domenica 19 aprile 2009

NOTA SUI MERCATI N. 24 DEL 19/04/2009

NOTA SUI MERCATI N° 24

Data: 19/04/2009

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Gentili investitori e cari amici,

LE NEWS

· BAD NEWS
· A Tokio, sia Trichet che Axel Weber (membro della BCE) hanno più volte ricordato che con la seduta del 7 maggio della BCE nella quale sicuramente taglieranno il costo del denaro di almeno altri 0.25% dovrebbero decidere circa l’adozione per l’area euro delle politiche di “quantitative easing”, chiamate generalmente “non convenzionali” ma che alla fine si tratta semplicemente di stampare moneta e comprare titoli di stato, sulla falsa riga di quanto già fatto dalla FED, dalla Banca d’Inghilterra e da quella del Giappone; purtroppo la cosa non ci sorprende avendo sempre vissuto nell’idea che il piccolo Trichet volente o nolente fosse incanalato nello scimmiottaggio della politica della FED; è in questo senso che va letto il successo mediatico e l’ottimismo americano del G20. Piegare definitivamente le politiche riluttanti del vecchio continente alla follia imperante. Di fatto queste misure stanno esclusivamente frenando il processo deflativo mantenendo elevati i prezzi di consumo di tanti beni e di fatto impedendone l’accesso a questi di una discreta fetta della popolazione falcidiata nei risparmi e nei redditi con la disoccupazione e la cassa integrazione. Sostanzialmente stanno semplicemente rallentando e comprimendo la domanda e quindi, ritardando i salutari effetti che la crisi avrebbe prodotto su produzione e consumo. Senza questi interventi eccessivi, la deflazione avrebbe prodotto il suo effetto benefico abbassando i prezzi e quindi incrementando la domanda e l’uscita dallo stallo. Intendiamoci, la deflazione nei prossimi mesi arriverà ma tutto sarà più complicato e più lento, come un’agonia, e il futuro inoltre si porterà in dote il potenziale devastante dell’eccesso di moneta. Sparirà l’ulcera ma arriverà la gastrite acuta! Come anestetizzare e prolungare artificialmente una crisi; e dire che in assenza di questo iperattivismo da formiche forse saremmo già oltre metà del guado. Aggiungiamo che se i soldi spesi fino ad ora fossero stati messi per riassorbire gli asset tossici (orami siamo quasi alla parità) forse avrebbero fermato il tutto. Sarebbe bastata poi una lente ma costante diminuzione del debito mondiale nel corso degli anni e forse le cose sarebbero state molto meno traumatiche. Coi forse non si fa la storia, sicuramente e si sa, l’economia è allergica agli aggiustamenti graduali (come tante cose nella vita…) e le reazioni a volte sono peggiori dei mali. Vedremo.
· Intanto la deflazione, spauracchio terribile dei grossi debitori sembra arrivare: i prezzi usa su base annua sono allo -0.4% sorprendendo anche gli analisti più sofisticati che si aspettavano un’inflazione (ma dove vivono, su Marte???). In Europa i prezzi al consumo sono scesi al 1.2% (il più basso da sei anni) e ben presto arriveranno negativi; diciamo per l’estate! In questo scenario di lotta furiosa alla deflazione fa specie e alimenta dubbi amletici la dichiarazione FED, supportata da dichiarazioni simili di altre grandi inflattori, che sostiene che preferirebbero una deflazione lenta e prolungata modello Giappone che l’inflazione! Chissà che dietro questa dicotomia tra pensiero e azione non inizi anche in loro ad albergare il timore che l’abbiano fatta troppo grossa! Anche qui ne vedremo delle belle.
· La produzione USA industriale di marzo cala del -1.5%. Il PIL atteso è a -4% su base annuale. Temiamo sarà peggiore. Il calo è più contenuto delle aspettative. Non facciamoci ingannare. È solo che le scorte sono ai minimi storici da sempre e in qualche modo vanno iniziate a ricostituire. Purtroppo la ricostituzione sarà breve. Vediamo ancora, nonostante gli snellimenti un eccesso di capacità produttiva, prezzi ancora troppo alti e soprattutto la grande disoccupazione deve ancora arrivare, abbattendo redditi, risparmi e consumi.
· Da più parti gli organi informativi finanziari e non iniziano a dare segnali di ottimismo, incentivando di fatto gli ex scottati presi dalla bramosia di recupero a rientrare in borsa. A nostro modesto avviso è un bruttissimo segnale, assomiglia molto ai richiami delle sirene o meglio a quelli del pastore che raduna le pecore per la tosatura e ci informa solo che probabilmente il rimbalzo borsistico inizia ad avere il fiato corto. Si aspetterà giusto il tempo che entrino questi con il loro denaro fresco e reale per la mietitura! È una tautologia, ma è bene ricordarla. Più tempo ci metterà il gregge ad entrare, più a lungo e più alto sarà il richiamo (rimbalzo). Più in fretta faranno, più in fretta arriverà lo storno. Bisognerà uscire dalle borse quando i richiami saranno urla; non è facile dalla nostra posizione battezzarlo, ma dovremmo assistere ad un escalation sempre più forte intermediata da piccole pulizie momentanee per chiudere con il botto (normalmente una singola giornata con guadagni altissimi e volumi altrettanto alti, seguita ovviamente da perdite ancora più mostruose). In buona sostanza un’esplosione di volatilità. Sicuramente rientra nel gioco fornire tanti falsi segnali che aumentano il rammarico e stringono il cappio.


