NOTA SUI MERCATI N° 22 del 29/03/2009
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Data: 29/03/2009
Gentili investitori e cari amici,
IL FOCUS
La vera news della settimana entrante è il G20 infrasettimanale di giovedì 2 aprile a Londra. Sul piatto si cono tre questioni spinose:
1) la proposta della UE di sottoporre a maggior controllo le agenzie di rating internazionali ree di aver contribuito in maniera determinante al disastro accaduto;
2) la proposta cinese di sostituire di fatto il dollaro quale moneta di riferimento internazionale con un paniere di monete maggiormente rappresentativo;
3) La volontà del governo USA di convincere ed esportare il modello di rilancio dell’economia da loro intrapreso alla recalcitrante UE (Germania in primis);
La proposta dell’UE di sottoporre a maggior controllo le agenzie internazionali di rating si fa giorno per giorno più pressante. Ad ogni persona dotata di buon senso sembra quanto meno strana la AAA mantenuta alla Lehmann brothers fino al giorno del chapter 11 (anticamera del fallimento) poi tramutata in CCC (praticamente un default) il giorno dopo. Soprattutto se strumenti di pricing basati su algoritmi matematici collegati coi CDS, già a luglio 2008 gli fornivano una probabilità di default di circa il 12% che poi è andata costantemente crescendo fino al fatidico 14 settembre 2008. Anche l’andamento del titolo in borsa portava con sé informazioni in merito, perdendo il 73% nei primi sei mesi del 2008. Eppure le agenzie più prestigiose del rating mondiale continuava a fornirgli una splendida AAA (ci è cascato anche Patti Chiari, che le ha inserite fino alla fine tra i titoli ritenuti a basso rischio e consigliati).
I Credit Default Swap sono dei derivati appunto nella fattispecie di swap (baratto)! Da un punto di vista pratico funzionano come un’assicurazione. Il venditore di rischio (di default, magari un acquirente di obbligazioni) decide di pagare un premio (che viene espresso in punti base, ove 100 punti base equivalgono a 1% sul capitale assicurato) ad un compratore di rischio (l’assicuratore) il quale dietro compenso del premio si impegna di rifondere la differenza tra il valore nominale dell’obbligazione e il prezzo di mercato dell’obbligazione stessa in caso si verifichi l’evento assicurato (il default appunto). Questo è lo schema di funzionamento più lineare. In realtà, sul genere e soprattutto sul tipo di evento assicurato e sul tipo di rimborso da effettuare al verificarsi dell’evento, ne esistono di diverse varianti.
Chi ci segue sa già da tempo che andiamo ritenendo non congrui i giudizi delle società di rating, basati su interpretazioni di multipli di bilanci. Presentano questi giudizi diversi problemi; Per prima cosa occorre che i bilanci siano veri (e non falsi come purtroppo a volte succede); Bisogna inoltre che le regole contabili siano discretamente omogenee tra i diversi paesi e nel tempo. Abbiamo tutti sotto gli occhi “le deroghe” agli IAS (principi contabili) compiute sotto questa crisi, che di fatto permettono a banche e fondazioni bancarie di non fare evidenziare perdite nei propri bilanci. Come se bastasse un giochetto contabile per riportare la normalità. Occorre anche che chi valuta (e guadagna tantissimo) non sia un incapace o un corrotto. È proprio su questo ultimo punto che si incentrano le nostre maggiori perplessità. La storia ci insegna che gli errori in buona fede (rarissimi) e i casi di palese malafede (più frequenti) non solo si verificano, ma sono più diffusi di quanto si pensa. Dietro molti dei crack “storici” e di portata mondiale (vedi casi Enron, Parmalat, Worldcom, ecc) spesso si sono visti comportamenti quanto meno sospetti delle agenzie di rating. E la cosa, col benestare di tutti continua oggi a livelli a dir poco insostenibili.
Solo per fare un esempio: i CDS sull’Irlanda sono molto più alti di quelli sull’Italia, ma la prima continua a fregiarsi di una splendida AAA!
L’UE vorrebbe saggiamente rivedere la normativa che le regola al fine di rendere più veritiere e corrette le valutazioni da queste effettuate.
Dopo gli ultimi scandali qualcuno può pensare che una loro revisione e un loro maggior controllo sia il minimo che gli possa toccare. Più giusto sarebbe indagare su inciuci e connivenze al fine di stabilire responsabilità e danni. Eppure, il sistema di estremo disastro che le ha viste come protagoniste prime dell’ingranaggio della più grande frode finanziaria mondiale, come accade per i grandi banchieri (che si stanno tutti riciclando con impieghi prestigiosi e pagatissimi!) gli offre una copertura “blindata”.
La loro credibilità (che rappresenta lo loro prima ragione d’essere!) che dovrebbe ai più risultare oramai prossima allo zero, di questo periodo va via via che la crisi si avvita, rafforzandosi!
Avete mai sentito il buon Obama criticarle più o meno apertamente? Mai! E vedrete che gli USA accantoneranno il discorso e il famigerato G20 si limiterà ad una dichiarazione di intenti che rimanderà a date da destinarsi ogni decisione in merito. Insomma, un “tanto rumore per nulla”.
A ben guardare il piano di salvataggio delle banche del timidissimo Tim Geithner, che tanto è piaciuto al mercato (in quanto scarica praticamente tutti i costi di risanamento delle stesse sul contribuente!) contiene al suo interno una bellissima ricompensa per le varie Moody’s o S’&P’s. La Fed si è impegnata a concedere credito agevolato a chiunque compra nuove cartolarizzazioni (cioè nuovi prestiti) a patto che queste abbiano ricevuto da almeno due delle 3 “grandi” agenzie di rating una bella (e temiamo falsa) AAA. Come se buona parte delle emissioni di pattume finanziario non si fosse, pre crisi, forgiato di tripla AAA. Siccome per ogni 100 ML di dollari valutati le agenzie chiedono mediamente circa 100.000,00 dollari, e siccome il piano prevede di raggiungere 1 trilione di dollari, il “regalo” alle agenzie di rating sfiora il miliardo di dollari. Forse si poteva evitare! Non hanno ancora capito. Di certo questi favori tra FED e Agenzie di Rating non hanno tranquillizzano per niente i mercati.
Ma se a qualcuno viene in mente di interrogarsi sul perché la FED riabiliti la credibilità delle Agenzie chiamandole espressamente in gioco con funzione di garanzia e perché gli “regali” un bel Miliardo di dollari, basta guardare il rating del debito sovrano USA: AAA; alla luce di quanto sopra detto temiamo che non ci sarà per un pezzo nessun declassamento e nessuna minima incrinatura. Gli Stati Uniti, il paese con un debito cumulato (federale e privato) che supera i 50 trilioni di dollari (il più alto al mondo) risultano per le agenzie anche quelli con il minor rischio di insolvenza al mondo. A gente dotata di buon senno la cosa dovrebbe quantomeno sembrare “bizzarra”. È come se un individuo privato o una impresa ricevesse tanto più merito creditizio (quindi possibilità di accedere a prestiti ingenti e a basso costo) quanto più fosse indebitato!
Purtroppo si tratta dell’ennesimo inciucio che non fa prefigurare niente di buono per il futuro. Succederà che il mercato, nella sua pazzia, arriverà a ritenere tutto questo assurdo e non credibile e allora la crisi di fiducia sarà totale con effetti disastrosi per l’economia reale e per tutti quanti noi! Come già più volte ricordato non stanno ancora capendo la vera portata della crisi e continuano coi loro giochino da salotto peccaminoso. Peccato che la gente fuori sia al collasso e qualcuno inizi a prendere in mano delle pietre!
La proposta cinese di sostituire il dollaro con una moneta internazionale degna di questo nome ci sembra cosa saggia e buona. Oramai è venuto il tempo di svincolarsi da una liquidità mondiale dettata dal dollaro e dalle politiche della FED. A maggior ragione in un momento in cui le politiche della FED, che riguardano alla fine tutto il mondo, sono quanto meno discutibili e vengono prese d’imperio, senza nessun coordinamento internazionale e senza nessun consulto. Certamente la cosa non piace agli USA. Un dollaro che quota le maggiori materie prime e gli scambi internazionali è un buonissimo motivo per fare dei treasury bond e treasury bill la forma di investimento internazionale per antonomasia. Peccato che la loro politica folle li stia via via rendendo sempre più simili a carta straccia, così come la loro moneta, oramai avviata verso una politica di svalutazione e di impoverimento. I malesseri cinesi (ne hanno sottoscritto la bellezza di 2 trilioni di dollari!) sono quindi molto comprensibili, soprattutto in un momento in cui la capacità della loro economia di creare surplus di export e quindi di generare flussi di risparmi in dollari si stà drasticamente riducendo. Pensiamo che oramai sia solo una questione di tempo. Ben presto il dollaro perderà “di fatto” il suo sex appeal e sarà condannato ad una lenta e progressiva svalutazione. Se le altre economie sapranno resistere alla tentazione di stampare moneta lo sostituiranno, altrimenti bisognerà convocare una nuova Bretton Wood e creare una nuova moneta che dovrà essere per sua natura svincolata dagli umori di un singolo paese e non svalutabile a piacere! C’è poca scelta a nostro avviso! Come da tempo andiamo dicendo bisogna tornare ad una moneta aurea! Anche qui, gli USA si comportano come d’abitudine. Al malessere che i cinesi esprimono sul loro debito sovrano hanno risposto decidendo di battere moneta. Da una parte una garanzia sulla tenuta del valore dei titoli posseduti (e gli USA per la prima volta hanno iniziato a sperimentare difficoltà a collocarlo) dall’altra minacce future di svalutazione monetaria e quindi di svalutazione del credito cinese. Vista la breve durata del summit, difficilmente in questo campo si approderà a qualcosa. Ma il dado è stato tratto. Ora i cinesi (e il mondo intero) devo solo mettersi sul ponte e aspettare di vedere passare il cadevate del loro nemico. Solo questione di tempo. Poi si farà.
Buona parte del summit sarà invece dedicato da Obama a convincere l’Europa e parte dell’Asia a seguire il loro modello di ripresa. Cioè buttare i tassi a zero, stampare moneta, e sostituire il debito privato con il debito pubblico. A ben vedere vogliono riproporre il modello consumistico classico, come se nulla fosse successo. Fare ripartire il credito alle famiglie e imprese, stimolare la domanda e riprendere il circolo. Ancora una volta non vi è piena comprensione che qualcosa di profondo è cambiato. Una politica di questo tipo porterà solo inflazione, non sostenibilità ambientale e finanziaria nel medio periodo e prossima povertà. La Germania (e in generale la UE esclusa l’Inghilterra) sembrano invece intenzionati a non seguirli. Speriamo tirino fuori i denti. I modelli propagandati sono gli stessi che hanno prodotto il disastro. La superiorità “morale” o il debito “intellettuale” verso gli USA in materia di finanza e economia è decisamente tramontato. Siamo al canto del cigno.
AZIONI
Finora il rimbalzo previsto si è comportato da manuale. Ha trovato la prima seria resistenza in zona 820/830 sullo S&P500 come previsto nella scorsa settimana. Si prevede ora fase di correzione e consolidamento che dovrebbe chiudere la seconda gamba, quella ribassista, intorno a 760/770 più difficilmente intorno a 720/730. Da qui il mercato dovrebbe trovare nuovi spunti per ripartire ed andare ad aggredire quota 870/880 per giungere alla fine del rintracciamento verso i 900 punti, magari cogliendo le pochissime buone nuove che dovessero uscire dal G20 di giovedì a Londra.
Come anticipato nei rintracciamenti di un mercato orso (market bear rally) gli scossoni e le inversioni di tendenza sono all’ordine del giorno. L’importante è il consolidamento intorno quota 760/770, in caso contrario il rintracciamento sarebbe chiuso con eventuale partenza di una nuova ondata ribassista. Riteniamo più probabile il proseguo del rintracciamento ma occorre fare attenzione ai facili ottimismi.
Previsioni di breve: laterale – rialzista
Previsioni di lungo: fortemente ribassista
OBBLIGAZIONI
Se continua il micro trand rialzista sui mercati borsistici, con il ritorno per dell’assunzione di rischio da parte degli investitori il loro appeal dovrebbe abbassarsi, mantenendo una correlazione negativa coi mercati e quindi provocando lievi rialzi sui tassi. L’Inghilterra in settimana con grande stupore ha annunciato per la prima volta da 40 anni l’arrivo della deflazione. Chi ci segue non si faceva grossi dubbi sul fatto. Le politiche inflative messe in opera daranno i loro nefasti effetti più avanti. Ora riteniamo essere prematuro. In settimana si è assistito ad un rialzo lieve sulla curva a lungo dei tassi che ha ampliato i differenziali tra i titoli a 2 e 10 anni sia in euro che in dollari
I bond corporate hanno invece abbassato gli spread sia in dollari che in euro e sia sui titoli ad alto che basso rating! Tale trand dovrebbe proseguire per tutta la durata del rialzo borsistico, poi invertire drasticamente con l’acuirsi della crisi.
