NOTA SUI MERCATI N° 24
Data: 19/04/2009
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Gentili investitori e cari amici,
LE NEWS
· BAD NEWS
· A Tokio, sia Trichet che Axel Weber (membro della BCE) hanno più volte ricordato che con la seduta del 7 maggio della BCE nella quale sicuramente taglieranno il costo del denaro di almeno altri 0.25% dovrebbero decidere circa l’adozione per l’area euro delle politiche di “quantitative easing”, chiamate generalmente “non convenzionali” ma che alla fine si tratta semplicemente di stampare moneta e comprare titoli di stato, sulla falsa riga di quanto già fatto dalla FED, dalla Banca d’Inghilterra e da quella del Giappone; purtroppo la cosa non ci sorprende avendo sempre vissuto nell’idea che il piccolo Trichet volente o nolente fosse incanalato nello scimmiottaggio della politica della FED; è in questo senso che va letto il successo mediatico e l’ottimismo americano del G20. Piegare definitivamente le politiche riluttanti del vecchio continente alla follia imperante. Di fatto queste misure stanno esclusivamente frenando il processo deflativo mantenendo elevati i prezzi di consumo di tanti beni e di fatto impedendone l’accesso a questi di una discreta fetta della popolazione falcidiata nei risparmi e nei redditi con la disoccupazione e la cassa integrazione. Sostanzialmente stanno semplicemente rallentando e comprimendo la domanda e quindi, ritardando i salutari effetti che la crisi avrebbe prodotto su produzione e consumo. Senza questi interventi eccessivi, la deflazione avrebbe prodotto il suo effetto benefico abbassando i prezzi e quindi incrementando la domanda e l’uscita dallo stallo. Intendiamoci, la deflazione nei prossimi mesi arriverà ma tutto sarà più complicato e più lento, come un’agonia, e il futuro inoltre si porterà in dote il potenziale devastante dell’eccesso di moneta. Sparirà l’ulcera ma arriverà la gastrite acuta! Come anestetizzare e prolungare artificialmente una crisi; e dire che in assenza di questo iperattivismo da formiche forse saremmo già oltre metà del guado. Aggiungiamo che se i soldi spesi fino ad ora fossero stati messi per riassorbire gli asset tossici (orami siamo quasi alla parità) forse avrebbero fermato il tutto. Sarebbe bastata poi una lente ma costante diminuzione del debito mondiale nel corso degli anni e forse le cose sarebbero state molto meno traumatiche. Coi forse non si fa la storia, sicuramente e si sa, l’economia è allergica agli aggiustamenti graduali (come tante cose nella vita…) e le reazioni a volte sono peggiori dei mali. Vedremo.
· Intanto la deflazione, spauracchio terribile dei grossi debitori sembra arrivare: i prezzi usa su base annua sono allo -0.4% sorprendendo anche gli analisti più sofisticati che si aspettavano un’inflazione (ma dove vivono, su Marte???). In Europa i prezzi al consumo sono scesi al 1.2% (il più basso da sei anni) e ben presto arriveranno negativi; diciamo per l’estate! In questo scenario di lotta furiosa alla deflazione fa specie e alimenta dubbi amletici la dichiarazione FED, supportata da dichiarazioni simili di altre grandi inflattori, che sostiene che preferirebbero una deflazione lenta e prolungata modello Giappone che l’inflazione! Chissà che dietro questa dicotomia tra pensiero e azione non inizi anche in loro ad albergare il timore che l’abbiano fatta troppo grossa! Anche qui ne vedremo delle belle.
· La produzione USA industriale di marzo cala del -1.5%. Il PIL atteso è a -4% su base annuale. Temiamo sarà peggiore. Il calo è più contenuto delle aspettative. Non facciamoci ingannare. È solo che le scorte sono ai minimi storici da sempre e in qualche modo vanno iniziate a ricostituire. Purtroppo la ricostituzione sarà breve. Vediamo ancora, nonostante gli snellimenti un eccesso di capacità produttiva, prezzi ancora troppo alti e soprattutto la grande disoccupazione deve ancora arrivare, abbattendo redditi, risparmi e consumi.
