mercoledì 27 gennaio 2010

NOTA SUI MERCATI N° 2/2010

Data: 25/01/2010

Gentili investitori e cari amici,

IL FOCUS
Fin dall’inizio del rimbalzo partito a maggio avevo teorizzato la fine di questo intorno a 1125/1130 di S&P 500. A vedere quello successo nell’ultima settimana, o meglio negli ultimi giorni, sembrerebbe che in effetti, il rimbalzo si sia esaurito a 1150. Il ribalzo sarebbe durato poco più di 10 mesi, il 60% circa della durata del ribasso, partito a ottobre del 2007, e con un recupero di poco superiore al 50% della strada persa durante l’ondata principale ribassista. I numeri e le cinque onde rialziste del rimbalzo sembrerebbero effettivamente testimoniare quanto finora affermato.
Mi sento per la prima volta in dovere di fare qualche distinguo:
• il ribasso avviene in un momento di non particolare tensione sui mercati e con trimestrali, sicuramente sotto le attese ma non disastrose;
• il ribasso è velocissimo, in pochi giorni (3) si ritorna ai valori che l’indice aveva a metà ottobre (3 mesi fa);
• Il vix, che misura la paura sull’indice americano, ha rivalicato quota 28, che segna un po’ il confine psicologico (e non) tra bello e cattivo tempo, e che con un incremento del 55% in 3 giorni ci annuncia che qualcuno inizia veramente a tremare!
• il 31 scade il mandato di Bernanke, e dopo la stroncatura di Obama e del suo staff nel Massachussetts voci insistenti si inseguono sulla stampa USA specializzata, e la sua ricandidatura sembra fortemente a rischio. Forse come mai lo è stato.
• Obama, in cerca di consensi (che via via ha smarrito strada facendo) ha cercato per dare fiato alla sua azione politica e alla sua riforma sanitaria (non a caso con la sconfitta nel tempio degli ex kennedy, la borsa ha brindato con salute e assicurativi in prima linea per rialzi!) proponendo un piano di tassazione per le banche.

Cerchiamo di entrare un filo più dentro la questione: la tassazione di Obama al sistema finanziario e il tentativo di imporre regole nuove soprattutto per quanto riguarda dimensioni (too big to fail) e possibilità di speculare (il miglior viatico delle ultime due trimestrali di tutti i big finanziari americani!). Dopo quello che è successo, sparare sul sistema finanziario e proporre rigore e tasse sicuramente porta consensi, favori popolari e quindi probabilmente voti. Di fatto, purtroppo, l’annuncio arriva molto tardi, troppo tardi. Nel durante, tanti silenzi complici, gli stessi uomini agli stessi posti e con gli stessi mega stipendi. Difficilmente credibile. I 117 MLD di dollari in 12 anni sembrano tanti (in ogni casi meno di 1/20 di quanto "smenato" da tutti i contribuenti tra costi diretti di salvataggio e indiretti) ma sicuramente non sufficienti in caso di un altro settembre 2008. Fin che la regola principale, paradossalmente rafforzata da questa crisi è e rimane quella che garantisce che gli utili saranno privati e le perdite ripartite sulla collettività dei contribuenti (too big to fail) il gioco è tragicamente destinato a ripetersi, con un susseguirsi di bolle e disastri.
Nei giornali USA addirittura si inseguono voci (per lo più “interessate”) che la tassa prospettata da Obama sia addirittura dannosa: Tassando i bilanci delle banche, spinge queste a sviluppare molto le attività che stanno “underline”, sotto la linea del bilancio, sotto il totale attivo e passivo. Quel sistema degli impegni e dei rischi che non rientra nelle contabilità dei costi e dei ricavi tradizionali ma che sottende rischi potenzialmente mortali. Sono proprio i rischi celati sottolinea che determinarono la crisi in corso. Quei CDS con controparti inesistenti e insolventi che comparivano “underline”. Tassare i bilanci, paradossalmente potrebbe spingere le banche a sviluppare proprio ciò che ne stà fuori…. Qualche altro giornale rileva come banche dalle dimensioni volutamente contenute avrebbero seri svantaggi competitivi sui mercati internazionali.
Quello che più disturba e che i comportamenti e i numeri delle banche oramai sono gli stessi di 2 anni fa. Stessi azzardi assurdi protetti da liquidità enormi e insensate e potenziali bolle devastanti all’orizzonte. Per cui per quanto demagogico ed elettorale, per quanto eclatante nelle cifre ma piccolo rispetto ad un problema “monstre”, il piano Obama per il sistema bancario ci sembra un piccolissimo passo verso la saggezza.
Forse il vero valore di questo storno, più che macroeconomico potrebbe essere “punitivo”. Proprio contro Obama, reo di interferire e oramai perdente.
Ad avvallare il tutto è la riconferma di Bernanke a fine mese, orami in forte dubbio, visto che le pesanti responsabilità nella gestione di questa crisi oramai sono condivise ed esplicitate da tutti, così come in forte discussione sono Geithner e Summers, i suoi due uomini chiave alle finanze ed economia. Si vocifera (ma sarebbe fantascienza) di un ritorno dell’austero e teutonico Paul Volker, simbolo di rigore, di tassi alti e di controlli serrati sul sistema bancario. Ma Paul Volker, nel suo tenero realismo di buona politica monetaria e nella sua visione del mercato finanziario controllato e morigerato è un uomo fuori tempo e demodé.
Forse quello che spaventa i grossi investitori è proprio Bernanke. O meglio la fine della politica di Bernanke. Denaro a gratis in iper abbondanza!
Altra piccola considerazione:
da tempo denunciamo ripetute manipolazioni dei dati statistici, dichiarati sempre meglio e poi rivisti sempre peggio. La tradizione continua e come d’abitudine riguarda soprattutto i dati più sensibili, disoccupazione, sussidi alla disoccupazione, PIL. A fine settimana esce il PIL USA, atteso ad un bellissimo +4,5% trimestrale. Poi, come sempre nei mesi prossimi verrà con molto meno clamore corretto e rivisto… Grotteschi gli errori statistici delle settimane scorse e semplicemente ridicole le giustificazioni….