Scenario di breve: laterale- rialzista sui tassi
Scenario di medio: ribassista sui tassi
Scenario di lungo: fortemente rialzista sui tassi
COMMODITIES
Sulle necessità oramai anche statisticamente rilevate di ricostituzione delle scorte, nei prossimi 1 o 2 mesi, dovrebbero rintracciare al rialzo. Questo trand, d’altra parte già partito non dovrebbe essere ancora finito, ma a metà del cammino.
L’oro come previsto la settimana scorsa ha oramai abbandonato il dollaro e si è riportato a quota 900 bassa dietro il recupero del biglietto verde che è tornato in zona 1.32 circa. Se continua il trand rialzista delle borse dovrebbe continuare a rintracciare in euro posizionandosi sotto quota 900 appena riparte la seconda ondata rialzista sui mercati.
Su questa scia, anche il petrolio dovrebbe avvicinarsi a quota 60 dollari al barile.
Previsioni Oro di breve: laterale ribassista
Previsioni Oro di lungo: fortemente rialzista
Previsioni CRB di breve: laterale rialzista
Previsioni CRB di lungo: ribassista
VALUTE
Settimana di passione per il dollaro che a seguito della pausa nel rally borsistico si è riproposto come oramai da tempo quale moneta di riserva per i periodi di tensione. Ha perso ancora verso le commodities currencies (dollaro australiano, canadese ecc.) ma recuperando su euro.
Dovrebbe mantenersi in area oscillazione di 1.30 – 1.35.
Molto dipenderà da quanto deciso nel G20 (ma noi non ci aspettiamo grandi cose, anzi…) e dalla posizione che i cinesi decideranno di tenere in merito ad una nuova moneta internazionale. Il suo destino comunque pare segnato. Via via sta scivolando ai minimi della sua importanza storica. Nel medio lungo periodo non può che svalutarsi.
PORTAFOGLI
I portafogli con cambiamenti effettuati, performance, composizione e analisi sono sul blog: http://financialmarketanalisys.blogspot.com/
Ottima tenuta dei portafogli in questi 7 giorni. Il low volatility torna in area positiva con un +0.24% mentre l'high volatility si posiziona quasi pari a -0.13% consolidando i guadagni dell'anno passato nonostante i ribassi borsistici medi di questo 2009. Il controllo estremo della volatilità deciso per questo anno stà mantenendo le sue promesse.
Low : +0.24%
High: -0.13%
Un cordiale saluto
Claudio Bonilaurijavascript:void(0)
lunedì 30 marzo 2009
commento portafogli
ottima tenuta dei portafogli. Il low volatility torna in area positiva con un +0.24% mentre l'high volatility si posiziona quasi pari a -0.13% consolidando i guadagni dell'anno passato.
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domenica 22 marzo 2009
NOTA SUI MERCATI N°21
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Data: 22/03/2009
Gentili investitori e cari amici,
Bene, la bomba è sganciata. Gli Usa hanno fatto sapere che nei prossimi 6 mesi acquisteranno Treasury a lungo (i BTP americani) per 300 MLD di dollari e titoli collegati ai mutui ipotecari per circa 700 MLD di dollari con moneta fresca fresca di stampa. Totale da paura: 1 trilione di dollari (pari al 8% circa del PIL americano) di liquidità aggiuntiva che entra sul mercato. Questa domanda “forzata” rappresenta circa 1/3 del totale emissioni che il Tesoro USA ha in mente per quest’anno! Normale che i rendimenti abbiano rintracciato di 0.50% nel volgere di una sola seduta; Si tratta del più grande rialzo del valore dei titoli obbligazionari in Usa negli ultimi 40 anni! Altro record di cui non andare troppo fieri! altrettanto normale che il cambio sia scivolato i area 1.35 – 1.38; Il messaggio Usa è chiaro:
Sono finiti i soldi buoni! Ora rimane solamente la moneta cartacea, che ha il vantaggio immediato di poter essere replicata all’infinito e a costi irrisori e il grossissimo svantaggio (ma per fortuna dei Governi, poco percepito dalle masse) di rappresentare una sorta di “tassazione” occulta futura. Questa tassazione minacciosa ha un nome: inflazione (vedere focus precedente). Qualcuno il secolo scorso la aveva chiamata “la tassa più ingiusta” in quanto va a danno principalmente dei percettori di redditi fissi (salariati e stipendiati) a scapito dei percettori di redditi variabili (profitti e rendite). Ha il anche l’indubbio vantaggio (vista dalla parte dei governi) di essere “occulta”, non percepibile nell’immediato, se non da chi si occupa in modo critico e serio di economia. Continua insomma per nuova e più subdola via quel gigantesco esproprio di ricchezza di cui più volte vi abbiamo, indignandoci non poco, dato notizia. L’inflazione comprimerà il potere d’acquisto reale e la capacità di risparmio di tutti quei cittadini che non potranno anticiparla o inseguirla in modo adeguato, cioè di tutti coloro che non possono automaticamente e/o in modo autonomo auto decidere i prezzi del proprio lavoro! Saranno tanto più poveri quanta più inflazione, questi governi ultra indebitati sapranno creare. La strada è segnata. Ora è questione solo di tempo. Una maggior povertà della stragrande maggioranza della popolazione a vantaggio di pochissimi che spesso coincidono con gli artefici di questo disastro (vedi focus su bonus) è tutto quello di cui non c’era bisogno in questa crisi, anzi ne rappresenta il contrario perfetto. Il male viene spostato dalla fase acuta a quella cronica!
È una chiara politica di protezionismo applicata coi cambi! La stanno furiosamente e prontamente eseguendo tutte le economie in default. Ha iniziato l’Inghilterra, oramai alla canna del gas, coi tassi vicino allo zero e 75 mld di sterline per acquisto di debito sovrano, lo ha fatto una Svizzera senza più fiato (guai a un franco che si rafforza contro euro!) visto che ha sacrificato sull’altare della sopravvivenza il pezzo da 90, il più importante, della sua economia: il segreto bancario a tenuta stagna! Lo sta facendo il Giappone in agonia cronica (per il semplice motivo di aver iniziato queste politiche prima) e lo fanno gli USA, artefici primi del collasso del sistema che avevano creato. Di fatto lo fa anche la Cina avendo lo Yuan legato in modo incrociato al dollaro. Già lo ha fatto (o subito) il rublo russo. Rimane fuori l’Europa. Le sue leggi comunitarie “burocratiche” di fatto gli impediscono, in nome dell’autonomia della BCE dai governi sovrani e per evitare politiche inflative. Morale i trattati europei vietano l’acquisto di titoli di Stato dei paesi membri. Non solo, di fatto, mancando un mercato comune del debito pubblico europeo (ogni stato emette il suo debito sovrano) non si saprebbe, senza far torto, quali titoli comprare. Gli italiani?, gli spagnoli? I francesi? E perché non i tedeschi o gli irlandesi? Vedrete che non c’è scampo! Il piccolissimo Trichet si accoderà, volente o nolente alla follia mondiale della stampa incontrollata di moneta e dei tassi a zero! Ben presto, con la lentezza burocratica che le è propria, l’UE troverà varianti, interpretazioni o si accorderà per cambiamenti legislativi al fine ultimo di stampare moneta e comprare debito. Troveranno anche il modo di distribuire queste risorse tra i Paesi partecipanti. Saranno i bond europei caldeggiati da Tremonti o forme più o meno “critiche” che non eviteranno malumori e polemiche tra i Paesi aderenti di redistribuzione della moneta nuova. Magari in proporzione al debito pubblico (e allora esulta l’Italia) con l’inconveniente di premiare gli sciuponi, oppure in proporzione al PIL (e allora gioisce la Germania), molto più “meritocratico”, o in proporzione alla popolazione, più democratico, o in proporzione ai bisogni, più “socialista”! non sarà facile ma vedrete che si metteranno in accordo e all’altare della sopravvivenza si accetterà il criterio e il mal di pancia!
È la prima volta che la FED la fa nella sua storia. Il deficit Usa ha raggiunto la stratosferica cifra del 13% del PIL circa! La straordinarietà dell’intervento, (e non è la sola cosa straordinaria di questi tempi) fa presumere che le nubi all’orizzonte siano non solo minacciose, ma enormi, quasi letali. Quando il malato accetta cure immediate che potrebbero prolungare di un filo la vita, compromettendo seriamente il futuro vuol dire che il malato è moribondo, terminale! E’ la conferma più limpida che quello che stiamo vivendo in borsa (ma per noi non c’erano dubbi da sempre) non è altro che un “bear market rally”, un rintracciamento di Fibonacci, classico, atteso e scontato. A scanso di equivoci e di chi pensa che il peggio è passato (sono bastate 2 settimane di rintracciamento per leggere già i primi articoli ottimistici di giornalisti sprovveduti o in mala fede), ripetiamo che il trend è e rimane fortemente negativo. Al culmine della crisi lo S&P 500 dovrà toccare e veleggiare su quota 400 o quote più basse! Saremo più precisi in futuro
AZIONI
Finalmente l’atteso rimbalzo preannunciato nelle precedenti note è partito. Lo S&P500 attualmente si è posizionato intorno a 780/800, circa il 50% di rintracciamento del percorso perso tra il picco massimo del 6 gennaio 2009 e il minimo in zona 650 circa del 6 marzo. E’ naturale che in zona 780/800 quindi si trovi una forte resistenza. A breve, potenziale rintracciamento dell’indice fino in zona 720/740 e poi nuovo rally fino in zona 820/840 ove si trova un'altra resistenza. Riteniamo che a scanso di bombe (il cui innesco è certo ma la cui esplosione dovrebbe avvenire più avanti) il rintracciamento di Fibonacci in corso dovrebbe portare ragionevolmente lo S&P500 intorno o poco sopra i 1.000 punti con fasi accelerative molto forti e fasi di mini rintracciamento altrettanto violente. Insomma non sarà proprio una crescita lineare, ma a strappi con approdo nell’arco di massimo 1, 2 mesi nell’area indicata. Riteniamo quindi ancora prematuro vendere azionario anche se ci aspettiamo volatilità settimanale intensa. La partenza dell’ultima macro onda ribassista dovrebbe aversi intorno a fine aprile, inizi di marzo, quando l’uscita delle trimestrali (pessime) aziendali darà una prima indicazione del vero spessore della crisi. Vedrete che a fine 2009 il calo del Pil delle maggiori economie si posizionerà intorno a numeri da paura, dal -4/5% dei più fortunati alle due cifre per i meno fortunati. Altrettanto virulenta sarà, purtroppo la disoccupazione, che in Europa scoppierà nei mesi estivi, quando le azienda finite ferie e metabolizzati i cali produttivi, faranno seri piani di downsizing con licenziamenti “mostre”! Come sempre saremmo i più contenti di sbagliarci!
Previsioni di breve: laterale – rialzista
Previsioni di lungo: fortemente ribassista
OBBLIGAZIONI
L’operazione “straordinaria” di quantitative easing messa in campo dagli Stati Uniti ha sorpreso gli operatori. A onor del vero non noi, che andavamo dicendolo da tempo. Questa sorta di “opzione put” di Bernanke ha avuto l’effetto immediato di abbattere i rendimenti sui decennali di mezzo punto percentuale (con buona soddisfazione dei possessori). Una delle finalità di questa operazione è proprio quella di trasmettere le politiche monetarie che finora avevano agito sui tassi a breve (orami verso lo zero) o brevissimo, lungo la curva a lungo al fine di appiattirla e di estendere i benefici ai debitori. Il problema che la FED sembra ignorare (ma non ha scelta) è che nella realtà, per i prenditori di denaro “corporate” (non sovrani) il risparmio sul costo del denaro ancora non si è visto. Le banche alla ricerca disperata di ossigeno e orami in default hanno risposto alla diminuzione dei tassi con aumenti degli spread di intermediazione. Alla fine questo ribasso serve solo per i loro conti economici, mentre le imprese languono in un credito che spesso non c’è e se c’è ha prezzi da usura. Questa crisi è prima di tutto finanziaria (il troppo grado di debito –vedere focus di gennaio-, finalmente riconosciuto anche da autorevoli fonti quale Roubini) e quindi non finirà fin che il mondo non avrà un sistema creditizio sano. E anche allora ci vorrà tempo per trasmettere il credito e ridare fiducia. Ecco perché ci ostiniamo a ritenere la crisi ancora lunga e dolorosa. Inoltre tenere in vita dei cadaveri bancari già morti e sepolti e politiche monetarie insensate e a nostro avviso disastrose non faranno altro che prolungarla.