· Da più parti gli organi informativi finanziari e non iniziano a dare segnali di ottimismo, incentivando di fatto gli ex scottati presi dalla bramosia di recupero a rientrare in borsa. A nostro modesto avviso è un bruttissimo segnale, assomiglia molto ai richiami delle sirene o meglio a quelli del pastore che raduna le pecore per la tosatura e ci informa solo che probabilmente il rimbalzo borsistico inizia ad avere il fiato corto. Si aspetterà giusto il tempo che entrino questi con il loro denaro fresco e reale per la mietitura! È una tautologia, ma è bene ricordarla. Più tempo ci metterà il gregge ad entrare, più a lungo e più alto sarà il richiamo (rimbalzo). Più in fretta faranno, più in fretta arriverà lo storno. Bisognerà uscire dalle borse quando i richiami saranno urla; non è facile dalla nostra posizione battezzarlo, ma dovremmo assistere ad un escalation sempre più forte intermediata da piccole pulizie momentanee per chiudere con il botto (normalmente una singola giornata con guadagni altissimi e volumi altrettanto alti, seguita ovviamente da perdite ancora più mostruose). In buona sostanza un’esplosione di volatilità. Sicuramente rientra nel gioco fornire tanti falsi segnali che aumentano il rammarico e stringono il cappio.
· GOOD NEWS
· Forte indecisione circa la considerazione di mettere la seguente notizia tra le good news! Come avevamo accennato nel commento ai portafogli della settimana scorsa eravamo intimamente convinti che i bilanci trimestrali presentati dalle maggiori banche in settimana sarebbero stati positivi e sopra le attese. Vale per Citigroup, Goldman Sahs, JP Morgan e Wells Fargo, cioè tutte quelle che finora li hanno presentati. Su questi dati però pesano diverse criticità di non piccolo conto:
o si è perpetuata una sottostima pericolosa dei rischi connessi con i crediti al consumo (che si stanno invece mostrando di pari passo con la disoccupazione) soprattutto nelle carte di credito (i cui risultati di settore sono tutti negativi) e nei prestiti per beni di consumo quali auto e elettrodomestici oltre che gli oramai tartassati mutui casa. Anche qui parliamo di cifre che superano il trilione di dollari; Per quanto riguarda i mutui casa (per buona parte cartolarizzati) purtroppo i dati della settimana ci dicono senza stupirci che si è toccato il livello massimo di sempre di “foreclousare” cioè di pignoramenti di abitazioni, con crescite a marzo su febbraio del 44% (pari a +175.199 abitazioni) con la California al record negativo di +59%; inutile rimarcare che i prezzi delle stesse continuano a scendere anche se a tassi calanti.