· GOOD NEWS
· Forte indecisione circa la considerazione di mettere la seguente notizia tra le good news! Come avevamo accennato nel commento ai portafogli della settimana scorsa eravamo intimamente convinti che i bilanci trimestrali presentati dalle maggiori banche in settimana sarebbero stati positivi e sopra le attese. Vale per Citigroup, Goldman Sahs, JP Morgan e Wells Fargo, cioè tutte quelle che finora li hanno presentati. Su questi dati però pesano diverse criticità di non piccolo conto:
o si è perpetuata una sottostima pericolosa dei rischi connessi con i crediti al consumo (che si stanno invece mostrando di pari passo con la disoccupazione) soprattutto nelle carte di credito (i cui risultati di settore sono tutti negativi) e nei prestiti per beni di consumo quali auto e elettrodomestici oltre che gli oramai tartassati mutui casa. Anche qui parliamo di cifre che superano il trilione di dollari; Per quanto riguarda i mutui casa (per buona parte cartolarizzati) purtroppo i dati della settimana ci dicono senza stupirci che si è toccato il livello massimo di sempre di “foreclousare” cioè di pignoramenti di abitazioni, con crescite a marzo su febbraio del 44% (pari a +175.199 abitazioni) con la California al record negativo di +59%; inutile rimarcare che i prezzi delle stesse continuano a scendere anche se a tassi calanti.
o Fortissime operazioni di “doping” contabile; un esempio su tutti è la Goldman. La Goldman stupisce gli analisti con utili di trimestre pari a 1,8 MLD di dollari circa (soprattutto se si tiene conto che nell’ultimo trimestre – chiuso il 23 di novembre- ne aveva persi oltre 2 di miliardi di dollari) che è il doppio delle aspettative. Cerchiamo di guardarci dentro. Innanzitutto è sparito il mese di dicembre. L’ultimo trimestre 2008 come da anno fiscale storico della Goldman si è chiuso appunto alla fine di novembre. Poi hanno deciso di cambiare anno fiscale (giustificandolo col fatto che la Goldman passa da invetment bank a commercial bank). Curioso quanto meno per il tempismo. Il mese di dicembre non compare nel bilancio 2008 e neanche nella trimestrale del 2009. E’ stato fatto una sorta di piccolo bilancino di un mese di transizione. Se andiamo a vederlo scopriamo che nel solo dicembre la Goldman ha perso la bellezza di circa 800 milioni di dollari! Viene la sensazione che si sia cercato di scaricare su questo mese “perduto” un po’ del pattume in cascina! Se “consolidiamo” il mese di dicembre con la trimestrale vediamo che l’utile si riduce a poco più di 1 MLD di dollari! Leggendo tra gli attivi si trova per la Goldman liquidità per 164 MLD di dollari investita in titoli di stato USA. Sostanzialmente stanno facendo quello che avevamo detto nella nota n. 23. Prendono liquidità dalla FED o dal retail a breve a tassi prossimi allo zero e la investono in titoli decennali del debito sovrano. Se ipotizziamo un costo di raccolta media a 1 anno intorno ai 0.40% e un ricavo da impieghi sul decennale, mediamente del 2.90% ci si accorge che con questa semplice operazione la Goldman porta a casa in maniera sicura circa 2.5% annuo; se moltiplichiamo 2.5% sul capitale investito (164 MLD di dollari) e lo dividiamo per 4 (per considerare solo un trimestre) troviamo 1 MLD tondo tonto! Se scorporiamo questo miliarducolo dal utile che era rimasto dopo il consolidato di dicembre troviamo un bel pareggio di bilancio! Non male! A questo punto, inoltre si inserisce il jolly, il pezzo da novanta. Le nuove regole contabili permettono in maniera retroattiva al primo di gennaio di valutare gli asset tossici illiquidi non al prezzo di mercato ma ad un valore notevolmente superiore (sostanzialmente deciso dai contabili)! La trimestrale sarebbe cattivissima. Ancora una volta si è cercato di creare ricchezza fittizia, di carta, virtuale! L’inganno non potrà durare a lungo e i mercati lo sanno. Questi fatti ci suggeriscono due previsioni: il trand in atto sui mercati è solo un rimbalzo tecnico destinato ad esaurirsi a breve (andiamo dicendolo da quando lo abbiamo iniziato ad ipotizzare); i tassi sui decennali USA rimarranno nel range 2.50%, 3% per lungo tempo! È l’unico mezzo che ha la FED per garantire redditività a imprese decotte (e a i suoi sondi prestati)! Chi ci rimette è, manco a dirlo, l’economia reale. I prestiti alle industrie nei primi due mesi dell’anno è calato del -24%! Le famiglie hanno poco ossigeno e sono soggette a pignoramenti immobiliari. Andremo, al culmine della crisi verso una situazione che qualche tempo fa sarebbe stata paradossale, con le banche piene di denaro gratuito investito in titoli di stati e l’economia reale a secco senza fiato e sommersa dai licenziamenti!
o Per rincarare la dose, sia Goldman che JP Morgan in ordine sparso alzano la testa e l’orgoglio. Comunicano che vogliono restituire i miliardi di dollari elargiti quando erano al collasso con il programma TARP (10 MLD per la prima che ha già lanciato un aumento di capitale per 5 MLD e 25 MLD per la seconda). Il gesto è bello come comunicazione, ma se contiamo che Lloyd Blankfein a seguito degli aiuti Tarp deve stipendiarsi 500.000,00 dollari (che poi in realtà diventano oltre un milione con una riduzione di circa il 98% dagli stipendi 2008!) viene il dubbio sottile che voglia semplicemente ricostituirsi lo stipendio. Soprattutto alla luce della totale dipendenza della Goldman dal sistema pubblico in tutto e per tutto. Solo grazie alla Fed generosa (possono accedere ai cospicui e straordinari prestiti FED essendo attualmente banca commerciale e possono vantarsi della garanzia statale sulle loro obbligazioni che gli rende praticamente nullo il costo della raccolta) e soprattutto stanno beneficiando del sistema prestito a breve - titolo di stato a lungo. Il gioco può funzionare solo con garanzia offerta dalla FED e dal suo quantitative easing di stabilità del corso dei titoli di stato. E il gioco va bene anche al governo USA che ha incassato dalle trimestrali bancari dividendi per 2.5 MLD di dollari per i capitali conferiti. Insomma un delirio collettivo! Chiederete lecitamente: perché allora è una good news? Per due motivi. Il primo, più debole, è che almeno gli asset tossici sono aumentati poco e che i alcuni settori della banca (trading), occupazione degli spazi lasciati da altre banche decadute, sembrano in buona salute; il secondo, di gran lunga più importante è che ci eravamo stancati di scrivere sempre nell’altra parte delle note!
o Per lo stesso ultimo motivo mettiamo nelle Good News con anticipo i prossimi risultati degli stress test sulle banche. Questi test dovrebbero valutare la capacità di tenuta delle stesse in caso di forti scossoni sul mondo finanziario, simulando diversi scenari: vedrete che saranno tutti promossi! Il “diciotto politico” non lo negheranno a nessuno! Il test riguarda le 19 banche che hanno ricevuto aiuti pubblici; sarebbe un’ammissione di inefficienza aver sperperato i soldi in quel modo e abbatterebbe ulteriormente il clima di sfiducia sui merati; questi dati arriveranno agli inizi di maggio. Potrebbero rappresentare il finto pretesto per l’ultimo allungo di borsa prima di considerare esaurito il rimbalzo;
o Citigroup dichiara un utile trimestrale di 1.6 mld di dollari. Peccato però che grazie ad una regola contabile che prevede di considerare come “utile non realizzato” le diminuzioni di valore del proprio debito sul mercato (il calo dei corsi obbligazionari) per 2.5 MLD di dollari. Senza sarebbe negativo!
o Unica vera Good News: il debito delle partite correnti americane (sia Oil – cioè contando le spese per importazione petrolio – che non Oil) sta notevolmente scendendo; probabilmente lo si vede come un fatto normale in un periodi di crisi, ma testimonia che i consumi usa stanno calando e che una componente non indifferente del debito mondiale sta rientrando. Per troppo tempo gli USA hanno vissuto sopra le loro possibilità. Ora sembra che timidamente stiano iniziando a risparmiare di più (qualche striminzito punto percentuale sul PIL, ma che è tantissimo rispetto al loro passato e di incoraggiamento per il futuro) a consumare di meno e a ripagare, riequilibrandolo il debito mondiale. Peccato che stiano ripagando con moneta nuova di cartaccia e non con creazione di nuova ricchezza risparmiata! Comunque se confermata e duratura sarebbe buona notizia!