Il motivo meno conclamato, del quantitative easing, ma più reale è che in primis hanno finito i soldi e che l’ingente debito accumulato deve essere svalutato con l’inflazione e tenuto basso come costo (tassi di interesse). Vedrete che almeno per tutto il 2009 i tassi sui decennali non supereranno il 3%. Se leggiamo le operazioni della FED sotto questa lente, ecco che tutto torna e invece che insensate e suicide, dal loro punto di vista diventano sagge e vitali anche se di breve respiro! Questo ci convince (lo andiamo dicendo da mesi) che i tassi rimarranno depressi per un bel po’, non tanto per ragioni di mercato (il rischio sui Treasury americani decennali, con deficit “volato” al 13% del PIL, dovrebbe portare le quotazione degli stessi almeno a livello di BBB se non peggio) ma per ragioni di FED: sostentamento della domanda di titoli con stampa di moneta! (vedere focus su quantitative easing e bonus). Non mancherà molto che l’ultima grande (o ex grande) economia ancora immune da questa pazzia li segua. L’UE ben presto si attrezzerà, sia per contrastare un euro forte sia perché sotto pressione dal rischio default dei neo paesi dell’Est Europa. Saranno anche quattro gatti (si fa per dire) in termini di PIL, ma un loro default manderebbe negli abissi il sistema bancario europeo, già moribondo! Finito il recupero di Fibonacci sui mercati borsistici bisognerà quindi posizionarsi sui titoli europei a 7-10 anni al fine di cavalcare con buone possibilità di utile il calo dei rendimenti che si sperimenterà! Ne staremo pronti per prendere l’occasione.
Tutte queste sono solo però considerazioni di breve. Nel medio lungo periodo la realtà è che ben presto questa massa monetaria ne ucciderà il valore e scatenerà inflazione e sfiducia. Allora bisognerà scappare lontano da questi titoli sovrani a lungo (e forse anche a breve) e probabilmente trovare nuove monete di scambio. C’è comunque tempo!
Gli spread (rispetto ai governativi) sui titoli corporate denominati in dollari si sono abbassati su tutta la curva e su tutti i rating di merito creditizio. Quelli in euro si sono leggermente rafforzati.
Scenario di breve: laterale - ribassista
Scenario di medio: ribassista sui tassi
Scenario di lungo: fortemente rialzista sui tassi
COMMODITIES
L’oro dopo aver tastato il supporto a 890 dollari per oncia ha violentemente rimbalzato fin versi 960 dollari per oncia. Lo stesso ha fatto il petrolio che ha rotto la resistenza psicologica dei 50 dollari per barile. Non riteniamo si tratti di una presa di valore “in” ma “out”, cioè dovuta a fattori di FED e non di mercato o intrinseci. Semplicemente l’oro e il crude oil hanno semplicemente incorporato dentro di sé, in quanto beni reali, il potenziale inflazionistico (e l’oro è molto amico dell’inflazione) e devalutativo della moneta in cui sono espressi. Cioè il dollaro. Non a caso il prezzo al grammo dell’oro in euro è rimasto praticamente stabile intorno ai 22.50! Questa correlazione inversa tra oro e petrolio con il dollaro (si tratta di due delle principali commodities mondiali) oramai visibile da qualche tempo rimarca a nostro avviso quanto andiamo dicendo da tempo: l’inizio della fine del dollaro come moneta di riferimento negli scambi mondiali; se è pur vero che questi beni vengono scambiati in dollari è altrettanto vero che oramai ne incorporano nel prezzo le variazioni, quasi come quei fondi o etf che quotano il NAV in euro ma hanno gli asset denominati in altre valute. Probabilmente è veramente un mondo che sta cambiando dal profondo! Se la BCE con il piccolissimo Trichet non si lasciasse irretire dalla audacia da kamikaze della FED (cosa per altro che non crediamo!) l’euro avrebbe l’occasione storica di imporsi sui mercati mondiali. Sarebbe un passaggio epocale e porterebbe grandi benefici all’UE.
Riteniamo quindi che la discesa dell’oro debba proseguire. Meglio, se la svalutazione del dollaro rallenta e continua il rimbalzo di borsa, l’oro dovrà tastare nuovi minimi. Discorso inverso per il petrolio. Dovrebbe beneficiare di questa mini ripresa e stazionarsi stabilmente intorno ai 50 - 60 dollari per barile.
Previsioni Oro di breve: laterale ribassista
Previsioni Oro di lungo: fortemente rialzista
Previsioni CRB di breve: laterale
Previsioni CRB di lungo: ribassista
VALUTE
La già menzionata notizia di quantitative easing non poteva lasciare indifferenti i tassi di cambio. Una semplice e banale legge di mercato che si trova nei primi capitoli di qualunque manuale di economia politica ci insegna che il valore di un bene dipende dalla sua rarità. Se il bene viene riprodotto in modo incontrollato, aspettarsi una sua diminuzione di valore è il minimo che ci possiamo aspettare. Ecco quindi che tutte le valute i cui governi hanno applicato politiche di stampa di moneta si sono svalutate con l’eruo (che per il momento ne è immune). Dollaro, sterlina, franco svizzero e yen rintracciano sui minimi. Il dollar index perde circa 7 figure, portandosi da circa 90 a circa 83 segnando una delle discese più marcate degli ultimi tempi.
Dopo qualche seduta di piccolo rintracciamento e consolidamento, la svalutazione dovrebbe proseguire lentamente o stabilizzarsi. Il tutto fin quando la BCE non deciderà anche lei di stampare moneta. Allora, nella follia collettiva i valori relativi tra le monete si dovrebbero ribilanciare. Se tutte le monete valgono meno, i prezzi relativa delle une con le altre dovrebbero risultare quasi invariati!
DATI MACRO ENTRANTI
PORTAFOGLI
I portafogli sono in miglioramento. Da inizio anno il low si porta vicino alla parità, mentre l’high intorno a -1%. Non sono al momento previsti cambiamenti. Sono usciti egregiamente dalla ultima ondata ribassista che ha fatto rintracciare in mercati di circa il -30%!
Low : -0.27%
High: -1.07%
Un cordiale saluto
Claudio Bonilauri
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Data: 22/03/2009
Gentili investitori e cari amici,
Bene, la bomba è sganciata. Gli Usa hanno fatto sapere che nei prossimi 6 mesi acquisteranno Treasury a lungo (i BTP americani) per 300 MLD di dollari e titoli collegati ai mutui ipotecari per circa 700 MLD di dollari con moneta fresca fresca di stampa. Totale da paura: 1 trilione di dollari (pari al 8% circa del PIL americano) di liquidità aggiuntiva che entra sul mercato. Questa domanda “forzata” rappresenta circa 1/3 del totale emissioni che il Tesoro USA ha in mente per quest’anno! Normale che i rendimenti abbiano rintracciato di 0.50% nel volgere di una sola seduta; Si tratta del più grande rialzo del valore dei titoli obbligazionari in Usa negli ultimi 40 anni! Altro record di cui non andare troppo fieri! altrettanto normale che il cambio sia scivolato i area 1.35 – 1.38; Il messaggio Usa è chiaro:
Sono finiti i soldi buoni! Ora rimane solamente la moneta cartacea, che ha il vantaggio immediato di poter essere replicata all’infinito e a costi irrisori e il grossissimo svantaggio (ma per fortuna dei Governi, poco percepito dalle masse) di rappresentare una sorta di “tassazione” occulta futura. Questa tassazione minacciosa ha un nome: inflazione (vedere focus precedente). Qualcuno il secolo scorso la aveva chiamata “la tassa più ingiusta” in quanto va a danno principalmente dei percettori di redditi fissi (salariati e stipendiati) a scapito dei percettori di redditi variabili (profitti e rendite). Ha il anche l’indubbio vantaggio (vista dalla parte dei governi) di essere “occulta”, non percepibile nell’immediato, se non da chi si occupa in modo critico e serio di economia. Continua insomma per nuova e più subdola via quel gigantesco esproprio di ricchezza di cui più volte vi abbiamo, indignandoci non poco, dato notizia. L’inflazione comprimerà il potere d’acquisto reale e la capacità di risparmio di tutti quei cittadini che non potranno anticiparla o inseguirla in modo adeguato, cioè di tutti coloro che non possono automaticamente e/o in modo autonomo auto decidere i prezzi del proprio lavoro! Saranno tanto più poveri quanta più inflazione, questi governi ultra indebitati sapranno creare. La strada è segnata. Ora è questione solo di tempo. Una maggior povertà della stragrande maggioranza della popolazione a vantaggio di pochissimi che spesso coincidono con gli artefici di questo disastro (vedi focus su bonus) è tutto quello di cui non c’era bisogno in questa crisi, anzi ne rappresenta il contrario perfetto. Il male viene spostato dalla fase acuta a quella cronica!
È una chiara politica di protezionismo applicata coi cambi! La stanno furiosamente e prontamente eseguendo tutte le economie in default. Ha iniziato l’Inghilterra, oramai alla canna del gas, coi tassi vicino allo zero e 75 mld di sterline per acquisto di debito sovrano, lo ha fatto una Svizzera senza più fiato (guai a un franco che si rafforza contro euro!) visto che ha sacrificato sull’altare della sopravvivenza il pezzo da 90, il più importante, della sua economia: il segreto bancario a tenuta stagna! Lo sta facendo il Giappone in agonia cronica (per il semplice motivo di aver iniziato queste politiche prima) e lo fanno gli USA, artefici primi del collasso del sistema che avevano creato. Di fatto lo fa anche la Cina avendo lo Yuan legato in modo incrociato al dollaro. Già lo ha fatto (o subito) il rublo russo. Rimane fuori l’Europa. Le sue leggi comunitarie “burocratiche” di fatto gli impediscono, in nome dell’autonomia della BCE dai governi sovrani e per evitare politiche inflative. Morale i trattati europei vietano l’acquisto di titoli di Stato dei paesi membri. Non solo, di fatto, mancando un mercato comune del debito pubblico europeo (ogni stato emette il suo debito sovrano) non si saprebbe, senza far torto, quali titoli comprare. Gli italiani?, gli spagnoli? I francesi? E perché non i tedeschi o gli irlandesi? Vedrete che non c’è scampo! Il piccolissimo Trichet si accoderà, volente o nolente alla follia mondiale della stampa incontrollata di moneta e dei tassi a zero! Ben presto, con la lentezza burocratica che le è propria, l’UE troverà varianti, interpretazioni o si accorderà per cambiamenti legislativi al fine ultimo di stampare moneta e comprare debito. Troveranno anche il modo di distribuire queste risorse tra i Paesi partecipanti. Saranno i bond europei caldeggiati da Tremonti o forme più o meno “critiche” che non eviteranno malumori e polemiche tra i Paesi aderenti di redistribuzione della moneta nuova. Magari in proporzione al debito pubblico (e allora esulta l’Italia) con l’inconveniente di premiare gli sciuponi, oppure in proporzione al PIL (e allora gioisce la Germania), molto più “meritocratico”, o in proporzione alla popolazione, più democratico, o in proporzione ai bisogni, più “socialista”! non sarà facile ma vedrete che si metteranno in accordo e all’altare della sopravvivenza si accetterà il criterio e il mal di pancia!
È la prima volta che la FED la fa nella sua storia. Il deficit Usa ha raggiunto la stratosferica cifra del 13% del PIL circa! La straordinarietà dell’intervento, (e non è la sola cosa straordinaria di questi tempi) fa presumere che le nubi all’orizzonte siano non solo minacciose, ma enormi, quasi letali. Quando il malato accetta cure immediate che potrebbero prolungare di un filo la vita, compromettendo seriamente il futuro vuol dire che il malato è moribondo, terminale! E’ la conferma più limpida che quello che stiamo vivendo in borsa (ma per noi non c’erano dubbi da sempre) non è altro che un “bear market rally”, un rintracciamento di Fibonacci, classico, atteso e scontato. A scanso di equivoci e di chi pensa che il peggio è passato (sono bastate 2 settimane di rintracciamento per leggere già i primi articoli ottimistici di giornalisti sprovveduti o in mala fede), ripetiamo che il trend è e rimane fortemente negativo. Al culmine della crisi lo S&P 500 dovrà toccare e veleggiare su quota 400 o quote più basse! Saremo più precisi in futuro
AZIONI
Finalmente l’atteso rimbalzo preannunciato nelle precedenti note è partito. Lo S&P500 attualmente si è posizionato intorno a 780/800, circa il 50% di rintracciamento del percorso perso tra il picco massimo del 6 gennaio 2009 e il minimo in zona 650 circa del 6 marzo. E’ naturale che in zona 780/800 quindi si trovi una forte resistenza. A breve, potenziale rintracciamento dell’indice fino in zona 720/740 e poi nuovo rally fino in zona 820/840 ove si trova un'altra resistenza. Riteniamo che a scanso di bombe (il cui innesco è certo ma la cui esplosione dovrebbe avvenire più avanti) il rintracciamento di Fibonacci in corso dovrebbe portare ragionevolmente lo S&P500 intorno o poco sopra i 1.000 punti con fasi accelerative molto forti e fasi di mini rintracciamento altrettanto violente. Insomma non sarà proprio una crescita lineare, ma a strappi con approdo nell’arco di massimo 1, 2 mesi nell’area indicata. Riteniamo quindi ancora prematuro vendere azionario anche se ci aspettiamo volatilità settimanale intensa. La partenza dell’ultima macro onda ribassista dovrebbe aversi intorno a fine aprile, inizi di marzo, quando l’uscita delle trimestrali (pessime) aziendali darà una prima indicazione del vero spessore della crisi. Vedrete che a fine 2009 il calo del Pil delle maggiori economie si posizionerà intorno a numeri da paura, dal -4/5% dei più fortunati alle due cifre per i meno fortunati. Altrettanto virulenta sarà, purtroppo la disoccupazione, che in Europa scoppierà nei mesi estivi, quando le azienda finite ferie e metabolizzati i cali produttivi, faranno seri piani di downsizing con licenziamenti “mostre”! Come sempre saremmo i più contenti di sbagliarci!