o Fortissime operazioni di “doping” contabile; un esempio su tutti è la Goldman. La Goldman stupisce gli analisti con utili di trimestre pari a 1,8 MLD di dollari circa (soprattutto se si tiene conto che nell’ultimo trimestre – chiuso il 23 di novembre- ne aveva persi oltre 2 di miliardi di dollari) che è il doppio delle aspettative. Cerchiamo di guardarci dentro. Innanzitutto è sparito il mese di dicembre. L’ultimo trimestre 2008 come da anno fiscale storico della Goldman si è chiuso appunto alla fine di novembre. Poi hanno deciso di cambiare anno fiscale (giustificandolo col fatto che la Goldman passa da invetment bank a commercial bank). Curioso quanto meno per il tempismo. Il mese di dicembre non compare nel bilancio 2008 e neanche nella trimestrale del 2009. E’ stato fatto una sorta di piccolo bilancino di un mese di transizione. Se andiamo a vederlo scopriamo che nel solo dicembre la Goldman ha perso la bellezza di circa 800 milioni di dollari! Viene la sensazione che si sia cercato di scaricare su questo mese “perduto” un po’ del pattume in cascina! Se “consolidiamo” il mese di dicembre con la trimestrale vediamo che l’utile si riduce a poco più di 1 MLD di dollari! Leggendo tra gli attivi si trova per la Goldman liquidità per 164 MLD di dollari investita in titoli di stato USA. Sostanzialmente stanno facendo quello che avevamo detto nella nota n. 23. Prendono liquidità dalla FED o dal retail a breve a tassi prossimi allo zero e la investono in titoli decennali del debito sovrano. Se ipotizziamo un costo di raccolta media a 1 anno intorno ai 0.40% e un ricavo da impieghi sul decennale, mediamente del 2.90% ci si accorge che con questa semplice operazione la Goldman porta a casa in maniera sicura circa 2.5% annuo; se moltiplichiamo 2.5% sul capitale investito (164 MLD di dollari) e lo dividiamo per 4 (per considerare solo un trimestre) troviamo 1 MLD tondo tonto! Se scorporiamo questo miliarducolo dal utile che era rimasto dopo il consolidato di dicembre troviamo un bel pareggio di bilancio! Non male! A questo punto, inoltre si inserisce il jolly, il pezzo da novanta. Le nuove regole contabili permettono in maniera retroattiva al primo di gennaio di valutare gli asset tossici illiquidi non al prezzo di mercato ma ad un valore notevolmente superiore (sostanzialmente deciso dai contabili)! La trimestrale sarebbe cattivissima. Ancora una volta si è cercato di creare ricchezza fittizia, di carta, virtuale! L’inganno non potrà durare a lungo e i mercati lo sanno. Questi fatti ci suggeriscono due previsioni: il trand in atto sui mercati è solo un rimbalzo tecnico destinato ad esaurirsi a breve (andiamo dicendolo da quando lo abbiamo iniziato ad ipotizzare); i tassi sui decennali USA rimarranno nel range 2.50%, 3% per lungo tempo! È l’unico mezzo che ha la FED per garantire redditività a imprese decotte (e a i suoi sondi prestati)! Chi ci rimette è, manco a dirlo, l’economia reale. I prestiti alle industrie nei primi due mesi dell’anno è calato del -24%! Le famiglie hanno poco ossigeno e sono soggette a pignoramenti immobiliari. Andremo, al culmine della crisi verso una situazione che qualche tempo fa sarebbe stata paradossale, con le banche piene di denaro gratuito investito in titoli di stati e l’economia reale a secco senza fiato e sommersa dai licenziamenti!
o Per rincarare la dose, sia Goldman che JP Morgan in ordine sparso alzano la testa e l’orgoglio. Comunicano che vogliono restituire i miliardi di dollari elargiti quando erano al collasso con il programma TARP (10 MLD per la prima che ha già lanciato un aumento di capitale per 5 MLD e 25 MLD per la seconda). Il gesto è bello come comunicazione, ma se contiamo che Lloyd Blankfein a seguito degli aiuti Tarp deve stipendiarsi 500.000,00 dollari (che poi in realtà diventano oltre un milione con una riduzione di circa il 98% dagli stipendi 2008!) viene il dubbio sottile che voglia semplicemente ricostituirsi lo stipendio. Soprattutto alla luce della totale dipendenza della Goldman dal sistema pubblico in tutto e per tutto. Solo grazie alla Fed generosa (possono accedere ai cospicui e straordinari prestiti FED essendo attualmente banca commerciale e possono vantarsi della garanzia statale sulle loro obbligazioni che gli rende praticamente nullo il costo della raccolta) e soprattutto stanno beneficiando del sistema prestito a breve - titolo di stato a lungo. Il gioco può funzionare solo con garanzia offerta dalla FED e dal suo quantitative easing di stabilità del corso dei titoli di stato. E il gioco va bene anche al governo USA che ha incassato dalle trimestrali bancari dividendi per 2.5 MLD di dollari per i capitali conferiti. Insomma un delirio collettivo! Chiederete lecitamente: perché allora è una good news? Per due motivi. Il primo, più debole, è che almeno gli asset tossici sono aumentati poco e che i alcuni settori della banca (trading), occupazione degli spazi lasciati da altre banche decadute, sembrano in buona salute; il secondo, di gran lunga più importante è che ci eravamo stancati di scrivere sempre nell’altra parte delle note!