IL FOCUS

AZIONI
Beh, ci piacerebbe molto, fare un bel copia e incolla con un qualunque articolo di un qualunque giornale finanziario italiano e non. Risparmieremmo un fracco di tempo noi e vi diremmo le cose che vi fa piacere sentirvi dire. Cioè che i minimi di borsa si sono già visti, che dal secondo semestre 2009 gli USA usciranno dalla crisi e nel 2010 anche l’Europa. Insomma che il peggio è passato e che è ora di reinvestire a prezzi ottimi sull’azionario. Siamo molto consapevoli del fatto che uscire dal coro è più difficile che seguire il pensiero dominante, soprattutto quando si deve uscire dal coro non per lanciare un messaggio di speranza ma bensì uno di dannazione. Alla fine si passa per i soliti disfattisti incompetenti di cui onestamente il mondo non ha bisogno. Cercheremo comunque di mantenere la calma e la lucidità di pensiero. Soprattutto terremo ben a mente che quando qualcuno in palese conflitto di interesse ci vuole convincere a mettere i nostri sudati risparmi in qualche forma di investimento con una discreta insistenza paventandoci il buon affare e sfruttando il rimorso che verrebbe in caso di errore, normalmente il buon affare lo fa lui e non noi. Se lo facciamo noi è un errore o si aprono strade per tosature più profonde.
Per chi ha avuto, come i portafogli suggeriti, la fortuna (e la bravura) di non erodere il capitale investito (non diciamo gli interessi in quanto molto improbabile essere riusciti a uscire dall’azionario nel 2007 sui massimi storici) e quindi di aver evitato rovesci consistenti, preferiamo tenere un bel profilo prudente e correre il rischio di perdersi qualche recupero di borsa più che vedersi cadere nella solita trappola della seconda tosatura, quella fatta per attirare i fortunati o bravi che avevano scampato la prima.
Quindi consci degli errori ci teniamo ben guardinghi.
Lo S&P 500 è arrivato a 870 come avevamo detto nella nota 23. Ora razionalmente ci sono due scenari: il primo consiste nel consolidare questa quota, aprendosi ad uno storno anche un po’ violento fino a quota 820 /840 o anche un filo più profonde fino a 780. per poi ripartire ed aggredire quota 940/960 dove il rimbalzo dovrebbe teoricamente arrestarsi e ripartire una cospicua correzione; in questo modo si darebbe tempo di scaricare le tensioni da ipercomprato che hanno caratterizzato queste settimane; il secondo è puntare con più decisione verso quella quota 940/960 già ricordata con una discreta volatilità infrasettimanale ma tutto sommato procedendo spedito. Personalmente preferiremmo il primo scenario in quanto indicazione di rialzo più duraturo e maturo. Molto dipenderà dai dati freschi che entreranno in queste due settimane. Se positivi potrebbero dare la spinta per aprire al secondo scenario, altrimenti se negativi oltre le attese aprirebbe alla correzione.