Previsioni di breve: laterale – rialzista
Previsioni di lungo: fortemente ribassista
OBBLIGAZIONI
L’operazione “straordinaria” di quantitative easing messa in campo dagli Stati Uniti ha sorpreso gli operatori. A onor del vero non noi, che andavamo dicendolo da tempo. Questa sorta di “opzione put” di Bernanke ha avuto l’effetto immediato di abbattere i rendimenti sui decennali di mezzo punto percentuale (con buona soddisfazione dei possessori). Una delle finalità di questa operazione è proprio quella di trasmettere le politiche monetarie che finora avevano agito sui tassi a breve (orami verso lo zero) o brevissimo, lungo la curva a lungo al fine di appiattirla e di estendere i benefici ai debitori. Il problema che la FED sembra ignorare (ma non ha scelta) è che nella realtà, per i prenditori di denaro “corporate” (non sovrani) il risparmio sul costo del denaro ancora non si è visto. Le banche alla ricerca disperata di ossigeno e orami in default hanno risposto alla diminuzione dei tassi con aumenti degli spread di intermediazione. Alla fine questo ribasso serve solo per i loro conti economici, mentre le imprese languono in un credito che spesso non c’è e se c’è ha prezzi da usura. Questa crisi è prima di tutto finanziaria (il troppo grado di debito –vedere focus di gennaio-, finalmente riconosciuto anche da autorevoli fonti quale Roubini) e quindi non finirà fin che il mondo non avrà un sistema creditizio sano. E anche allora ci vorrà tempo per trasmettere il credito e ridare fiducia. Ecco perché ci ostiniamo a ritenere la crisi ancora lunga e dolorosa. Inoltre tenere in vita dei cadaveri bancari già morti e sepolti e politiche monetarie insensate e a nostro avviso disastrose non faranno altro che prolungarla.
Il motivo meno conclamato, del quantitative easing, ma più reale è che in primis hanno finito i soldi e che l’ingente debito accumulato deve essere svalutato con l’inflazione e tenuto basso come costo (tassi di interesse). Vedrete che almeno per tutto il 2009 i tassi sui decennali non supereranno il 3%. Se leggiamo le operazioni della FED sotto questa lente, ecco che tutto torna e invece che insensate e suicide, dal loro punto di vista diventano sagge e vitali anche se di breve respiro! Questo ci convince (lo andiamo dicendo da mesi) che i tassi rimarranno depressi per un bel po’, non tanto per ragioni di mercato (il rischio sui Treasury americani decennali, con deficit “volato” al 13% del PIL, dovrebbe portare le quotazione degli stessi almeno a livello di BBB se non peggio) ma per ragioni di FED: sostentamento della domanda di titoli con stampa di moneta! (vedere focus su quantitative easing e bonus). Non mancherà molto che l’ultima grande (o ex grande) economia ancora immune da questa pazzia li segua. L’UE ben presto si attrezzerà, sia per contrastare un euro forte sia perché sotto pressione dal rischio default dei neo paesi dell’Est Europa. Saranno anche quattro gatti (si fa per dire) in termini di PIL, ma un loro default manderebbe negli abissi il sistema bancario europeo, già moribondo! Finito il recupero di Fibonacci sui mercati borsistici bisognerà quindi posizionarsi sui titoli europei a 7-10 anni al fine di cavalcare con buone possibilità di utile il calo dei rendimenti che si sperimenterà! Ne staremo pronti per prendere l’occasione.
Tutte queste sono solo però considerazioni di breve. Nel medio lungo periodo la realtà è che ben presto questa massa monetaria ne ucciderà il valore e scatenerà inflazione e sfiducia. Allora bisognerà scappare lontano da questi titoli sovrani a lungo (e forse anche a breve) e probabilmente trovare nuove monete di scambio. C’è comunque tempo!
Gli spread (rispetto ai governativi) sui titoli corporate denominati in dollari si sono abbassati su tutta la curva e su tutti i rating di merito creditizio. Quelli in euro si sono leggermente rafforzati.
Scenario di breve: laterale - ribassista
Scenario di medio: ribassista sui tassi
Scenario di lungo: fortemente rialzista sui tassi
COMMODITIES
L’oro dopo aver tastato il supporto a 890 dollari per oncia ha violentemente rimbalzato fin versi 960 dollari per oncia. Lo stesso ha fatto il petrolio che ha rotto la resistenza psicologica dei 50 dollari per barile. Non riteniamo si tratti di una presa di valore “in” ma “out”, cioè dovuta a fattori di FED e non di mercato o intrinseci. Semplicemente l’oro e il crude oil hanno semplicemente incorporato dentro di sé, in quanto beni reali, il potenziale inflazionistico (e l’oro è molto amico dell’inflazione) e devalutativo della moneta in cui sono espressi. Cioè il dollaro. Non a caso il prezzo al grammo dell’oro in euro è rimasto praticamente stabile intorno ai 22.50! Questa correlazione inversa tra oro e petrolio con il dollaro (si tratta di due delle principali commodities mondiali) oramai visibile da qualche tempo rimarca a nostro avviso quanto andiamo dicendo da tempo: l’inizio della fine del dollaro come moneta di riferimento negli scambi mondiali; se è pur vero che questi beni vengono scambiati in dollari è altrettanto vero che oramai ne incorporano nel prezzo le variazioni, quasi come quei fondi o etf che quotano il NAV in euro ma hanno gli asset denominati in altre valute. Probabilmente è veramente un mondo che sta cambiando dal profondo! Se la BCE con il piccolissimo Trichet non si lasciasse irretire dalla audacia da kamikaze della FED (cosa per altro che non crediamo!) l’euro avrebbe l’occasione storica di imporsi sui mercati mondiali. Sarebbe un passaggio epocale e porterebbe grandi benefici all’UE.
Riteniamo quindi che la discesa dell’oro debba proseguire. Meglio, se la svalutazione del dollaro rallenta e continua il rimbalzo di borsa, l’oro dovrà tastare nuovi minimi. Discorso inverso per il petrolio. Dovrebbe beneficiare di questa mini ripresa e stazionarsi stabilmente intorno ai 50 - 60 dollari per barile.
Previsioni Oro di breve: laterale ribassista
Previsioni Oro di lungo: fortemente rialzista
Previsioni CRB di breve: laterale
Previsioni CRB di lungo: ribassista
VALUTE
La già menzionata notizia di quantitative easing non poteva lasciare indifferenti i tassi di cambio. Una semplice e banale legge di mercato che si trova nei primi capitoli di qualunque manuale di economia politica ci insegna che il valore di un bene dipende dalla sua rarità. Se il bene viene riprodotto in modo incontrollato, aspettarsi una sua diminuzione di valore è il minimo che ci possiamo aspettare. Ecco quindi che tutte le valute i cui governi hanno applicato politiche di stampa di moneta si sono svalutate con l’eruo (che per il momento ne è immune). Dollaro, sterlina, franco svizzero e yen rintracciano sui minimi. Il dollar index perde circa 7 figure, portandosi da circa 90 a circa 83 segnando una delle discese più marcate degli ultimi tempi.
Dopo qualche seduta di piccolo rintracciamento e consolidamento, la svalutazione dovrebbe proseguire lentamente o stabilizzarsi. Il tutto fin quando la BCE non deciderà anche lei di stampare moneta. Allora, nella follia collettiva i valori relativi tra le monete si dovrebbero ribilanciare. Se tutte le monete valgono meno, i prezzi relativa delle une con le altre dovrebbero risultare quasi invariati!
DATI MACRO ENTRANTI
PORTAFOGLI
I portafogli sono in miglioramento. Da inizio anno il low si porta vicino alla parità, mentre l’high intorno a -1%. Non sono al momento previsti cambiamenti. Sono usciti egregiamente dalla ultima ondata ribassista che ha fatto rintracciare in mercati di circa il -30%!
Low : -0.27%
High: -1.07%
Un cordiale saluto
Claudio Bonilauri
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sabato 21 marzo 2009
Focus del 21 marzo 2009
Gentili investitori e cari amici,
Dopo qualche giorno di assenza per impegni lavorativi particolarmente gravosi torniamo con brutte notizie (orami un clichè…)
La FED annuncia la messa in atto delle politiche “non convenzionali”, il famigerato “quantitative easing” per chiamarlo come dicono loro. In buona sostanza stanno facendo quello che temevamo e andavamo dicendo da tempo. Gli Usa hanno finito i soldi.
Dopo aver messo in atto la più grande operazione di collettivizzazione delle perdite della storia e il più grande esproprio pubblico a beneficio dei debiti privati dei pochi (per lo più rei di aver commesso il disastro) ora si trovano con la borsa attuale e futura (quella dei cittadini) totalmente vuota! Non solo, si trovano, come era prevedibile, anche a fare i conti con il malumore degli impoveriti e degli espropriati. Così iniziano le prime proteste di piazza con la “caccia al manager AIG”. Che chi ha ricevuto i soldi dei contribuenti sotto il ricatto del disastro mondiale, dopo per altro aver contribuito in maniera decisiva al collasso delle stesse strutture in cui lavorava, vada pretendendo bonus milionari in dollari, risulta ragionevolmente aberrante e insensato! È quindi abbastanza normale che susciti le ire dei defraudati. Ha il sapore sottile della beffa ultima e demenziale in una commedia tragicomica di portata globale. E’, a nostro modesto avviso, anche abbastanza ragionevole che i soggetti passivi della più grosso furto mondiale di ricchezza si sentano un filo spaesati ed arrabbiati! Quindi non stupisce che questi soggetti passivi decidano di non esserlo più o di esserlo meno. Si sta prospettando una stagione di sommosse di piazza di cui si faceva ragionevolmente senza ma che altrettanto ragionevolmente non si poteva più far senza!
L’executive di AIG, il 48 enne Douglas Poling (già ex manager Ford e quindi con già qualche cadavere professionale sulle spalle non proprio di poco conto – e magari ci viene voglia di confrontarlo con un Marchionne che guadagno molto meno) ha incassato 6.4 milioni di dollari. I bonus totali che AIG ha pagato ai manager per i disastri compiuti ammonta a 165 milioni di dollari! Se ci interpellavano noi, gli stessi identici disastri li avremmo fatti per la modica cifra di 10.000,00 €! Tant’è…
A seguito di quella che appare come la prima (state certi ne seguiranno molte altre e molto cruenti) protesta di massa che ha spinto le forze di polizia ad ordinare a tutti i dipendenti di AIG, al fine di salvaguardare la loro incolumità, di non girare per le città assolutamente con nessun tesserino o segno distintivo che li facesse ricollegare alla AIG stessa, a blindare e circondare la sede per evitare “attacchi ai forni” e altre misure da far impallidire qualunque guerriglia urbana, il buon Polin ha deciso “di sua iniziativa” di restituire il Bonus (ma non i suoi stipendi fraudolentemente incassati e il suo patrimonio a parziale indennizzo dei danni immani creati).
E’ che tutta la faccenda ha del ridicolo.
Il Tesoro USA, che di fronte alla protesta popolare preoccupante, grida all’indignazione è quello che di fatto non solo ha AUTORIZZATO in settimana, il pagamento dei bonus, ma il contratto basato sul TARP (trouble asset relief program) tra Tesoro e AIG entrato in vigore a novembre, riconosceva e autorizzava il pagamento dei bonus ai manager AIG (senior compresi)!