AZIONI
Come dicevo, potrebbe essere che dopo aver toccato i 1150, contro previsioni mie che a partire da marzo in poi avevo sempre collocato intorno ai 1125 (dai 667 del minimo di marzo), potrebbe veramente essere finito il rimbalzo del 50% del terreno perso e aprire la strada ad un nuovo ribasso molto corposo.
Non ne sono ancora molto convinto. Ritengo che probabilmente una riconferma di Bernanke (o quanto meno della sua politica di tanti soldi a gratis – tasso zero- per tanto tempo) a fine mese innescherà un prosieguo del trand inflazionista- rialzista, mentre una sua bocciatura con la rottura del supporto posto intorno a 1085 circa (e lo S&P500 ha pericolosamente tastato i 1100 punti) sicuramente aprirebbe una strada ribassista con primo targhet 980. Ad oggi i valori delle borse sono tornati ai livelli di metà ottobre 2009. Bene abbiamo fatto quindi a consigliare verso i primi di novembre di alleggerire la quota azionaria in attesa di acque più tranquille.
Per quanto riguarda i nostri personalissimi portafogli, da fine ottobre/novembre, su tutte le linee, dalle più prudenti alle più aggressive sono fortemente sottopesati in azioni, sovrapesati in obbligazioni a medio termine area euro e con piccole percentuali di oro e preziosi. Teniamo questi asseta prudenti sicuramente ancora per un po’, nella speranza di uno storno profondo che offra opportunità di riacquisto a prezzi che riteniamo più equi.

Previsioni di breve: laterale – ribassista
Previsioni di lungo: fortemente ribassista

OBBLIGAZIONI
Previsioni azzeccate. Rendimenti ancora in ribasso per la fuga dal rischio tipica di ogni storno veloce e importante. Sicuramente sono in bolla, più quelli USA che quelli europei. Pesa l’incognita Grecia (e non solo, ma anche il debito fuori controllo di Italia e Irlanda e gli scricchiolii di Spagna e Portogallo) che finora ha penalizzato più il cambio che non i tassi medi europei, ai minimi storici di sempre. Forse si crede alla favola del euro 2 e della fuoriuscita della Grecia in caso di dissesto. Non lo ritengo né probabile né tecnicamente semplice e fattibile. Gli stati sovrani hanno collettivizzato e preso in carico il debito privato, rendendolo pubblico. Non esistono dubbi, che prima o poi, i problemi finanziari scoppieranno in capo a questi piuttosto che al sistema finanziario privato. E’ solo questione di aspettare e vedere chi sarà il primo e chi il secondo. Da tempo andiamo dicendo che la bolla si stà creando ora sui titoli di stato. I più pericolosi sono come sempre, quelli di paesi periferici e traballanti. Assolutamente da evitare! Ad ogni modo riteniamo sia ancora presto. Al momento si addensano solo nuvole. Come dicevamo da novembre, consigliamo anche di alleggerire i corporate e gli emergenti. Sembra proprio che il loro tempo sia finito. Rendimenti in rialzo sia sui primi che sui secondi e quindi valori capitali che se ne vanno al ribasso. Praticamente assenti o fortemente sottopesati nei nostri portafogli