Previsioni di breve: laterale – ribassista
Previsioni di lungo: fortemente ribassista

OBBLIGAZIONI
Del rinnovato clima di semi fiducia ha beneficiato anche il mercato obbligazionario. Sul versante dei titoli di stato in dollari vige la protezione della FED che con la sua “quantitative easing” garantisce rendimenti sotto il 3% sul decennale usa e che è riuscita a fare questo anche in un momento di forte rally borsistico. Sui titoli sovrani in euro aleggiano le mosse fotocopia della BCE che si appresta a una ulteriore riduzione dei tassi di almento 0.25% il prossimo 7 maggio e l’approntamento oramai dato per certo di politiche di espansione monetaria “non convenzionali” modello USA. Quindi questi titoli ancora lungi dall’essere penalizzati da attese di inflazione troppo presto decantate si pongono ancora come interessanti, soprattutto sulla curva a medio lungo che dovrebbe iniziare ad appiattirsi e quindi a livellarsi su rendimenti più bassi. Anche lo spread Bund BTP è tornato vicino ai 110 punti contro un picco di marzo di circa 160 segno di tornata fiducia a breve sui mercati.
Nel comparto corporate bond, molto più correlato con le borse di quanto non lo siano i governativi sovrani, ottimo ribasso dei rendimenti con conseguente aumento dei corsi e quindi del capitale investito, sia in euro che in dollari, sia sui titoli di buona qualità che sui junk e su tutta la curva di scadenza. Diciamo che su questi titoli il trend di riduzione degli spread sui governativi dovrebbe continuare ancora per un po’ portando discrete soddisfazioni ai suoi possessori.
Quindi prevediamo tassi in ribasso (e quindi corsi crescenti) sui titoli di stato in euro su tutta la curva (specialmente la parte a lungo). Per i titoli sovrani USA, sostanzialmente movimenti laterali senza possibilità di sforare il 3% sorvegliato dalla FED neanche in caso di rally borsistico prolungato. Ancora buono il sentiment sui corporate con spread in calo (e quindi corsi in crescita) per tutte le tipologie sia in dollari che in euro.

Scenario di breve governativi euro: laterale- ribassista sui tassi
Scenario di medio governativi euro: ribassista sui tassi
Scenario di lungo governativi euro: rialzista sui tassi

Scenario di breve governativi USA: laterale
Scenario di medio governativi USA: laterale
Scenario di lungo governativi USA: rialzista sui tassi

Scenario di breve corporate: laterale- ribassista sui tassi
Scenario di medio corporate: ribassista sui tassi
Scenario di lungo corporate: rialzista sui tassi

COMMODITIES
Oro debole. Il Comex gold future dopo aver tastato la resistenza posta a 890 come detto nella nota 23 ha proseguito il ribasso fino sotto quota 870. Con il continuo della fase toro in borsa dovrebbe proseguire nel ribasso toccando minimi intorno ad 800 basso. L’inversione di tendenza dovrebbe aversi con la fine del rally borsistico. È un altro di quegli indicatori che monitorizziamo al fine di cercare di capire quando uscire dall’azionario.
Petrolio stabile sui 50 dollari al barile. Dovrebbe rimanere intorno a questi valori sia per il probabile recupero del dollaro che per una domanda stazionaria. L’Eia (Energy Information administration)americana ha stimato il consumo del petrolio per il 2009 globale in calo, a 180.000 barili al giorno. Forbice di oscillazione probabile tra i 47 e i 55 dollari al barile; Ancora sugli scudi invece l’indice CRB che dovrebbe rafforzarsi ancora in queste prossime due settimane.


Previsioni Oro di breve: laterale ribassista
Previsioni Oro di lungo: fortemente rialzista
Previsioni CRB di breve: laterale rialzista
Previsioni CRB di lungo: ribassista



VALUTE
La dichiarazione di Trichet di espandere moneta non può lasciare indifferente l’Euro. Battere moneta vuol dire inflazionarla e quindi che il suo valore reale intrinseco si annacqua. È anche un modo per fare un po’ di protezionismo valutario, rendendo più competitive le esportazioni e penalizzando le importazioni. Con il petrolio intorno i 50 dollari al barile si può fare senza penalizzare la bolletta energetica. Le attese su tassi che si avviano allo zero come in altre aree e la stampa di moneta fresca di zecca dovrebbe indebolire l’euro nelle prossime due settimane su tutte le monete che questo lo hanno già fatto. In primis su dollaro previsto nell’area 1.26 – 1.31 ma anche contro franco svizzero e contro sterlina inglese. In ripresa ancora invece le monete commodities e emergenti, dollaro australiano e canadese in primis che sulla scia della ricostituzione delle scorte dovrebbero ancora avvantaggiarsi su euro e dollaro nonostante i cospicui guadagni fin qui già fatti.

DATI MACRO ENTRANTI
Settimana discretamente densa di dati:
martedì:
Germania: ZEW (indice di sentiment economico) e dati di bilancia commerciale italiana
Mercoledì la bilancia commerciale giapponese, tasso di disoccupazione inglese (previsto in crescita) vendite in milioni di dollari delle case già esistenti mese su mese USA
Giovedì la Francia comunica la fiducia delle imprese, l’europa PMI manifatturiero, dei servizi e composito, ordinativi industria anno su anno e mese su mese. Vendite case in USA di marzo.
Venerdì indice IFO dalla Germania e PIL trimestrale Gran Bretagna, ordinativi durevoli USA e vendite case nuove in milioni di dollari mese di marzo.

PORTAFOGLI

ottimo comportamento dei portafolgi in guadagno in settimana su tutti i comparti. segni positivi su entrambi da inizio anno. nessun movimento

Low : +0.84% da inizio anno; +7.82% da inizio 2008
High: +1.14% da inizio anno; + 15,70% da inizio 2008

I portafogli con cambiamenti effettuati, performance, composizione e analisi sono sul blog: http://financialmarketanalisys.blogspot.com/
Nessun investimento sulla falsariga dei portafogli tipo da noi pubblicati dovrebbe essere clonato senza averne prima valutato struttura e rischio e potenziale rendimento. Trattasi di portafogli di natura informativa e generici, non intendono assolutamente porsi quali sollecitazione all’investimento e men che meno consulenza personalizzata.
Chi scrive queste news può, col suo portafoglio personale detenere investimenti nei titoli utilizzati per i portafogli generici.


