities (svalutate dalla perdita del valore delle commodities stesse) e con l’euro (+1,7%) alle prese con la Grecia. Dollaro ancora come bene rifugio massimo. In caso di prolungato ribasso borsistico e rottura di supporti importanti, facilmente in area 1,37 con target verso 1,30. Oramai ha forato la media mobile a 200 e molti trader si sono messi rialzisti sul dollaro e ribassisti sull’euro. Storni borsistici importanti comportano rientri velocissimi dal curry trade e diminuzioni immediate delle leve sulle monete a tassi zero (yen e dollaro). Rientrare vuol dire comprare dollari e yen e quindi rialzarne il valore.
DATI MACRO ENTRANTI
PORTAFOGLI
I portafogli con cambiamenti effettuati, performance, composizione e analisi sono sul blog: http://financialmarketanalisys.blogspot.com/
Nessun investimento sulla falsariga dei portafogli tipo da noi pubblicati dovrebbe essere clonato senza averne prima valutato struttura e rischio e potenziale rendimento. Trattasi di portafogli di natura informativa e generici, non intendono assolutamente porsi quali sollecitazione all’investimento e men che meno consulenza personalizzata.
Chi scrive queste news può, col suo portafoglio personale detenere investimenti nei titoli utilizzati per i portafogli generici.
Un cordiale saluto
Claudio Bonilauri
Gentili investitori e cari amici,
IL FOCUS
Fin dall’inizio del rimbalzo partito a maggio avevo teorizzato la fine di questo intorno a 1125/1130 di S&P 500. A vedere quello successo nell’ultima settimana, o meglio negli ultimi giorni, sembrerebbe che in effetti, il rimbalzo si sia esaurito a 1150. Il ribalzo sarebbe durato poco più di 10 mesi, il 60% circa della durata del ribasso, partito a ottobre del 2007, e con un recupero di poco superiore al 50% della strada persa durante l’ondata principale ribassista. I numeri e le cinque onde rialziste del rimbalzo sembrerebbero effettivamente testimoniare quanto finora affermato.
Mi sento per la prima volta in dovere di fare qualche distinguo:
• il ribasso avviene in un momento di non particolare tensione sui mercati e con trimestrali, sicuramente sotto le attese ma non disastrose;
• il ribasso è velocissimo, in pochi giorni (3) si ritorna ai valori che l’indice aveva a metà ottobre (3 mesi fa);
• Il vix, che misura la paura sull’indice americano, ha rivalicato quota 28, che segna un po’ il confine psicologico (e non) tra bello e cattivo tempo, e che con un incremento del 55% in 3 giorni ci annuncia che qualcuno inizia veramente a tremare!
• il 31 scade il mandato di Bernanke, e dopo la stroncatura di Obama e del suo staff nel Massachussetts voci insistenti si inseguono sulla stampa USA specializzata, e la sua ricandidatura sembra fortemente a rischio. Forse come mai lo è stato.
• Obama, in cerca di consensi (che via via ha smarrito strada facendo) ha cercato per dare fiato alla sua azione politica e alla sua riforma sanitaria (non a caso con la sconfitta nel tempio degli ex kennedy, la borsa ha brindato con salute e assicurativi in prima linea per rialzi!) proponendo un piano di tassazione per le banche.
Cerchiamo di entrare un filo più dentro la questione: la tassazione di Obama al sistema finanziario e il tentativo di imporre regole nuove soprattutto per quanto riguarda dimensioni (too big to fail) e possibilità di speculare (il miglior viatico delle ultime due trimestrali di tutti i big finanziari americani!). Dopo quello che è successo, sparare sul sistema finanziario e proporre rigore e tasse sicuramente porta consensi, favori popolari e quindi probabilmente voti. Di fatto, purtroppo, l’annuncio arriva molto tardi, troppo tardi. Nel durante, tanti silenzi complici, gli stessi uomini agli stessi posti e con gli stessi mega stipendi. Difficilmente credibile. I 117 MLD di dollari in 12 anni sembrano tanti (in ogni casi meno di 1/20 di quanto "smenato" da tutti i contribuenti tra costi diretti di salvataggio e indiretti) ma sicuramente non sufficienti in caso di un altro settembre 2008. Fin che la regola principale, paradossalmente rafforzata da questa crisi è e rimane quella che garantisce che gli utili saranno privati e le perdite ripartite sulla collettività dei contribuenti (too big to fail) il gioco è tragicamente destinato a ripetersi, con un susseguirsi di bolle e disastri.
Nei giornali USA addirittura si inseguono voci (per lo più “interessate”) che la tassa prospettata da Obama sia addirittura dannosa: Tassando i bilanci delle banche, spinge queste a sviluppare molto le attività che stanno “underline”, sotto la linea del bilancio, sotto il totale attivo e passivo. Quel sistema degli impegni e dei rischi che non rientra nelle contabilità dei costi e dei ricavi tradizionali ma che sottende rischi potenzialmente mortali. Sono proprio i rischi celati sottolinea che determinarono la crisi in corso. Quei CDS con controparti inesistenti e insolventi che comparivano “underline”. Tassare i bilanci, paradossalmente potrebbe spingere le banche a sviluppare proprio ciò che ne stà fuori…. Qualche altro giornale rileva come banche dalle dimensioni volutamente contenute avrebbero seri svantaggi competitivi sui mercati internazionali.