Ci informa il Washington Post che la stessa FED era al corrente da almeno 3 mesi dei bonus stramilionari che AIG intendeva pagare, in segno di stima professionale e per gratitudine, ai propri manager, ma non aveva avvertito né la Casa Bianca, né il Tesoro (che comunque in quanto firmatario più che sapeva). Morale quando avvisati, il Ministro del Tesoro and Co. hanno semplicemente rilevato che non si poteva più far niente, in quanto non poteva cambiare contratti già firmati. A scanso di interventi di blocco del presidente in extremis, si preoccupava inoltre di informarlo il 12 marzo, quando oramai era tardi anche per lui!
Ora, vista la rabbia popolare esplosa in maniera inaspettata (ma solo per loro, visto che lo andiamo dicendo da mesi), le soluzioni in extremis per quietare la popolazione sono altrettanto ridicole quanto il danno. Si è affermato a gran voce “tutti i soldi dati in bonus torneranno nelle tasche dei contribuenti fino all’ultimo cent!” Cioè, si affrettano a precisare, si scaleranno dai prossimi aiuti per 150 MLD di dollari. Ovvero i contribuenti invece che regalare prossimamente 150.000.000.000,00 di dollari ne regaleranno solo 149.835.000.000,00! Insomma il contribuente può stare tranquillo a casa a vedersi l’NBA che c’è chi risolve le ingiustizie! Siccome però a qualcuno sorge il dubbio che i 165.000.000,00 non solo siano di fatto fuori uscite dalle proprie tasche (e magari questo contribuente guadagna 30.000,00 dollari all’anno e rischia il posto di lavoro) ma che altrettanto sicuramente in ogni caso siano finiti nelle tasche dei manager si è deciso (e manca ancora il passaggio in senato e chissà che nel frattempo non si quietino gli animi…) di tassare il 90% del bonus. Attenzione non ti prelevare il 90%, ma più semplicemente di tassare un imponibile pari al 90%. Sostanzialmente vuol dire lasciare il bonus in tasca dei furbettini per oltre il 70%! Quindi nonostante i proclami indignati (e quanta tristezza nel vederli uscire dalla bocca di Obama) la popolazione non ci è caduta e ha iniziato la “caccia” al manager AIG!
Robe da pazzi!
Decisamente il punto più basso mai raggiunto dalla democrazia americana (e il più alto raggiunto dalla casta di incapaci e arroganti). Il vero sconfitto ora è Obama, oramai sempre più schiavo (o complice?) del suo enturage e dei poteri forti! Come si vede non è solo un male italiano…
Non stupisce quindi di vedere Obama essere ai minimi per popolarità dopo soli 3 mesi.
D’altra parte un vociare in pubblico che sa oramai solo di populismo spicciolo, bieco e senza nessuna sostanza reale, un “sentiment” avvertito e importante di impotenza e di non controllo di nulla (neanche dei Bonus), un avvitarsi ancora peggiore della crisi, una politica monetaria ed economica che finalmente inizia da più parti ad essere vista come un suicidio definitivo e sta suscitando critiche e perplessità ovunque non potevano certo essergli di giovamento e stanno esaurendo la “carica” anche dei sostenitori più incalliti. Il “nuovo” che ripropone il “vecchio” sistema non ha funzionato! Decisamente un occasione persa! Peccato!
Ma torniamo alla quantitative easing. Gli USA hanno deciso di utilizzare 1 trilione (1.000 miliardi) di dollari per comprare titoli legati ai mutui e treasury a lunga scadenza. La cosa equivale in parole povere a stampare moneta e acquistare titoli di debito! Si sono resi conto che l’acquisto di titoli americani oramai iniziava a dare forti segnali di diffidenza. La Cina 2 settimane fa ha espresso tutta la sua preoccupazione sulla solvibilità degli Stati Uniti e dei suoi titoli di debito (e ne ha ben ragione vista la massa immane che ne detiene e la realtà letta nei rendimenti è che ha iniziato gradualmente a venderne), i risparmiatori mondiali non corrono più a frotte per sottoscriverli e di riflesso i tassi sui treasury a 10 anni negli ultimi mesi sono cresciuti di 0.50% a conferma di un “affaticamento” delle nuove sottoscrizioni! I soldi non ci sono più (eccetto quelli per i bonus) e allora largo a misure non convenzionali che oramai assomigliano sempre di più a misure da economia di guerra!
Il mercato ha “festeggiato” con una diminuzione dei rendimenti sui decennali dello 0.5% secco in pochissimi minuti, riportando i tassi su di un misero 2.5% circa. Ora su questi titoli vigila “l’opzione put” di Bernanke! Non basterà. Il dollaro in contemporanea scivolava fino a 1.37 circa iniziando a mostrare quello che vale realmente e che andavamo a dire da tempo. Banalissima norma da manuale di economia. Quando si stampa moneta senza economia reale dietro, i biglietti cartacei valgono intrinsecamente meno, nel senso che comprano meno beni reali!
Il destino a questo punto è segnato. Ben presto anche l’Europa li seguirà, già lo fa l’Inghilterra e il Giappone (da oltre 10 anni).
Si dà l’ok anche ad una nuova politica economica non convenzionale: la TALF (onestamente tutti questi nomi, TARP, TALF, ZIRP ecc. nella loro pochezza insensata e foraggiera di disastri futuri iniziano a darci alquanto sui nervi!) cioè Term Asset backed securities loan facillities cioè leggete diverse centinaia di moneta fresca fresca di stampa per favorire i crediti ai consumatori e alle piccole imprese. Non è un caso che ieri in borsa American Express (uno dei leader delle carte di credito) abbia pericolosamente vacillato. I dubbi che dietro quei debiti non ci sia solvibilità inizia a serpeggiare (per noi è una certezza).
La storia ci insegna (e qualcuno farebbe bene a studiarsela) che con queste tecniche gli unici scenari possibili sono solamente due:
- iperinflazione selvaggia: successe nella repubblica di Weimar a cavallo tra la fine degli anni 23 e 24. Il governo tedesco fece quello che fanno tutti i governi quando si trovano a dover pagare quantità incredibili e incontrollate di debiti. Stampano moneta. I risultati furono che nel periodo più virulento i prezzi raddoppiavano ogni ora circa. Gli operai venivano pagati a fine giornata e correvano a spenderli subito in quanto il giorno dopo era carta straccia! I ladri di notte non rubavano i portafogli (le banconote alla mattina andavano giusto bene per accendere una sigaretta, ma si rubavano i denti d’oro). In questo scenario tornò il baratto usando qualunque bene fosse portatore intrinseco di valore comunemente accettato e riconosciuto. Tabacco, grano, rame, oro… E’ la morte calda, virulenta, accelerata dell’economia.
- Stagnazione lunga e costante con deflazione strisciante: E’ il caso del Giappone! Gli interventi di quantitative easing sono stati “congelati” in depositi bancari senza trovare sfogo in economia reale! Si suol dire che “l’asino non beve se non ha sete”. Non importa quanta acqua gli si esibisca! E’ la morte fredda, lenta, inesorabile e cronica dell’economia! Le critiche mosse al Giappone sono quelle di non essere stato sufficientemente aggressivo. Di aver fatto economia non convenzionale con il contagocce e di essere quindi scivolato in deflazione. Forse, in realtà, sono stati più saggi degli altri. L’alternativa sarebbe stata lo specchio di Weimar. Si sono appostati sul fiume e hanno aspettato i cadaveri delle altre economie condannate alla stessa fine dieci anni dopo!
Francamente non sappiamo dire quale delle due vincerà ma la cosa certa è che sarà una delle due. Chi pensa che si ritornerà a breve alla stabilità economica che avevamo conosciuto in questi anni rimarrà scottato drasticamente. Ci vorranno anni e anni, lustri per intravedere un minimo di ritorno alla normalità.
Molto probabilmente il mondo le sperimenterà entrambe. Prima una lunga deflazione (quella in corso) che manderà in convalescenza forzata l’economia poi una iperinflazione devastante che ne darà il colpo di grazia! Non sappiamo dire per certo quanto durerà il periodo di deflazione, ma certamente i minimi non si sono ancora visti. Durerà fin che la nuova moneta andrà a sostituire l’immane debito (leverage) che attanaglia il mondo, poi improvvisamente, come un fulmine, una volta riassorbito il debito con nuova moneta (che è debito potenziale, debito futuro!) scoppierà feroce l’iperinflazione! Purtroppo ne siamo certi anche di questo!
Altra cosa che ci disturba non poco è come sia possibile approntare interventi di economia non convenzionale (di guerra) di questa portata, senza una riflessione seria e mondiale, fatta da economisti e Nobel di tutto il pianeta, rimettendola invece al vezzo isterico di pochissimi incapaci e arroganti il cui unico merito, per appropriarsi questo diritto, è stato quello di aver alimentato o contribuito a creare proprio questo male, e le cui uniche preoccupazioni rimangono ancora quelle di riuscire a giustificare e tamponare le immani porcate fatte per lucro personale (bonus in primis)!
Un cordiale saluto
Claudio Bonilauri
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venerdì 13 marzo 2009
quattro risate
Ringrazio l'amico e lettore Manini Simone per la risata che ci ha fatto fare con la vignetta postata
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PORTAFOGLIO
sul nostro personalissimo portafoglio abbiamo venduto le Fiat a 4.55 con un utile del 18.50% circa.
Sulle Eni purtroppo ci è scattato per un soffio un uno stop loss che ce le ha fatte vendere in perdita del 6% a 12.50. Eni è sottoposta in questo periodo ad una volatilità non tipica del titolo. Le abbiamo ricomprate a 12.54, vendita a 14.00 euro e stoploss a 12.54, quindi trading senza rischio di perdita. L'operazione si è chiusa questa mattina a 14.01 euro per un utile (netto della precedente perdita) di +5.33%.
Sulle Eni purtroppo ci è scattato per un soffio un uno stop loss che ce le ha fatte vendere in perdita del 6% a 12.50. Eni è sottoposta in questo periodo ad una volatilità non tipica del titolo. Le abbiamo ricomprate a 12.54, vendita a 14.00 euro e stoploss a 12.54, quindi trading senza rischio di perdita. L'operazione si è chiusa questa mattina a 14.01 euro per un utile (netto della precedente perdita) di +5.33%.
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news del 13/03/2009
Cina: che l'economia mondiale e gli umori di borsa passino oramai per la Cina è cosa nota. Il primo ministro Wen Jiabao si prende anche il lusso di richiamare gli USA. "abbiamo prestato molto denaro agli Stati Uniti e siamo preoccupati per la sicurezza dei nostri investimenti. Vorrei di nuovo invitare gli Stati Uniti a rispettare la loro parola e i loro impegni a garantire la sicurezza degli investimenti cinesi". I moniti cinesi iniziano a farsi insistenti. Sicuramente sono moniti anche "politici" e suonano come un "ricatto" al protezionismo USA in un momento in cui la Cina vede paurosamente contrarsi le proprie esportazioni (e il partener maggiore è proprio lo zio Tom), ma che in Cina inizi a serpeggiare un filo di malumore per il "deficit spending" folle e incontrollato e la stampa di carta moneta altrettanto folle e incontrollata messa in atto dall'amministrazione americana sembra il minimo viste le cifre da paura che la Cina ha prestato. Noi al loro posto non ci dormiremmo la notte. Dietro la AAA luccicante che ancora gli USA sbandiera sul loro debito sovrano, si stanno addensando nubi pesissime. Quando dai moniti si passerà ai fatti (richieste di rimborso e/o non sottoscrizione del debito in scadenza e/o riscatti) allora prevediamo disastri, per gli USA, per l'Europa, per la Cina stessa.