o Per lo stesso ultimo motivo mettiamo nelle Good News con anticipo i prossimi risultati degli stress test sulle banche. Questi test dovrebbero valutare la capacità di tenuta delle stesse in caso di forti scossoni sul mondo finanziario, simulando diversi scenari: vedrete che saranno tutti promossi! Il “diciotto politico” non lo negheranno a nessuno! Il test riguarda le 19 banche che hanno ricevuto aiuti pubblici; sarebbe un’ammissione di inefficienza aver sperperato i soldi in quel modo e abbatterebbe ulteriormente il clima di sfiducia sui merati; questi dati arriveranno agli inizi di maggio. Potrebbero rappresentare il finto pretesto per l’ultimo allungo di borsa prima di considerare esaurito il rimbalzo;
o Citigroup dichiara un utile trimestrale di 1.6 mld di dollari. Peccato però che grazie ad una regola contabile che prevede di considerare come “utile non realizzato” le diminuzioni di valore del proprio debito sul mercato (il calo dei corsi obbligazionari) per 2.5 MLD di dollari. Senza sarebbe negativo!
o Unica vera Good News: il debito delle partite correnti americane (sia Oil – cioè contando le spese per importazione petrolio – che non Oil) sta notevolmente scendendo; probabilmente lo si vede come un fatto normale in un periodi di crisi, ma testimonia che i consumi usa stanno calando e che una componente non indifferente del debito mondiale sta rientrando. Per troppo tempo gli USA hanno vissuto sopra le loro possibilità. Ora sembra che timidamente stiano iniziando a risparmiare di più (qualche striminzito punto percentuale sul PIL, ma che è tantissimo rispetto al loro passato e di incoraggiamento per il futuro) a consumare di meno e a ripagare, riequilibrandolo il debito mondiale. Peccato che stiano ripagando con moneta nuova di cartaccia e non con creazione di nuova ricchezza risparmiata! Comunque se confermata e duratura sarebbe buona notizia!
IL FOCUS
AZIONI
Beh, ci piacerebbe molto, fare un bel copia e incolla con un qualunque articolo di un qualunque giornale finanziario italiano e non. Risparmieremmo un fracco di tempo noi e vi diremmo le cose che vi fa piacere sentirvi dire. Cioè che i minimi di borsa si sono già visti, che dal secondo semestre 2009 gli USA usciranno dalla crisi e nel 2010 anche l’Europa. Insomma che il peggio è passato e che è ora di reinvestire a prezzi ottimi sull’azionario. Siamo molto consapevoli del fatto che uscire dal coro è più difficile che seguire il pensiero dominante, soprattutto quando si deve uscire dal coro non per lanciare un messaggio di speranza ma bensì uno di dannazione. Alla fine si passa per i soliti disfattisti incompetenti di cui onestamente il mondo non ha bisogno. Cercheremo comunque di mantenere la calma e la lucidità di pensiero. Soprattutto terremo ben a mente che quando qualcuno in palese conflitto di interesse ci vuole convincere a mettere i nostri sudati risparmi in qualche forma di investimento con una discreta insistenza paventandoci il buon affare e sfruttando il rimorso che verrebbe in caso di errore, normalmente il buon affare lo fa lui e non noi. Se lo facciamo noi è un errore o si aprono strade per tosature più profonde.