Quello che più disturba e che i comportamenti e i numeri delle banche oramai sono gli stessi di 2 anni fa. Stessi azzardi assurdi protetti da liquidità enormi e insensate e potenziali bolle devastanti all’orizzonte. Per cui per quanto demagogico ed elettorale, per quanto eclatante nelle cifre ma piccolo rispetto ad un problema “monstre”, il piano Obama per il sistema bancario ci sembra un piccolissimo passo verso la saggezza.
Forse il vero valore di questo storno, più che macroeconomico potrebbe essere “punitivo”. Proprio contro Obama, reo di interferire e oramai perdente.
Ad avvallare il tutto è la riconferma di Bernanke a fine mese, orami in forte dubbio, visto che le pesanti responsabilità nella gestione di questa crisi oramai sono condivise ed esplicitate da tutti, così come in forte discussione sono Geithner e Summers, i suoi due uomini chiave alle finanze ed economia. Si vocifera (ma sarebbe fantascienza) di un ritorno dell’austero e teutonico Paul Volker, simbolo di rigore, di tassi alti e di controlli serrati sul sistema bancario. Ma Paul Volker, nel suo tenero realismo di buona politica monetaria e nella sua visione del mercato finanziario controllato e morigerato è un uomo fuori tempo e demodé.
Forse quello che spaventa i grossi investitori è proprio Bernanke. O meglio la fine della politica di Bernanke. Denaro a gratis in iper abbondanza!
Altra piccola considerazione:
da tempo denunciamo ripetute manipolazioni dei dati statistici, dichiarati sempre meglio e poi rivisti sempre peggio. La tradizione continua e come d’abitudine riguarda soprattutto i dati più sensibili, disoccupazione, sussidi alla disoccupazione, PIL. A fine settimana esce il PIL USA, atteso ad un bellissimo +4,5% trimestrale. Poi, come sempre nei mesi prossimi verrà con molto meno clamore corretto e rivisto… Grotteschi gli errori statistici delle settimane scorse e semplicemente ridicole le giustificazioni….
AZIONI
Come dicevo, potrebbe essere che dopo aver toccato i 1150, contro previsioni mie che a partire da marzo in poi avevo sempre collocato intorno ai 1125 (dai 667 del minimo di marzo), potrebbe veramente essere finito il rimbalzo del 50% del terreno perso e aprire la strada ad un nuovo ribasso molto corposo.
Non ne sono ancora molto convinto. Ritengo che probabilmente una riconferma di Bernanke (o quanto meno della sua politica di tanti soldi a gratis – tasso zero- per tanto tempo) a fine mese innescherà un prosieguo del trand inflazionista- rialzista, mentre una sua bocciatura con la rottura del supporto posto intorno a 1085 circa (e lo S&P500 ha pericolosamente tastato i 1100 punti) sicuramente aprirebbe una strada ribassista con primo targhet 980. Ad oggi i valori delle borse sono tornati ai livelli di metà ottobre 2009. Bene abbiamo fatto quindi a consigliare verso i primi di novembre di alleggerire la quota azionaria in attesa di acque più tranquille.
Per quanto riguarda i nostri personalissimi portafogli, da fine ottobre/novembre, su tutte le linee, dalle più prudenti alle più aggressive sono fortemente sottopesati in azioni, sovrapesati in obbligazioni a medio termine area euro e con piccole percentuali di oro e preziosi. Teniamo questi asseta prudenti sicuramente ancora per un po’, nella speranza di uno storno profondo che offra opportunità di riacquisto a prezzi che riteniamo più equi.