Borse: l'agognata onda di ritracciamento che avevamo previsto nella precedente nota sembrerebbe partita. il superamento della soglia di 740 sullo S&P500 è una discreta conferma. Anche il fatto che la borsa abbia ignorato un dato non bellissimo come quello sulle nuove richieste di sussidi alla disoccupazione (arrivati a 654.000) e invece fatto leva su un calo delle vendite al dettaglio minore delle attese ( solo di -0.1% contro attese di contrazione di -0.5%) ne è una ulteriore conferma. Anche il petrolio salito dell'11% in una sola seduta indica un bisogno dell'economia di rifare i proprio magazzini. Speriamo bene! se non si tratta dell'enessimo trucchetto destinato ad esaurirsi in breve tempo, si aprono spazi interessanti. Vi terremo informati. Cosa da non dimenticare durante i rimbalzi è che ci troviamo tuttora dentro un trend fortemente negativo, e che il rimbalzo è dovuto solamente ad una reazione "fisiologica" all'ipervenduto degli utlimi tempi e al temporaneo miglioramento delle produzioni e degli utili industriali per la ricostituzione delle scorte dell'economia mondiale dopo qualche mese di fermo assoluto. Ben presto arriveranno altre brusche inversioni di tendenza! Non scordatelo mai
Merger: La svizzera Roche conclude un contratto di "matrimonio" con la californiana Genentech (bio tecnologie) per una cifra di 46.8 Miliardi di $. Forse, questo è il primo vero merger che vediamo non in odore difensivo. E' un buon segnale. Il denaro in tasca ad alcuni (pochissimi) continua a girare copiosamente e il coraggio allettato dai prezzi stracciati delle azioni nonostante il periodo buissimo si rifà vedere. Rimane un sottofondo di azzardo nell'operazione, un "o la va o la spacca" che suona comunque anche un po' di disperazione! ma si sa, bisogno e coraggio sono le doti imprenditoriali migliori per uscire dalla crisi.
un saluto
Claudio Bonilauri
Borse: l'agognata onda di ritracciamento che avevamo previsto nella precedente nota sembrerebbe partita. il superamento della soglia di 740 sullo S&P500 è una discreta conferma. Anche il fatto che la borsa abbia ignorato un dato non bellissimo come quello sulle nuove richieste di sussidi alla disoccupazione (arrivati a 654.000) e invece fatto leva su un calo delle vendite al dettaglio minore delle attese ( solo di -0.1% contro attese di contrazione di -0.5%) ne è una ulteriore conferma. Anche il petrolio salito dell'11% in una sola seduta indica un bisogno dell'economia di rifare i proprio magazzini. Speriamo bene! se non si tratta dell'enessimo trucchetto destinato ad esaurirsi in breve tempo, si aprono spazi interessanti. Vi terremo informati. Cosa da non dimenticare durante i rimbalzi è che ci troviamo tuttora dentro un trend fortemente negativo, e che il rimbalzo è dovuto solamente ad una reazione "fisiologica" all'ipervenduto degli utlimi tempi e al temporaneo miglioramento delle produzioni e degli utili industriali per la ricostituzione delle scorte dell'economia mondiale dopo qualche mese di fermo assoluto. Ben presto arriveranno altre brusche inversioni di tendenza! Non scordatelo mai
Merger: La svizzera Roche conclude un contratto di "matrimonio" con la californiana Genentech (bio tecnologie) per una cifra di 46.8 Miliardi di $. Forse, questo è il primo vero merger che vediamo non in odore difensivo. E' un buon segnale. Il denaro in tasca ad alcuni (pochissimi) continua a girare copiosamente e il coraggio allettato dai prezzi stracciati delle azioni nonostante il periodo buissimo si rifà vedere. Rimane un sottofondo di azzardo nell'operazione, un "o la va o la spacca" che suona comunque anche un po' di disperazione! ma si sa, bisogno e coraggio sono le doti imprenditoriali migliori per uscire dalla crisi.
un saluto
Claudio Bonilauri
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domenica 8 marzo 2009
Nota sui mercati n. 21 del 8/03/2009
NOTA SUI MERCATI N° 20
Per scaricare in PDF
Data: 8 marzo 2009
Gentili investitori e cari amici,
LE NEWS
· BAD NEWS
· Come sempre iniziamo con le Bad News, anche stavolta purtroppo abbondanti e intense:
· Lo S&P/Mib 40 in una settimana ha perso oltre il -15%! Siamo tornati ai valori di metà anni ’90 con una perdita da inizio anno che si posiziona in un -34% circa. Visto che l’anno precedente aveva praticamente dimezzato, questo ulteriore calo non è uno scherzo e la borsa italiana si conferma la peggiore del continente. Risulta particolarmente appesantita dai bancari e dagli assicurativi, oramai diventati “impronunciabili”. Nomi come UniCredit, (per diversi anni fiore all’occhiello dell’attività bancaria italiana all’estero) oggi valgono intorno ai 70 centesimi di euro, pari alla mancia che si lascia ai lavavetri polacchi degli incroci (e mi scuso con questi). Ed è proprio coi polacchi e gli atri popoli dell’Est Europa che l’UniCredit ha tracciato la sua condanna. Siamo abbondantemente sotto, come valore di mercato, al 20% del patrimonio netto teorico (quello da libro contabile). Dico TEORICO, perché nessuno ci informa di quello che c’è veramente dentro e se il patrimonio netto contabile sia reale o “drogato” da principi contabili più o meno truffaldini. Non vi è dubbio che il mercato pensa esplicitamente che sia “drogato” e terminale. Ci si può domandare, ed è lecito, se tutto questo ha un senso, se i mercati siano razionali, se qualcosa di importante si è rotto o se tutto quello che si vede è solo follia finanziaria. Possiamo rispondere che è vera ogni affermazione fatta. Se i mercati propongono questi prezzi allora dobbiamo riconoscere che hanno un senso, nel significato che sono reali. Pacchetti importanti si scambiano effettivamente a questo valore. Si spostano ricchezze: carta moneta (che rischia di diventare carta straccia) con certificati di proprietà di banche (che rischiano di diventare carta straccia)! Il valore dello scambio non può che essere da ingrosso, da riciclo, o da stralcio!; I mercati sono razionali per definizione, in quanto sintesi dell’irrazionalità di molti singoli investitori e dalla razionalità di pochissimi e ben informati (insider trading?) speculatori. Diversi studi mostrano che i mercati si sbagliano spesso e volentieri, esagerando in un senso o nell’altro, ma altrettanti studi mostrano che sono i migliori a fare previsioni! Vale dal sondaggio politico all’evento sportivo. Il prezzo che offrono è un prezzo reale e di scambio che incorpora le prospettive attuali e soprattutto future. Non importa se qualche contabile ci vuole convincere del contrario; Sicuramente qualcosa di importante si è rotto: si è frantumato il concetto di libero mercato e di capitalismo così come ci aveva abituati e come ce lo avevano maldestramente propagandato! Semplicemente non esiste più. O forse mostra la sua vera natura, quella più profonda. La mano invisibile è una mano visibilissima ma furtiva e rapace, l’ingordigia del singolo porta solo al default dei tanti, la pirateria economica e finanziaria ha decretato il più grande esproprio che l’umanità abbia mai dovuto sopportare. E stavolta sarà dura rialzarsi. Non era proprio così sui testi di scuola e alcuni si ostinano a contrabbandarcelo per diverso. Sono solo in malafede e in conflitto di interesse. Ora gli appelli sono su una sua applicazione distorta, su necessità di nuove regole o altre bugie. La realtà è che quello che ha prodotto e che quindi era insito nella sua pratica applicazione storica è il disastro, globale e terribile, né più ne meno che i sistemi collettivisti del ‘900. Ma su questi punti ci torneremo in futuro sicuramente. Che in tutto quello che vediamo ci sia solo ingordigia e follia planetaria è l’unica convinzione vera e indistruttibile che ci accompagna da molti mesi!
· Il patrimonio di piazza affari (la capitalizzazione di borsa) si attesta 270 MLD di euro circa, meno del valore immobiliare di Milano stimato sopra i 315 mld di euro! (fonte Sole 24 ore). Se dovessimo scegliere ora quale dei due prendere penso che non passeremmo notti in bianco a meditare…
· La BCE abbassa il costo del denaro di altro 0.50% portandosi all’1.5% (record storico di sempre), presto seguita (ma non è un mistero) dalla BOE (Bank of England) che oramai è in Zirp (zero interest rate policy) essendo il tasso allo 0.5%, il più basso di sempre. Non solo quest’ultima ha abbracciato la politica suicida della Fed, ma nel momento in cui si avvicina al termine del processo di azzeramento dei tassi in barba ad ogni più elementare principio che prevede una renumerazione per il rischio sul capitale, ne ammette anche il fallimento implicitamente, riconoscendone l’inefficacia (e allora perché farla?) e decidendo quindi di stanziare 75 MLD di Sterline per comprare titoli pubblici di debito inglese soprattutto sulle scadenze decennali (i gilts inglesi appunto). Probabilmente il vecchio detto che “l’asino non beve se non ha sete” non è ancora stato compreso appieno. La finalità è sempre quella. Pompare moneta nell’economia e tenere bassi i tassi lungo su tutta la curva onde evitare che l’immane debito pubblico che si sta preparando costi troppo in termini di interessi. Fra poco tempo assisteremo al disastro di questa politica, con un’esplosione della inflazione e la perdita di fiducia pressoché totale verso la moneta cartacea. Il governo inglese nel frattempo è salito (nazionalizzazione) al 75% della Lloyds Bank impegnandosi a coprire 370 MLD di pattume finanziario al suo interno! La tentazione di stampare moneta cartacea si capisce essere forte! Come avevamo più volte detto, la BCE che ha iniziato ad ammonire sui rischi della Zirp quando ancora aveva i tassi al 3%, raccontava solo delle bugie. Abbiamo sempre ripetuto che la BCE nella sua sudditanza culturale ed economica verso il mondo anglosassone in materia finanziaria, alla fine avrebbe anche lei imbroccato il tunnel dei tassi zero seguendoli nel suicidio di massa. E dire che visti i disastri che il modello finanziario anglosassone ha prodotto in questi ultimi tempi, qualche dubbio sulla sua validità dovrebbe venire a tutte le persone dotate di buon senso… Non solo, da quando ha iniziato a dire che non avrebbe abbracciato la politica dei tassi zero, ha provveduto poi ripetutamente ad abbassarli (seppure riconosciamo con un filo di aggressività in meno della Fed) e nell’ultimo discorso ha informato su ulteriori passi in questo senso (atteso ad aprile un ribasso dello 0.25% e un restringimento dello stending facilities (il tunnel tra i due tassi). Ha anche aperto alla possibilità di pompare moneta con acquisto di obbligazioni pubbliche europee. Ha detto che in caso di fallimento della politica Zirp (cosa che avverrà di sicuro) potrebbe prendere in considerazione “misure non standard addizionali”! leggete stampare moneta! Né più ne meno che la fotocopia di quanto già fa la Fed, di quanto si appresta a fare la BOE. Il tutto con un ritardo, come da abitudine, di 6 mesi! Da tempo non crediamo più ad una sola parola di questa casta di pirati finanziari. E dire che un esempio scellerato e che speravamo relegato nell’odore polveroso dei libri di storia di “pompaggio” di denaro tramite acquisto di titoli di debito governativi l’Italia lo ha già sperimentato a diverse riprese negli anni ‘70 e primi ’80 dello scorso secolo. Lo chiamavano il “matrimonio” tra Banca d’Italia e Tesoro. Fu un matrimonio imposto, non certo per amore e fini dopo disastri in un “divorzio”. In sostanza il Governo “obbligava” la BdI ad acquistare i titoli di stato invenduti, e la BdI costringeva le banche retail ad effettuare i depositi della riserva obbligatoria in titoli di stato. Il risultato è storia. Svalutazioni continue della lira, inflazione altissima ed esplosione del debito pubblico mai più rientrato da allora! Sarebbe interessante che qualcuno dei nostri politicanti (in un raptus di saggezza sulla via per Damasco) provvedesse ad informarne Bernanke o Trichet!
· Anche il Canada è ufficialmente in Zirp. Ha portato i suoi tassi allo 0.50%. aspetterà ancora un po’, poi stamperà moneta! Ne siamo sicuri.
· Il dato di gennaio sugli ordinativi di macchinari in Germania è sceso del -42%! Roba da recessione devastante mentre le vendite al dettaglio sono calate dello -0.6%!
· GM: Lo andiamo dicendo da 6 mesi. Per noi è morta! Serve solo come contenitore del tasso di disoccupazione e per “loschi” traffici di miliardi di dollari! Dopo averne ingoiato decine di miliardi di dollari a vuoto, minaccia di ricorrere al “chapeter 11” (anticamera del fallimento) e dietro questo ricatto, chiede altri soldi (parliamo sempre di miliardi!) al buon Obama, che lunedì correrà a Detroit a denudarsi. GM fa benissimo. Oramai ha capito che ci sono un fracco di sciocchi sempre pronti (con denaro di altri, e forse quindi tanto sciocchi non sono!) a ripianare le sue nefandezze. Perché sanarsi? Perché cambiare rotta? Penso che se qualcuno ci riempisse di denaro ad ogni nostra richiesta per farci fare i fattacci nostri, e senza doverlo restituire, accetteremmo di buon grado…Il problema vero è che questo denaro “sparisce” in buchi di difficile decodificazione; sarebbe molto interessante andarci dentro e vedere in che tasche finiscono, perché il denaro non si brucia MAI, cambia solo di proprietario! Attendiamo fra qualche anno, articoli, libri, film su quello che sarà l’ennesimo scandalo finanziario-industriale del mondo con tanta indignazione postuma e alla fine rassegnazione. L’esproprio è già compiuto! In compenso l’azione è hai minimi da 75 anni impoverendo tutti quelli che se la ritrovano in saccoccia per qualche sfortunata combinazione astrale (i soliti male informati che pensavano che il denaro pubblico fosse dato e usato per risanare…). Oramai siano arrivati al canto del cigno…
· Persi in USA, a febbraio -651.000 posti di lavoro (inoltre ci informano che i posti persi a gennaio non erano 598.000 come detto lo scorso mese, ma per qualche errore strano sono risultati -655.000!!! il ribasso record dal 1949). La disoccupazione dichiarata è salita all’8.1%, sui massimi degli ultimi 25 anni. Se contate GM, le banche e altri cadaveri artificialmente tenuti con un alito di vita saremmo sopra il 10%. Continuiamo a dire che a fine crisi sarà intorno il 15%! E questa è una di quelle previsioni che se dovessimo sbagliarla in difetto, stapperemmo champagne per 10 sere consecutive!