Per chi ha avuto, come i portafogli suggeriti, la fortuna (e la bravura) di non erodere il capitale investito (non diciamo gli interessi in quanto molto improbabile essere riusciti a uscire dall’azionario nel 2007 sui massimi storici) e quindi di aver evitato rovesci consistenti, preferiamo tenere un bel profilo prudente e correre il rischio di perdersi qualche recupero di borsa più che vedersi cadere nella solita trappola della seconda tosatura, quella fatta per attirare i fortunati o bravi che avevano scampato la prima.
Quindi consci degli errori ci teniamo ben guardinghi.
Lo S&P 500 è arrivato a 870 come avevamo detto nella nota 23. Ora razionalmente ci sono due scenari: il primo consiste nel consolidare questa quota, aprendosi ad uno storno anche un po’ violento fino a quota 820 /840 o anche un filo più profonde fino a 780. per poi ripartire ed aggredire quota 940/960 dove il rimbalzo dovrebbe teoricamente arrestarsi e ripartire una cospicua correzione; in questo modo si darebbe tempo di scaricare le tensioni da ipercomprato che hanno caratterizzato queste settimane; il secondo è puntare con più decisione verso quella quota 940/960 già ricordata con una discreta volatilità infrasettimanale ma tutto sommato procedendo spedito. Personalmente preferiremmo il primo scenario in quanto indicazione di rialzo più duraturo e maturo. Molto dipenderà dai dati freschi che entreranno in queste due settimane. Se positivi potrebbero dare la spinta per aprire al secondo scenario, altrimenti se negativi oltre le attese aprirebbe alla correzione.
Previsioni di breve: laterale – ribassista
Previsioni di lungo: fortemente ribassista
OBBLIGAZIONI
Del rinnovato clima di semi fiducia ha beneficiato anche il mercato obbligazionario. Sul versante dei titoli di stato in dollari vige la protezione della FED che con la sua “quantitative easing” garantisce rendimenti sotto il 3% sul decennale usa e che è riuscita a fare questo anche in un momento di forte rally borsistico. Sui titoli sovrani in euro aleggiano le mosse fotocopia della BCE che si appresta a una ulteriore riduzione dei tassi di almento 0.25% il prossimo 7 maggio e l’approntamento oramai dato per certo di politiche di espansione monetaria “non convenzionali” modello USA. Quindi questi titoli ancora lungi dall’essere penalizzati da attese di inflazione troppo presto decantate si pongono ancora come interessanti, soprattutto sulla curva a medio lungo che dovrebbe iniziare ad appiattirsi e quindi a livellarsi su rendimenti più bassi. Anche lo spread Bund BTP è tornato vicino ai 110 punti contro un picco di marzo di circa 160 segno di tornata fiducia a breve sui mercati.
Nel comparto corporate bond, molto più correlato con le borse di quanto non lo siano i governativi sovrani, ottimo ribasso dei rendimenti con conseguente aumento dei corsi e quindi del capitale investito, sia in euro che in dollari, sia sui titoli di buona qualità che sui junk e su tutta la curva di scadenza. Diciamo che su questi titoli il trend di riduzione degli spread sui governativi dovrebbe continuare ancora per un po’ portando discrete soddisfazioni ai suoi possessori.
Quindi prevediamo tassi in ribasso (e quindi corsi crescenti) sui titoli di stato in euro su tutta la curva (specialmente la parte a lungo). Per i titoli sovrani USA, sostanzialmente movimenti laterali senza possibilità di sforare il 3% sorvegliato dalla FED neanche in caso di rally borsistico prolungato. Ancora buono il sentiment sui corporate con spread in calo (e quindi corsi in crescita) per tutte le tipologie sia in dollari che in euro.