Un cordiale saluto

Claudio Bonilauri

mercoledì 15 aprile 2009

commento portafogli del 10/04/2009

ci scusiamo del ritardo dovuto alle agognate vacanze pasquali. Manca la classica nota sui mercati con le previsioni, ma a seguito della settimana corta precedente e di mancanza di news di rilievo vale quanto detto nell'ultima nota anche per tutta questa settimana. Unica nota di rilievo è che iniziano ad uscire le trimestrali, sopratutto bancarie. Grazie al "doping contabile" approvato dopo il G20 state sicuri che saranno migliori delle attese e questo dovrebbe continuare ad alimentare il rimbalzo temporaneo portando lo S&P500 in quella zona di 900 che più volte abbiamo dato come targhet per battezzare la fine del rimbalzo. Iniziamo ad avvicinarci alla zona critica e come ci aspettavamo aumenta la volatilità
I portafogli sono entrambi positivi da inizio anno:
low: +0.46% da inizio anno e +7.44% da inizio 2008
high: +0.27 da inizio anno e +14.83 da inizio 2008

Per il momento non interveniamo confidando sul proseguo del rimbalzo
Cordiali saluti

portafoglio low volatility 10/04/2009

portafoglio high volatility del 10/04/2009

lunedì 6 aprile 2009

NOTA SUI MERCATI n. 23 del 5/04/2009

NOTA SUI MERCATI N° 23

Data: 5/04/2009

Gentili investitori e cari amici,

LE NEWS

· BAD NEWS

Ci siamo: in USA la disoccupazione ha toccato l’8.5% portandosi ai minimi da 25 anni. Persi a marzo altri 663.000 posti di lavoro portando il totale posti persi dal gennaio 2008 a 5.1 milioni; qualcuno inizia a prevedere di superare quel 10 % che noi andiamo dicendo da un anno. Anzi noi diciamo un 15%. E ci dispiace! Tantissimo!
Qualcuno se ne accorge anche in Europa e dopo che la Francia si è dedicata ad un nuovo tristissimo sport (il sequestro del manager) per protestare contro i licenziamenti tragici Jean Claude Junker dice che la crisi della disoccupazione è drammatica e che è “a rischio la coesione sociale”. Temiamo abbia ragione. Avevamo previsto già da qualche mese rivolte di piazza particolarmente cruenti e purtroppo si stanno verificando e temiamo che questi “sequestri” tutto sommato non tragici verranno presto sostituiti da comportamenti più “decisi”. Sarebbe una catastrofe
Per la cronaca, hanno sequestrato a Grenoble 4 manager della Caterpillar per protesta contro un taglio di 733 persone nella sola Francia (22.000 in tutto il mondo). Stesso giorno è stato preso in ostaggio l’auto di Pinault (PPR) il Re del Lusso francese a seguito del licenziamento di 1.200 dipendenti

Negli Usa, con entrata in vigore al 1 gennaio (retroattiva per avere effetti già sulle prime trimestrali) è stata varata una riforma dei principi contabili per le banche. Di fatto non esiste più l’obbligo di valorizzare gli asset tossici ai prezzi di mercato (e quindi con perdite disastrose) e permette valutazioni più altre per i crediti in sofferenza (anche qui permette di non contabilizzare delle perdite). L’impatto sugli utili (o minor perdite) è stimato in un + 20%! Peccato che il pattume finanziario rimanga pattume e i crediti incagliati, delle insolvenze! Continua il goffo tentativo di rinviare al futuro i disastri di oggi. Dopo aver depredato la ricchezza presenta, quella futura con stampa di moneta e di debito pubblico, ora si vuole inondarlo del pattume di oggi. Prima o poi dovranno anche contabilmente chiamarli coi loro nomi: perdita su titoli e crediti inesigibili! Non pensiamo onestamente che si tratti di misure volte a prendere tempo nella speranza che i prezzi si alzino e che i crediti tornino solvibili. La crisi che stà arrivando non farà altro che deprimere (se possibile) ancor più i prezzi e incagliare ancor più crediti. E’ mossa urgente e disperata. In caso contrario il 70% delle banche americane avrebbe chiuso i battenti entro il 2009/2010 per insufficienza di patrimonio netto! Quando si legalizza il falso in bilancio (anzi lo si incentiva!) è sempre una brutta notizia ma non avevano, secondo i loro criteri, altra scelta! Siamo alla canna del gas!
Come si capisce, inoltre, non è altro che una strategia disperata e senza respiro. Presto quindi vedremo altri summit (g20, g8, g2 e chi più ne ha più ne metta) per parlare degli stessi problemi di oggi, altra cartaccia stampata per comprarli a prezzi fittizi e, in buona sostanza, cronicizzazione della crisi!
Ora alcuni invocano a gran voce per l’Europa gli stessi standard (in nome della concorrenza leale). Ma che concorrenza leale è, un mercato in cui vince chi bara meglio? Come dire che se le mele al mercato sono marce facciamo una legge che le definisca sane e siamo a posto! Provate a mangiarle e diteci cosa ne pensate…
Oggi capiamo come Berlusconi, con la sua legge sulla depenalizzazione del falso in bilancio della precedente legislatura abbia fatto qualcosa di straordinario. Semplicemente è stato un precursore dei tempi, un veggente, un mago come la oramai mitica Vanna Marchi & co. Per le nostre banche i nuovi standard americani ci sono già! E da tempo!

Ocse: recessione spinge il PIL mondiale a -4.3% per il 2009. vede disoccupazione sopra il 10% in Europa e Usa e prezzi in calo! Finalmente qualcuno inizia a capire.