· Opel, ramo europeo delle auto USA è in bancarotta! Presto porterà i llibri in tribunale a meno di sussidi diretti della Germania. Peccato che questa non ne abbia nessuna voglia (o nessun soldo a disposizione). Teme che finiscano oltreoceano nei famigerati“buchi” di cui parlavamo prima! Ed hanno ragione! Statene certi che se l’aiuteranno, questo avverrà (caso rarissimo oggigiorno) con una vera e propria nazionalizzazione, cioè con l’entrata diretta dello stato nel capitale e sostituzione dei ranghi dirigenti! L’esempio GM scotta. Qualcuno ipotizza che l’unica salvezza sia “regalarla” alla Fiat adducendo sinergie che la stessa Fiat aveva già provveduto a tagliare! Sarebbe il secondo “regalo” di un marchio che Marchionne si troverebbe sul gobbone. Inizia a puzzare maledettamente di “pacco”! I CDS sulla Fiat sono da default prossimo venturo! Sono più che doppi di quelli della Renault (messa malissimo). Sostanzialmente per assicurare un debito Fiat di 10 milioni di euro a 5 anni, oggi se ne spenderebbero circa 1,44 milioni di euro contro i 260 mila euro per quello della Volkswagen. Avremmo una proposta. Perché non diamo a quest’ultima l’Opel invece di rendere la Fiat il rottamatore del mondo? Ci vorrebbe l’ennesimo miracolo Marchionne. Sarà che siamo italiani, sarà che crediamo nelle italiche doti di estrosità e fantasia, per cui nonostante la crisi pessima e contro ogni ragionevole logica noi ci vogliamo credere!
· GOOD NEWS
· Un certo Kevin Cross, autodefinitosi missionario finanziario (financial missionary) che mischia Bibbia e soldi, propone di “bruciare” le carte di credito dentro il forno micro onde in quanto ree della schiavitù americana dal debito. Il bello è che lo fa veramente in adunanze (frequentatissime) pubbliche!. Non sappiamo onestamente se è una “good news”, di sicuro ci ha fatto fare una sonora “sghignazzata” come ci mancava da tempo! Forse la “good news” è tutta qui! Forse la follia finanziaria mondiale che ci ha colpito ci fa ritenere non più che una bizzarria curiosa questo Kevin. Si sa, i metri di valutazione cambiano con l’esperienza! Ci verrebbe, inoltre, una leggera voglia di metterci qualcun altro dentro il micro onde ma il rispetto assoluto per la vita ce lo impedisce…
· La Banca d’Australia non scivola nella Zirp, stupisce i mercati e tiene i tassi al 3.25%. Ottima notizia
AZIONI
Lo S&P 500, una sorta di sintesi dell’andamento dell’azienda USA, in settimana nel continuo a toccato quote per alcuni “inimmaginabili”, intorno ai 660 punti per chiudere venerdi in area 683, vicino a quel 680 che avevamo dato come obiettivo nella nota precedente. In sostanza dai massimi ha perso il 58% del valore!. Quota 600 è per noi da tempo l’obiettivo di questa ondata ribassista ed ora scopriamo essere normale per molti! Corrisponde ad un dividendo medio dell’azienda S&P500 intorno ai 40 dollari con rapporto prezzo / utili in area 14/15. L’erosione dei fondamentali reali delle economie mondiali è da paura e quindi questo livello risulta essere non solo normale, ma fisiologico e in linea con le attese! Un potente supporto in area 625/620 (presenza di un doppio massimo datato 1995!!!!) ci fa ragionevolmente prevedere che ora la borsa sia sui minimi di questa ondata ribassista. Potrebbe dietro le pesantissime notizie che escono ed usciranno scivolare sotto 680 e approdare intorno a 625. In questa area riteniamo ragionevolmente esaurita definitivamente l’ondata. Dovrebbe partire un rimbalzo “tocca sano” per alleggerire le posizioni azionarie con indicazione approssimativa intorno a quota 900/1000. Saremo più precisi in note successive. Toccato questo livello dovrebbe partire una nuova ondata ribassista, terribile, che porterebbe lo S&P 500 in quota 500 basso/ 400 (con rapporto prezzo utili stimato intorno a 12, normale in periodi di forte depressione economica). Staremo a vedere.
Per noi da tempo, non facciamo mistero, di ritenere questi livelli fisiologici. Non è che le valutazioni ora sono basse, è che prima erano “disumane” e “manipolate”. Erano “prezzi” drogati dalla più grossa manipolazione che il mondo ricordi, per mezzo di leverage folli e di replicazione incontrollata di carta e di rischio (cartolarizzazioni e cds in primis). La massa dei CDS prima dello scoppio della bolla era di 60 trilioni di dollari quasi 5 volte il PIL USA! E chiediamo, se ce ne siamo accorti noi che non contiamo niente e siamo in una piccola provincia sconosciuta dell’impero economico che conta, ma è mai possibile che nessuno se ne sia reso conto? Ma come potevano, se non per imperizia o malafede, le agenzie di rating sfornare delle AAA a chi produceva tutta questa carta straccia e decuplicava i rischi? Oggi è come sparare su un morto, in quanto le stesse oramai sono prive di ogni credibilità. Stiamo assistendo ad una delle più feroci crisi che il mondo ricordi e le agenzie di rating fanno dei downgrading con il contagocce! Assistiamo al più grosso scollamento di sempre tra valutazioni di agenzie e rischi percepiti (CDS) che l’umanità abbia mai visto. L’Austria ha il sistema bancario devastato (alla faccia di chi la credeva il migliore dei paradisi bancari possibili), praticamente quasi completamente in defaul, sul mercato dei CDS sconta un rischio paese molto maggiore dell’Italia e si presenta sul mercato del debito sovrano con una luccicante AAA! Arriveranno al punto di insostenibilità di questa politica “della bugia” perenne e costante e all’improvviso, vedrete, abbasseranno di colpo tutte le valutazioni, stracciandole nel goffo tentativo di salvare una faccia che non hanno più da tempo. Questo avverrà in occasione della prossima ondata ribassista! D’altra parte è storia vecchia, le più grosse truffe si fanno solo con la “collaborazione” implicita (incapacità) o esplicita (collusione) dei controllori!
Previsioni di breve: laterale – rialzista
Previsioni di lungo: fortemente ribassista
OBBLIGAZIONI
Dietro l’andamento disastroso dell’economia reale i tassi si sono mossi al ribasso su tutta la curva sia in Europa che in Usa, arrivando nella prima a toccare i suoi minimi. Si sono nel frattempo ampliati gli spread tra Germania e paesi deboli, come ampiamente prevedibile.
I bond corparate hanno sofferto con le azioni e hanno visto un aumento dei loro rendimenti con abbassamento del prezzo. In modo particolare i bond bancari che per alcune banche italiane arrivano a quotare intorno a 70!
In tensione anche i rendimenti sugli emergenti
Con un po’ di ripresa dei mercati azionari dovrebbero risalire i rendimenti nella parte a lungo.
Quindi continuiamo a stare sui titoli di stato che ci hanno dato tante soddisfazioni da un anno a questa parte
Scenario di breve: laterale- rialzista sui tassi
Scenario di medio: ribassista sui tassi
Scenario di lungo: fortemente rialzista sui tassi
COMMODITIES
L’indice CRB perde circa l’1% con un un -8.5% da inizio anno. Ottimo il rame e l’argento, buon recupero del petrolio. L’oro taccati i minimi di 900 ha rimbalzato sulle notizie disastrose delle borse! Se le borse continuano nella caduta, questo va a ritoccare i massimi di 1000 e oltre, se parte il rimbalzo di borsa dovrà rintracciare in area 800.
Previsioni Oro di breve: laterale ribassista
Previsioni Oro di lungo: fortemente rialzista
Previsioni CRB di breve: laterale rialzista
Previsioni CRB di lungo: ribassista
VALUTE
Il dollar index si rafforza un filo (+0.6%). Contro euro come previsto continua a muoversi in area 1.25 -1.30. Qualche scrollane arriva quando si spargono rumors di perdita di posti di lavoro altissimi (con vendite) e quando le banche centrali decidono sui tassi (con acquisti). Alla fine è sempre lì. Dollaro in lieve indebolimento se vedremo borse coi segni +!
Scenario di svalutazione per lo Yen, oramai ancorato ad una economia in fortissima difficoltà!
DATI MACRO ENTRANTI
Oltre a qualche trimestrale di discreto interesse rileviamo:
Europa:
Il 12 produzione industriale di gennaio (pesantissima)
Sempre il 12 Pil definitivo 4° trimestre 2008
13/3 Vendite al dettaglio Eurozona
USA:
11/3 scorte idrocarburi
12/3 vendite al dettaglio
13/3 indicatore di fiducia dell’università del Michigam
PORTAFOGLI
I portafogli con cambiamenti effettuati, performance, composizione e analisi sono sul blog: http://financialmarketanalisys.blogspot.com/
Low : -0,56%
High: -1,75%
Un cordiale saluto
Claudio Bonilauri
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Data: 8 marzo 2009
Gentili investitori e cari amici,
LE NEWS
· BAD NEWS
· Come sempre iniziamo con le Bad News, anche stavolta purtroppo abbondanti e intense:
· Lo S&P/Mib 40 in una settimana ha perso oltre il -15%! Siamo tornati ai valori di metà anni ’90 con una perdita da inizio anno che si posiziona in un -34% circa. Visto che l’anno precedente aveva praticamente dimezzato, questo ulteriore calo non è uno scherzo e la borsa italiana si conferma la peggiore del continente. Risulta particolarmente appesantita dai bancari e dagli assicurativi, oramai diventati “impronunciabili”. Nomi come UniCredit, (per diversi anni fiore all’occhiello dell’attività bancaria italiana all’estero) oggi valgono intorno ai 70 centesimi di euro, pari alla mancia che si lascia ai lavavetri polacchi degli incroci (e mi scuso con questi). Ed è proprio coi polacchi e gli atri popoli dell’Est Europa che l’UniCredit ha tracciato la sua condanna. Siamo abbondantemente sotto, come valore di mercato, al 20% del patrimonio netto teorico (quello da libro contabile). Dico TEORICO, perché nessuno ci informa di quello che c’è veramente dentro e se il patrimonio netto contabile sia reale o “drogato” da principi contabili più o meno truffaldini. Non vi è dubbio che il mercato pensa esplicitamente che sia “drogato” e terminale. Ci si può domandare, ed è lecito, se tutto questo ha un senso, se i mercati siano razionali, se qualcosa di importante si è rotto o se tutto quello che si vede è solo follia finanziaria. Possiamo rispondere che è vera ogni affermazione fatta. Se i mercati propongono questi prezzi allora dobbiamo riconoscere che hanno un senso, nel significato che sono reali. Pacchetti importanti si scambiano effettivamente a questo valore. Si spostano ricchezze: carta moneta (che rischia di diventare carta straccia) con certificati di proprietà di banche (che rischiano di diventare carta straccia)! Il valore dello scambio non può che essere da ingrosso, da riciclo, o da stralcio!; I mercati sono razionali per definizione, in quanto sintesi dell’irrazionalità di molti singoli investitori e dalla razionalità di pochissimi e ben informati (insider trading?) speculatori. Diversi studi mostrano che i mercati si sbagliano spesso e volentieri, esagerando in un senso o nell’altro, ma altrettanti studi mostrano che sono i migliori a fare previsioni! Vale dal sondaggio politico all’evento sportivo. Il prezzo che offrono è un prezzo reale e di scambio che incorpora le prospettive attuali e soprattutto future. Non importa se qualche contabile ci vuole convincere del contrario; Sicuramente qualcosa di importante si è rotto: si è frantumato il concetto di libero mercato e di capitalismo così come ci aveva abituati e come ce lo avevano maldestramente propagandato! Semplicemente non esiste più. O forse mostra la sua vera natura, quella più profonda. La mano invisibile è una mano visibilissima ma furtiva e rapace, l’ingordigia del singolo porta solo al default dei tanti, la pirateria economica e finanziaria ha decretato il più grande esproprio che l’umanità abbia mai dovuto sopportare. E stavolta sarà dura rialzarsi. Non era proprio così sui testi di scuola e alcuni si ostinano a contrabbandarcelo per diverso. Sono solo in malafede e in conflitto di interesse. Ora gli appelli sono su una sua applicazione distorta, su necessità di nuove regole o altre bugie. La realtà è che quello che ha prodotto e che quindi era insito nella sua pratica applicazione storica è il disastro, globale e terribile, né più ne meno che i sistemi collettivisti del ‘900. Ma su questi punti ci torneremo in futuro sicuramente. Che in tutto quello che vediamo ci sia solo ingordigia e follia planetaria è l’unica convinzione vera e indistruttibile che ci accompagna da molti mesi!