Previsioni di breve: laterale – ribassista
Previsioni di lungo: fortemente ribassista
OBBLIGAZIONI
Previsioni azzeccate. Rendimenti ancora in ribasso per la fuga dal rischio tipica di ogni storno veloce e importante. Sicuramente sono in bolla, più quelli USA che quelli europei. Pesa l’incognita Grecia (e non solo, ma anche il debito fuori controllo di Italia e Irlanda e gli scricchiolii di Spagna e Portogallo) che finora ha penalizzato più il cambio che non i tassi medi europei, ai minimi storici di sempre. Forse si crede alla favola del euro 2 e della fuoriuscita della Grecia in caso di dissesto. Non lo ritengo né probabile né tecnicamente semplice e fattibile. Gli stati sovrani hanno collettivizzato e preso in carico il debito privato, rendendolo pubblico. Non esistono dubbi, che prima o poi, i problemi finanziari scoppieranno in capo a questi piuttosto che al sistema finanziario privato. E’ solo questione di aspettare e vedere chi sarà il primo e chi il secondo. Da tempo andiamo dicendo che la bolla si stà creando ora sui titoli di stato. I più pericolosi sono come sempre, quelli di paesi periferici e traballanti. Assolutamente da evitare! Ad ogni modo riteniamo sia ancora presto. Al momento si addensano solo nuvole. Come dicevamo da novembre, consigliamo anche di alleggerire i corporate e gli emergenti. Sembra proprio che il loro tempo sia finito. Rendimenti in rialzo sia sui primi che sui secondi e quindi valori capitali che se ne vanno al ribasso. Praticamente assenti o fortemente sottopesati nei nostri portafogli
Scenario di breve governativi euro: laterale- ribassista sui tassi
Scenario di medio governativi euro: laterale sui tassi
Scenario di lungo governativi euro: fortemente rialzista sui tassi
Scenario di breve governativi USA: laterale
Scenario di medio governativi USA: laterale rialzista
Scenario di lungo governativi USA: rialzista sui tassi
Scenario di breve corporate: laterale- rialzista sui tassi
Scenario di medio corporate: rialzista sui tassi
Scenario di lungo corporate: rialzista sui tassi
COMMODITIES
Storno dell’oro e dei preziosi come da previsione, ma storno generale di tutte le materie prime, tornate bene o male ai valori di pre gennaio. Solo gas naturale in rialzo (ma sono due anni che i prezzi languono!).
L’oro vive la sua vita fatta di tante sfaccettature, bene rifugio ultimo, bene anti inflazione, correlazione negativa con dollaro, e natura principe di bene speculativo. Potrebbe essersi aperta una piccola correzione che comunque non ne intacca il suo ruolo di bene rifugio a cui la comunità degli investitori ricorrerà. Il valore stornerà nel momento dei rialzi dei tassi (subirà la “concorrenza” di cedole più alte), ma salirà non appena arriverà l’inflazione. L’oro è un investimento “stupido”. “Lo si compra e non rende niente (anzi costa un po’ preservarlo) e si spera che fra un po’ di tempo ci sia uno più sciocco di noi disposto a comprarlo a prezzo più alto”. Peccato che quando la moneta si svaluta e gli asset tradizionali (azioni e obbligazioni) crollino, è l’unico serbatoio liquido per la propria ricchezza…
Le commodities in generale subiranno ribassi in concomitanza con quelli di borsa, con una correlazione che si romperà solo con l’arrivo dell’inflazione a cui dovrebbero offrire una certa protezione.
Previsioni Oro di breve: laterale ribassista
Previsioni Oro di lungo: fortemente rialzista
Previsioni CRB di breve: laterale ribassista
Previsioni CRB di lungo: ribassista
VALUTE
Dollaro sugli scudi. Dollar index a più 1,3% in settimana a 78,3. In perdita solo con lo yen (che presto però le autorità nipponiche tenteranno di svalutare) e in forte guadagno con le valute commodities (svalutate dalla perdita del valore delle commodities stesse) e con l’euro (+1,7%) alle prese con la Grecia. Dollaro ancora come bene rifugio massimo. In caso di prolungato ribasso borsistico e rottura di supporti importanti, facilmente in area 1,37 con target verso 1,30. Oramai ha forato la media mobile a 200 e molti trader si sono messi rialzisti sul dollaro e ribassisti sull’euro. Storni borsistici importanti comportano rientri velocissimi dal curry trade e diminuzioni immediate delle leve sulle monete a tassi zero (yen e dollaro). Rientrare vuol dire comprare dollari e yen e quindi rialzarne il valore.
DATI MACRO ENTRANTI
PORTAFOGLI
I portafogli con cambiamenti effettuati, performance, composizione e analisi sono sul blog: http://financialmarketanalisys.blogspot.com/
Nessun investimento sulla falsariga dei portafogli tipo da noi pubblicati dovrebbe essere clonato senza averne prima valutato struttura e rischio e potenziale rendimento. Trattasi di portafogli di natura informativa e generici, non intendono assolutamente porsi quali sollecitazione all’investimento e men che meno consulenza personalizzata.
Chi scrive queste news può, col suo portafoglio personale detenere investimenti nei titoli utilizzati per i portafogli generici.
Un cordiale saluto
Claudio Bonilauri
giovedì 14 gennaio 2010
GOOD NEWS dall'OLTRETOMBA
Cari lettori, scusate il prolungato ritardo, ma le operazioni di "scudatura" dell'italiana gente ci ha assorbito energie e tempo in modo incredibile e pazzesco!
mancava solo il suo prolungamento a fregarci anche l'inizio dell'anno nuovo. SE lavora come pazzi!!! le note che mi sollecitate continuamente torneranno con (sperata) regolarità dalla prossima settimana. Grazie per la stima e l'affetto.
un bacio
vostro Claudio
mancava solo il suo prolungamento a fregarci anche l'inizio dell'anno nuovo. SE lavora come pazzi!!! le note che mi sollecitate continuamente torneranno con (sperata) regolarità dalla prossima settimana. Grazie per la stima e l'affetto.
un bacio
vostro Claudio
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