Continua a gennaio il calo dei prezzi delle case (-2.8%) portando la media del calo a -19% su base annuale e a -30% la media dei ribassi dai massimi toccati nel 2007. E’ il calo più grosso mai registrato negli USA da sempre. Siccome ogni ripartenza del mercato passa necessariamente da una ripresa dell’edilizia, viene il sospetto che di acqua ne debba ancora passare molta sotto i ponti…

Fortis: perdite record nel 2008; ben -28 MLD di euro! La banca è stata una delle prime ad essere soggette ad intervento pubblico in Europa. Le attività olandesi di fatto appartengono allo stato olandese e quelle belghe allo stato francese (il Belgio non aveva abbastanza soldi…)

La Porche triplica il debito in 6 mesi. Da 3 a 9 miliardi di euro! Una follia! Prevediamo tempi durissimi per il marchio blasonatissimo del lusso automobilistico. Un plauso invece alla Fiat (e a Marchionne): ha portato a casa a “zero” la Chrysler (e soprattutto i suoi contributi statali), ha aumentato le quote di mercato nell’intero mondo e torna intorno ai 7 euro. Non basta presto matrimoni in vista con qualche cinesina! Ce la farà! Statene certi! Tra i 5 marchi mondiali che rimarranno lei sarà in prima fila a mostrare con orgoglio come il Made in Italy non sia acqua!

La BCE risponde ad Obama (che vorrebbe che tutti lo seguissero nel suicidio dei tassi zero e nella creazione artificiale di moneta) abbassando di “solo” 0.25% (contro attese di uno 0.5%) i tassi ufficiali raggiungendo il minimo storico di 1.25% (comunque altissimi rispetto al resto del mondo). Si affretta a dire che seguiranno altri tagli. In sostanza ha fatto una piccolissima prova di forza, rimandando l’altro 0.25% a maggio prossimo. Provate ad andarvi a rileggere le note di gennaio; quando diceva che non avrebbe seguito la Fed nello ZIRP (zero interest rate policy) a cui noi suggerivamo di non credere. Siamo alle solite bugie impunite! Chi deve accendere nuovi prestiti (ammesso che vengano concessi…) sia come credito aziendale, al consumo, o mutui casa sa benissimo che di questo abbassamento non ne sta beneficiando (vedere articolo MF di sabato in merito). I minor tassi sulla parte a breve sono stati “mangiati” dagli incrementi degli “spread”, oramai più che doppi rispetto un anno fa! Inoltre la curva è decisamente ripida! E’ un modo non troppo celato di salvare i bilanci delle istituzioni finanziarie. Raccolgono denaro a breve a tassi nulli o poco più e lo investono in titoli di stato a medio lungo lucrando il differenziale di tassi (finora buona parte della liquidità creata è rimasta “dormiente” e utilizzata in questo modo). Lo dicevamo già nelle note dei mesi scorsi: i tassi sul mercato nel medio periodo dipendono dal rischio percepito e dalle condizioni dei prestatori e non da Trichet. Ora, purtroppo il rischio percepito sotto i colpi della crisi è elevatissimo e i prestatori (le istituzioni finanziarie) navigano in acque agitatissime. Se vogliono provare a trasmettere i ribassi al mercato, anche la BCE, come la FED dovrà stampare moneta e comprare titoli di stato a medio lungo. Ipotesi per altro già caldeggiata da Trichet nell’ultimo discorso. Come andiamo dicendo da tempo vedrete che non tarderà a farlo!

Teniamo per ultimo l’ennesima farsa, a nostro avviso, del G20. Non che da questi forum ci si possa aspettare molto se non dichiarazioni di rito o di intenti. Il succo che ha prodotto in estrema sintesi è continuare la politica di inflazionamento delle monete e dell’economia mondiale, oltre che suggellare definitivamente l’ingresso degli Emergenti (Russia, Cina, Brasile e India in primis) nella stanza dei bottoni. D’altra parte quando la potenza egemone si trova ultra indebitata è normale che i creditori accentuino il loro potere. Era molto difficile per gli Usa negare l’allargamento a quei paesi che di fatto sono i loro più grossi finanziatori. E questo è forse il vero elemento “formalizzato” di novità. L’importanza della capitalizzazione delle borse emergenti sul totale mondiale ha raggiunto il 20% proprio a danno dell’importanza di Wall Street. Il sistema bancario brasiliano, ai prezzi di oggi, vale di più di quello inglese. Non è un cambiamento marginale. Qualcosa di grosso si è messo in moto.
Ma partiamo dall’inizio.
Obama si presenta con un codazzo di 500 persone e spende la bellezza di 21.5 milioni di dollari per un paio di giorni. In un momento delicato in cui ogni dollaro è vitale e in cui ai contribuenti è chiesto un tributo di sudore e denaro immane ci sembra una follia. Sarà facile populismo ma ci verrebbe da suggerire che avrebbero potuto spenderli meglio…
Inoltre il gigante, come da facili previsioni, ha partorito un topolino; La Cina in cambio di un non inserimento nelle black list dei suoi due paradisi fiscali ha abbandonato (momentaneamente) l’idea di svincolare il commercio mondiale dal dollaro (ma di fatto ha rilanciato il FMI e la sua moneta: i diritti speciali di prelievo).
Il nuovo ordine mondiale non sarà più affidato al Financial Stability Forum (FSF) ma al Financial Stability Board (FSB). D’altra parte a qualunque persona dotata di raziocinio viene da chiedersi che ci stava a fare il FSF visto quello che è successo. Di fatto il FSB è la stessa cosa del vecchio e decrepito FSF, con la differenza che invece dei rappresentanti del G8 ci saranno quelli di tutto il G20. Alla fine aumenterà la burocrazia a dismisura e sarà difficilissimo, visti gli interessi opposti in ballo, mettersi in accordo, se non su quelle politiche condivise da tutti, emergenti e non; cioè inflazionamento delle economie e delle monete. Di fatto era già paralizzato il vecchio FSF di soli otto paesi, sorpreso dalla crisi e incapace di scelte coraggiose, figuriamoci il FSB a 20…. Vedremo solo tante cene di rito; tanti stipendi d’oro e decisioni modello scontate e pericolose!
Tra i compiti affidati, avrebbe quello di scardinare il segreto bancario e i paradisi fiscali (la realtà è che si ha solo una dichiarazioni di intenti come tante già viste in passato e che alla fine i paradisi rimarranno tali con buona pace di tutti) regolamentare gli hedge fund e le società di rating (ritenute di importanza “sistemica” oltre che corresponsabili della crisi), gli stipendi dei manager e la qualità del patrimonio delle banche. Ci sembra un po’ tanto vista la loro notoria inefficienza, viste le legislazioni differenti e gli interessi precostituiti durissimi a morire.
Inoltre viene resuscitato un cadavere finanziario che speravamo, dopo gli immani disastri propinati (Argentina in primis): il FMI (Fondo Monetario Internazionale)! Dotato di 1.1 trilioni di dollari. Cifra che oramai sembra infinitesimale nel calderone di cifre assurde degli ultima tempi, ma che porta il totale degli “stimoli” a oltre 5 trilioni di dollari. Di questi ben 250 MLD di dollari vengono “creati” dal nulla con stampa dei DSP (diritti speciali di prelievo), che è la “moneta” del Fondo Monetari Internazionale. Cioè anche su questa è iniziata la potente opera di inflazionamento.
500 MLD di dollari sono riservati per Europa, Giappone e USA.