Scenario di breve governativi euro: laterale- ribassista sui tassi
Scenario di medio governativi euro: laterale sui tassi
Scenario di lungo governativi euro: fortemente rialzista sui tassi

Scenario di breve governativi USA: laterale
Scenario di medio governativi USA: laterale rialzista
Scenario di lungo governativi USA: rialzista sui tassi

Scenario di breve corporate: laterale- rialzista sui tassi
Scenario di medio corporate: rialzista sui tassi
Scenario di lungo corporate: rialzista sui tassi

COMMODITIES
Storno dell’oro e dei preziosi come da previsione, ma storno generale di tutte le materie prime, tornate bene o male ai valori di pre gennaio. Solo gas naturale in rialzo (ma sono due anni che i prezzi languono!).
L’oro vive la sua vita fatta di tante sfaccettature, bene rifugio ultimo, bene anti inflazione, correlazione negativa con dollaro, e natura principe di bene speculativo. Potrebbe essersi aperta una piccola correzione che comunque non ne intacca il suo ruolo di bene rifugio a cui la comunità degli investitori ricorrerà. Il valore stornerà nel momento dei rialzi dei tassi (subirà la “concorrenza” di cedole più alte), ma salirà non appena arriverà l’inflazione. L’oro è un investimento “stupido”. “Lo si compra e non rende niente (anzi costa un po’ preservarlo) e si spera che fra un po’ di tempo ci sia uno più sciocco di noi disposto a comprarlo a prezzo più alto”. Peccato che quando la moneta si svaluta e gli asset tradizionali (azioni e obbligazioni) crollino, è l’unico serbatoio liquido per la propria ricchezza…
Le commodities in generale subiranno ribassi in concomitanza con quelli di borsa, con una correlazione che si romperà solo con l’arrivo dell’inflazione a cui dovrebbero offrire una certa protezione.

Previsioni Oro di breve: laterale ribassista
Previsioni Oro di lungo: fortemente rialzista
Previsioni CRB di breve: laterale ribassista
Previsioni CRB di lungo: ribassista


VALUTE
Dollaro sugli scudi. Dollar index a più 1,3% in settimana a 78,3. In perdita solo con lo yen (che presto però le autorità nipponiche tenteranno di svalutare) e in forte guadagno con le valute commodities (svalutate dalla perdita del valore delle commodities stesse) e con l’euro (+1,7%) alle prese con la Grecia. Dollaro ancora come bene rifugio massimo. In caso di prolungato ribasso borsistico e rottura di supporti importanti, facilmente in area 1,37 con target verso 1,30. Oramai ha forato la media mobile a 200 e molti trader si sono messi rialzisti sul dollaro e ribassisti sull’euro. Storni borsistici importanti comportano rientri velocissimi dal curry trade e diminuzioni immediate delle leve sulle monete a tassi zero (yen e dollaro). Rientrare vuol dire comprare dollari e yen e quindi rialzarne il valore.


DATI MACRO ENTRANTI

PORTAFOGLI

I portafogli con cambiamenti effettuati, performance, composizione e analisi sono sul blog: http://financialmarketanalisys.blogspot.com/
Nessun investimento sulla falsariga dei portafogli tipo da noi pubblicati dovrebbe essere clonato senza averne prima valutato struttura e rischio e potenziale rendimento. Trattasi di portafogli di natura informativa e generici, non intendono assolutamente porsi quali sollecitazione all’investimento e men che meno consulenza personalizzata.
Chi scrive queste news può, col suo portafoglio personale detenere investimenti nei titoli utilizzati per i portafogli generici.

Un cordiale saluto

Claudio Bonilauri

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