Scenario di breve governativi euro: laterale- ribassista sui tassi
Scenario di medio governativi euro: ribassista sui tassi
Scenario di lungo governativi euro: rialzista sui tassi
Scenario di breve governativi USA: laterale
Scenario di medio governativi USA: laterale
Scenario di lungo governativi USA: rialzista sui tassi
Scenario di breve corporate: laterale- ribassista sui tassi
Scenario di medio corporate: ribassista sui tassi
Scenario di lungo corporate: rialzista sui tassi
COMMODITIES
Oro debole. Il Comex gold future dopo aver tastato la resistenza posta a 890 come detto nella nota 23 ha proseguito il ribasso fino sotto quota 870. Con il continuo della fase toro in borsa dovrebbe proseguire nel ribasso toccando minimi intorno ad 800 basso. L’inversione di tendenza dovrebbe aversi con la fine del rally borsistico. È un altro di quegli indicatori che monitorizziamo al fine di cercare di capire quando uscire dall’azionario.
Petrolio stabile sui 50 dollari al barile. Dovrebbe rimanere intorno a questi valori sia per il probabile recupero del dollaro che per una domanda stazionaria. L’Eia (Energy Information administration)americana ha stimato il consumo del petrolio per il 2009 globale in calo, a 180.000 barili al giorno. Forbice di oscillazione probabile tra i 47 e i 55 dollari al barile; Ancora sugli scudi invece l’indice CRB che dovrebbe rafforzarsi ancora in queste prossime due settimane.
Previsioni Oro di breve: laterale ribassista
Previsioni Oro di lungo: fortemente rialzista
Previsioni CRB di breve: laterale rialzista
Previsioni CRB di lungo: ribassista
VALUTE
La dichiarazione di Trichet di espandere moneta non può lasciare indifferente l’Euro. Battere moneta vuol dire inflazionarla e quindi che il suo valore reale intrinseco si annacqua. È anche un modo per fare un po’ di protezionismo valutario, rendendo più competitive le esportazioni e penalizzando le importazioni. Con il petrolio intorno i 50 dollari al barile si può fare senza penalizzare la bolletta energetica. Le attese su tassi che si avviano allo zero come in altre aree e la stampa di moneta fresca di zecca dovrebbe indebolire l’euro nelle prossime due settimane su tutte le monete che questo lo hanno già fatto. In primis su dollaro previsto nell’area 1.26 – 1.31 ma anche contro franco svizzero e contro sterlina inglese. In ripresa ancora invece le monete commodities e emergenti, dollaro australiano e canadese in primis che sulla scia della ricostituzione delle scorte dovrebbero ancora avvantaggiarsi su euro e dollaro nonostante i cospicui guadagni fin qui già fatti.
DATI MACRO ENTRANTI
Settimana discretamente densa di dati:
martedì:
Germania: ZEW (indice di sentiment economico) e dati di bilancia commerciale italiana
Mercoledì la bilancia commerciale giapponese, tasso di disoccupazione inglese (previsto in crescita) vendite in milioni di dollari delle case già esistenti mese su mese USA
Giovedì la Francia comunica la fiducia delle imprese, l’europa PMI manifatturiero, dei servizi e composito, ordinativi industria anno su anno e mese su mese. Vendite case in USA di marzo.
Venerdì indice IFO dalla Germania e PIL trimestrale Gran Bretagna, ordinativi durevoli USA e vendite case nuove in milioni di dollari mese di marzo.
PORTAFOGLI
ottimo comportamento dei portafolgi in guadagno in settimana su tutti i comparti. segni positivi su entrambi da inizio anno. nessun movimento
Low : +0.84% da inizio anno; +7.82% da inizio 2008
High: +1.14% da inizio anno; + 15,70% da inizio 2008
I portafogli con cambiamenti effettuati, performance, composizione e analisi sono sul blog: http://financialmarketanalisys.blogspot.com/
Nessun investimento sulla falsariga dei portafogli tipo da noi pubblicati dovrebbe essere clonato senza averne prima valutato struttura e rischio e potenziale rendimento. Trattasi di portafogli di natura informativa e generici, non intendono assolutamente porsi quali sollecitazione all’investimento e men che meno consulenza personalizzata.
Chi scrive queste news può, col suo portafoglio personale detenere investimenti nei titoli utilizzati per i portafogli generici.
Un cordiale saluto
Claudio Bonilauri
domenica 19 aprile 2009
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