· GOOD NEWS

Per la maggior parte dei governi debitori è una bruttissima notizia, per noi come sapete bene ottima! L’inflazione rilevata continua a calare sia in Europa (allo 0.60%) che in Italia (1.2%). La più bassa dal 1969! La realtà questa volta è ancora più rosea, oltre i numeri notoriamente “manomessi”, è che siamo palesemente in deflazione. È notizia della settimana che ferrovie e compagnie aeree più o meno low cost abbiano deciso forti campagne di sconti. Come già fatto su case, automobili, arredamento e quant’altro. Il trucchetto è vecchio, banale e semplicissimo: si lasciano inalterati i prezzi nominali e si gonfiano gli sconti reali! Come nei cataloghi insensati dei pneumatici.
Risultato: l’inflazione rilevata rimane molto più alta di quella reale (l’esatto opposto di quello che è successo nei primi anni dell’euro, quando l’inflazione rilevata era molto più bassa che quella reale)! Statisticamente si rileva un’inflazione che non c’è! I prezzi reali (netti di sconto) stanno calando. Questo vuol dire che chi ha la fortuna di mantenere il lavoro e quindi il reddito, a parità di questo, compra molto di più, più metri quadri di casa, più viaggi in treno, più benzina, più giorni di vacanza ecc. Oppure, se desidera (e come serve), risparmia di più. Qualcuno (i grossi stati debitori) la chiama “un flagello”. A ben vedere dopo gli eccessi degli anni scorsi che avevano buttato gli italiani ai livelli di reddito reali bassissimi e costretto fasce crescenti di popolazione a scivolare sotto la soglia della povertà verrebbe voglia di chiamarla “manna dal cielo”! Una bella compressione di costi e prezzi per aziende e privati è un toccasano necessario per uscire dalla crisi.

Tokio: la disoccupazione sale al 4,49% con un incremento di 330.000 disoccupati nel mese di marzo. Sono sotto choc! A noi scappa da ridere e celiamo così a malapena un piccolo senso di invida. Neanche nei boom economici migliori e con le statistiche notoriamente drogate che sforna l’ISTAT abbiamo lontanamente avvicinato questi valori. Se nel bel mezzo di una crisi come questa, la seconda economia mondiale “abbatte” l’occupazione ad uno striminzito 4.5% la consideriamo una good news! Diavolo di un Giapponese…


AZIONI

A nostro modesto avviso come abbiamo caldeggiato e previsto siamo proprio in un bear market rally, cioè in un rintracciamento veloce e sostanzioso in un bias ancora fortemente negativo. Finora tutto si stà comportando come previsto nelle note scorse con estrema precisione. Quasi da manuale di analisi tecnica e interpretazione di reti neurali. Anche le brutte notizie uscite in settimana sembrano già “scontate” nei prezzi e non hanno intaccato il discreto ottimismo e la voglia di “rischio” che sembra albergare negli investitori. Il vix (volatilità index) si è attestato a 39 scendendo dai massimi di periodo. Anche questo è un buon segnale. Altro buon segnale è la rottura al rialzo della media mobile a 50 giorni. Il trend di brevissimo, come detto la settimana scorsa dovrebbe con discreta volatilità puntare a 870/880 con piccole possibilità di sfondare quota 900 (ma con un limite invalicabile di 920/930). In prossimità di queste resistenze si esaurisce probabilmente la seconda ondata rialzista e si assisterà ad un rintracciamento che dovrebbe essere compreso tra il 35% e il 50%, veloce e violento come lo sono tipicamente in un mercato orso, dell’ultimo recupero messo in atto magari prendendo pretesto sulle notizie che partiranno dal 14 di aprile delle trimestrali che statene certi non saranno esaltanti (anche se drogate da incentivi e cambiamenti contabili). Poi dovrebbe partire la seconda onda rialzista fino a quota 940/960 all’approssimarsi della quale riteniamo esaurita la fase di rimbalzo e presumibilmente dovrebbe partire la terza e ultima macro onda ribassista. Quella che come più volte ricordata fina dall’inizio della crisi (vedere note precedenti) dovrebbe essere la più terribile e coincidere con il picco della crisi in atto e portare lo S&P’s 500 vicino quota 400. Ovviamente il fatto che fino ad ora ci abbiamo sempre un po’ “azzeccato” fin dall’oramai lontano gennaio 2008 non è garanzia assoluta di previsioni corrette. E’ semplicemente analisi matematica fatta sui freddi numeri (belli e neutrali) e senza lasciarci minimamente influenzare (anzi quasi facendo l’opposto) dalle dichiarazioni più volte definite “bugiarde” e/o “interessate” di chicchessia (che spesso questo chicchessia coincide con gli i responsabili primi di questo disastro). Dispiace vedere un sistema mediatico già pronto a parlare di “il peggio è passato”, “spiragli di luce all’orizzonte” e altre pattume informativo. Ma come ricordato in precedenza lo avevamo messo in conto. Noi non gli crediamo affatto e non ci stiamo a farci massacrare per l’ennesima volta i risparmi per i loro sporchi comodi! Finora ci siamo riusciti e chi ci ha seguito ne è uscito con portafogli addirittura cresciuti contro perdite medie della nostra gente probabilmente intorno al 30/40%!. Cercheremo di continuare a farlo.

Previsioni di breve: laterale – rialzista
Previsioni di lungo: fortemente ribassista

OBBLIGAZIONI
Iniziano a risentire della tornata voglia di “rischio” testimoniato dal rally borsistico e dal calo degli spread sul debito pubblico italiano rispetto i bund tedeschi. Su tutto il comparto aleggia a protezione ma anche minacciose le mosse della BCE. A protezione in quanto la politica dei tassi zero continua a far crescere il valore in conto capitale dei titoli sovrani e perché le prossime mosse della BCE di inondare di moneta fresca il comparto rappresenteranno un discreto paracadute a breve contro eccessivi storni. Una minaccia in quanto la politica di iperinflazionamento delle monete messa in atto, nel medio si farà sentire, con violente ripercussioni sui tassi e quindi sui capitali investiti. Il ritorno dell’inflazione costringerà la liquidità ad essere impiegata e a correre dei rischi. Purtroppo non era quello di cui c’era bisogno! Per il momento riteniamo poter ancora vincere le attese deflazionistiche e la necessità di tassi bassi sui debiti mostruosi degli stati sovrani e quindi continuiamo ad aspettarci tassi bassi. Purtroppo non sappiamo quanto l’inganni duri e cercheremo di starne pronti. In settimana si è assistito ad un inasprimento della curva dei tassi euro, con i tassi euribor in calo su tutte le distanze (da 1 a 12 mesi) e i bund tedeschi in crescita di rendimento sulle scadenze tra i 2 (1.51%) e i 10 anni (3.22%). Salgono anche i decennali sia giapponesi (1.41%) dopo le notizie che il loro debito pubblico ha sfondato il 200% (poco meno del doppio dell’Italia) e quelli americani oramai tornati a 2.86% dopo aver toccato minimi di 2.50% circa in occasione delle misure di espansione quantitativa della FED.
In accordo con il calo dell’avversione al rischio, calano anche gli spread degli emergenti e dei corporate aziendali. Anche qui comportamento da copione e secondo quanto previsto in precedenza.

Scenario di breve: laterale- rialzista sui tassi
Scenario di lungo: fortemente rialzista sui tassi

COMMODITIES
In accordo con il rally borsistico crescono le materie prime industriali (il rame in primis, che rappresenta il materiale industriale per definizione visto che rientra bene o male in quasi tutti i processi produttivi) e il petrolio (nonostante scorte molto superiori alle attese e dichiarazioni Opec di congruità del prezzo intorno i 50 dollari a barile contro precedenti dichiarazioni che lo avrebbero voluto vicino ai 70). Rame a + 8% in settimana con un + 40% da inizio anno. Si tratta comunque come più volte ribadito semplicemente di una “ricostituzione” di magazzino destinata ad estinguersi con la fine del rally borsistico.
Al contrario i preziosi, oro in primis, in deciso rintracciamento vista la loro natura di “investimento di protezione” per assioma! Ha ri tastato il supporto a 890 e prevediamo che compatibilmente con il rally in corso dovrà rintracciare ulteriormente verso 800 basso.
L’indice generale delle commodities CRB risulta quindi in guadagno del +3% (pari da inizio anno). Previsioni per la settimana: rialzi e volatilità per le industriali, rintracciamento dei preziosi.

Previsioni Oro di breve: laterale ribassista
Previsioni Oro di lungo: fortemente rialzista
Previsioni CRB di breve: laterale rialzista
Previsioni CRB di lungo: ribassista


VALUTE
Dollaro come da copione, lento trascinamento nella fascia 1.32-1.35. Lo yen oramai in caduta libera e piccoli rintracciamenti di franco svizzero e di sterlina inglese sulle buone notizie dei loro mercati azionari. Le monete “inflazionate” (dollaro usa, yen, franco svizzero e sterlina) dovrebbero in ogni caso a scossoni scivolare verso il basso dei loro valori, mentre le valute commodities (dollaro neozelandese, australiano e canadese) tastare nuovi massimi.
DATI MACRO ENTRANTI

PORTAFOGLI
I portafogli con cambiamenti effettuati, performance, composizione e analisi sono sul blog: http://financialmarketanalisys.blogspot.com/
Nessun investimento sulla falsariga dei portafogli tipo da noi pubblicati dovrebbe essere clonato senza averne prima valutato struttura e rischio e potenziale rendimento. Trattasi di portafogli di natura informativa e generici, non intendono assolutamente porsi quali sollecitazione all’investimento e men che meno consulenza personalizzata.
Chi scrive queste news può, col suo portafoglio personale detenere investimenti nei titoli utilizzati per i portafogli generici.


Entrambi i portafogli tornano positivi da inizio anno e non è poco! Abbiamo approfittato dei recuperi obbligazionari e azionari. Stiamo sulle stesse posizioni. Cambieremo solo alla fine del rally borsistico.

Low : +0.31% da inizio anno; +7.29% da gennaio 2008 netti di costi;
High: +0.18% da inizio anno; + 14.74 da gennaio 2008 netti di costi;

Un cordiale saluto

Claudio Bonilauri

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