· Il patrimonio di piazza affari (la capitalizzazione di borsa) si attesta 270 MLD di euro circa, meno del valore immobiliare di Milano stimato sopra i 315 mld di euro! (fonte Sole 24 ore). Se dovessimo scegliere ora quale dei due prendere penso che non passeremmo notti in bianco a meditare…
· La BCE abbassa il costo del denaro di altro 0.50% portandosi all’1.5% (record storico di sempre), presto seguita (ma non è un mistero) dalla BOE (Bank of England) che oramai è in Zirp (zero interest rate policy) essendo il tasso allo 0.5%, il più basso di sempre. Non solo quest’ultima ha abbracciato la politica suicida della Fed, ma nel momento in cui si avvicina al termine del processo di azzeramento dei tassi in barba ad ogni più elementare principio che prevede una renumerazione per il rischio sul capitale, ne ammette anche il fallimento implicitamente, riconoscendone l’inefficacia (e allora perché farla?) e decidendo quindi di stanziare 75 MLD di Sterline per comprare titoli pubblici di debito inglese soprattutto sulle scadenze decennali (i gilts inglesi appunto). Probabilmente il vecchio detto che “l’asino non beve se non ha sete” non è ancora stato compreso appieno. La finalità è sempre quella. Pompare moneta nell’economia e tenere bassi i tassi lungo su tutta la curva onde evitare che l’immane debito pubblico che si sta preparando costi troppo in termini di interessi. Fra poco tempo assisteremo al disastro di questa politica, con un’esplosione della inflazione e la perdita di fiducia pressoché totale verso la moneta cartacea. Il governo inglese nel frattempo è salito (nazionalizzazione) al 75% della Lloyds Bank impegnandosi a coprire 370 MLD di pattume finanziario al suo interno! La tentazione di stampare moneta cartacea si capisce essere forte! Come avevamo più volte detto, la BCE che ha iniziato ad ammonire sui rischi della Zirp quando ancora aveva i tassi al 3%, raccontava solo delle bugie. Abbiamo sempre ripetuto che la BCE nella sua sudditanza culturale ed economica verso il mondo anglosassone in materia finanziaria, alla fine avrebbe anche lei imbroccato il tunnel dei tassi zero seguendoli nel suicidio di massa. E dire che visti i disastri che il modello finanziario anglosassone ha prodotto in questi ultimi tempi, qualche dubbio sulla sua validità dovrebbe venire a tutte le persone dotate di buon senso… Non solo, da quando ha iniziato a dire che non avrebbe abbracciato la politica dei tassi zero, ha provveduto poi ripetutamente ad abbassarli (seppure riconosciamo con un filo di aggressività in meno della Fed) e nell’ultimo discorso ha informato su ulteriori passi in questo senso (atteso ad aprile un ribasso dello 0.25% e un restringimento dello stending facilities (il tunnel tra i due tassi). Ha anche aperto alla possibilità di pompare moneta con acquisto di obbligazioni pubbliche europee. Ha detto che in caso di fallimento della politica Zirp (cosa che avverrà di sicuro) potrebbe prendere in considerazione “misure non standard addizionali”! leggete stampare moneta! Né più ne meno che la fotocopia di quanto già fa la Fed, di quanto si appresta a fare la BOE. Il tutto con un ritardo, come da abitudine, di 6 mesi! Da tempo non crediamo più ad una sola parola di questa casta di pirati finanziari. E dire che un esempio scellerato e che speravamo relegato nell’odore polveroso dei libri di storia di “pompaggio” di denaro tramite acquisto di titoli di debito governativi l’Italia lo ha già sperimentato a diverse riprese negli anni ‘70 e primi ’80 dello scorso secolo. Lo chiamavano il “matrimonio” tra Banca d’Italia e Tesoro. Fu un matrimonio imposto, non certo per amore e fini dopo disastri in un “divorzio”. In sostanza il Governo “obbligava” la BdI ad acquistare i titoli di stato invenduti, e la BdI costringeva le banche retail ad effettuare i depositi della riserva obbligatoria in titoli di stato. Il risultato è storia. Svalutazioni continue della lira, inflazione altissima ed esplosione del debito pubblico mai più rientrato da allora! Sarebbe interessante che qualcuno dei nostri politicanti (in un raptus di saggezza sulla via per Damasco) provvedesse ad informarne Bernanke o Trichet!
· Anche il Canada è ufficialmente in Zirp. Ha portato i suoi tassi allo 0.50%. aspetterà ancora un po’, poi stamperà moneta! Ne siamo sicuri.
· Il dato di gennaio sugli ordinativi di macchinari in Germania è sceso del -42%! Roba da recessione devastante mentre le vendite al dettaglio sono calate dello -0.6%!
· GM: Lo andiamo dicendo da 6 mesi. Per noi è morta! Serve solo come contenitore del tasso di disoccupazione e per “loschi” traffici di miliardi di dollari! Dopo averne ingoiato decine di miliardi di dollari a vuoto, minaccia di ricorrere al “chapeter 11” (anticamera del fallimento) e dietro questo ricatto, chiede altri soldi (parliamo sempre di miliardi!) al buon Obama, che lunedì correrà a Detroit a denudarsi. GM fa benissimo. Oramai ha capito che ci sono un fracco di sciocchi sempre pronti (con denaro di altri, e forse quindi tanto sciocchi non sono!) a ripianare le sue nefandezze. Perché sanarsi? Perché cambiare rotta? Penso che se qualcuno ci riempisse di denaro ad ogni nostra richiesta per farci fare i fattacci nostri, e senza doverlo restituire, accetteremmo di buon grado…Il problema vero è che questo denaro “sparisce” in buchi di difficile decodificazione; sarebbe molto interessante andarci dentro e vedere in che tasche finiscono, perché il denaro non si brucia MAI, cambia solo di proprietario! Attendiamo fra qualche anno, articoli, libri, film su quello che sarà l’ennesimo scandalo finanziario-industriale del mondo con tanta indignazione postuma e alla fine rassegnazione. L’esproprio è già compiuto! In compenso l’azione è hai minimi da 75 anni impoverendo tutti quelli che se la ritrovano in saccoccia per qualche sfortunata combinazione astrale (i soliti male informati che pensavano che il denaro pubblico fosse dato e usato per risanare…). Oramai siano arrivati al canto del cigno…
· Persi in USA, a febbraio -651.000 posti di lavoro (inoltre ci informano che i posti persi a gennaio non erano 598.000 come detto lo scorso mese, ma per qualche errore strano sono risultati -655.000!!! il ribasso record dal 1949). La disoccupazione dichiarata è salita all’8.1%, sui massimi degli ultimi 25 anni. Se contate GM, le banche e altri cadaveri artificialmente tenuti con un alito di vita saremmo sopra il 10%. Continuiamo a dire che a fine crisi sarà intorno il 15%! E questa è una di quelle previsioni che se dovessimo sbagliarla in difetto, stapperemmo champagne per 10 sere consecutive!
· Opel, ramo europeo delle auto USA è in bancarotta! Presto porterà i llibri in tribunale a meno di sussidi diretti della Germania. Peccato che questa non ne abbia nessuna voglia (o nessun soldo a disposizione). Teme che finiscano oltreoceano nei famigerati“buchi” di cui parlavamo prima! Ed hanno ragione! Statene certi che se l’aiuteranno, questo avverrà (caso rarissimo oggigiorno) con una vera e propria nazionalizzazione, cioè con l’entrata diretta dello stato nel capitale e sostituzione dei ranghi dirigenti! L’esempio GM scotta. Qualcuno ipotizza che l’unica salvezza sia “regalarla” alla Fiat adducendo sinergie che la stessa Fiat aveva già provveduto a tagliare! Sarebbe il secondo “regalo” di un marchio che Marchionne si troverebbe sul gobbone. Inizia a puzzare maledettamente di “pacco”! I CDS sulla Fiat sono da default prossimo venturo! Sono più che doppi di quelli della Renault (messa malissimo). Sostanzialmente per assicurare un debito Fiat di 10 milioni di euro a 5 anni, oggi se ne spenderebbero circa 1,44 milioni di euro contro i 260 mila euro per quello della Volkswagen. Avremmo una proposta. Perché non diamo a quest’ultima l’Opel invece di rendere la Fiat il rottamatore del mondo? Ci vorrebbe l’ennesimo miracolo Marchionne. Sarà che siamo italiani, sarà che crediamo nelle italiche doti di estrosità e fantasia, per cui nonostante la crisi pessima e contro ogni ragionevole logica noi ci vogliamo credere!
· GOOD NEWS
· Un certo Kevin Cross, autodefinitosi missionario finanziario (financial missionary) che mischia Bibbia e soldi, propone di “bruciare” le carte di credito dentro il forno micro onde in quanto ree della schiavitù americana dal debito. Il bello è che lo fa veramente in adunanze (frequentatissime) pubbliche!. Non sappiamo onestamente se è una “good news”, di sicuro ci ha fatto fare una sonora “sghignazzata” come ci mancava da tempo! Forse la “good news” è tutta qui! Forse la follia finanziaria mondiale che ci ha colpito ci fa ritenere non più che una bizzarria curiosa questo Kevin. Si sa, i metri di valutazione cambiano con l’esperienza! Ci verrebbe, inoltre, una leggera voglia di metterci qualcun altro dentro il micro onde ma il rispetto assoluto per la vita ce lo impedisce…
· La Banca d’Australia non scivola nella Zirp, stupisce i mercati e tiene i tassi al 3.25%. Ottima notizia
AZIONI
Lo S&P 500, una sorta di sintesi dell’andamento dell’azienda USA, in settimana nel continuo a toccato quote per alcuni “inimmaginabili”, intorno ai 660 punti per chiudere venerdi in area 683, vicino a quel 680 che avevamo dato come obiettivo nella nota precedente. In sostanza dai massimi ha perso il 58% del valore!. Quota 600 è per noi da tempo l’obiettivo di questa ondata ribassista ed ora scopriamo essere normale per molti! Corrisponde ad un dividendo medio dell’azienda S&P500 intorno ai 40 dollari con rapporto prezzo / utili in area 14/15. L’erosione dei fondamentali reali delle economie mondiali è da paura e quindi questo livello risulta essere non solo normale, ma fisiologico e in linea con le attese! Un potente supporto in area 625/620 (presenza di un doppio massimo datato 1995!!!!) ci fa ragionevolmente prevedere che ora la borsa sia sui minimi di questa ondata ribassista. Potrebbe dietro le pesantissime notizie che escono ed usciranno scivolare sotto 680 e approdare intorno a 625. In questa area riteniamo ragionevolmente esaurita definitivamente l’ondata. Dovrebbe partire un rimbalzo “tocca sano” per alleggerire le posizioni azionarie con indicazione approssimativa intorno a quota 900/1000. Saremo più precisi in note successive. Toccato questo livello dovrebbe partire una nuova ondata ribassista, terribile, che porterebbe lo S&P 500 in quota 500 basso/ 400 (con rapporto prezzo utili stimato intorno a 12, normale in periodi di forte depressione economica). Staremo a vedere.
Per noi da tempo, non facciamo mistero, di ritenere questi livelli fisiologici. Non è che le valutazioni ora sono basse, è che prima erano “disumane” e “manipolate”. Erano “prezzi” drogati dalla più grossa manipolazione che il mondo ricordi, per mezzo di leverage folli e di replicazione incontrollata di carta e di rischio (cartolarizzazioni e cds in primis). La massa dei CDS prima dello scoppio della bolla era di 60 trilioni di dollari quasi 5 volte il PIL USA! E chiediamo, se ce ne siamo accorti noi che non contiamo niente e siamo in una piccola provincia sconosciuta dell’impero economico che conta, ma è mai possibile che nessuno se ne sia reso conto? Ma come potevano, se non per imperizia o malafede, le agenzie di rating sfornare delle AAA a chi produceva tutta questa carta straccia e decuplicava i rischi? Oggi è come sparare su un morto, in quanto le stesse oramai sono prive di ogni credibilità. Stiamo assistendo ad una delle più feroci crisi che il mondo ricordi e le agenzie di rating fanno dei downgrading con il contagocce! Assistiamo al più grosso scollamento di sempre tra valutazioni di agenzie e rischi percepiti (CDS) che l’umanità abbia mai visto. L’Austria ha il sistema bancario devastato (alla faccia di chi la credeva il migliore dei paradisi bancari possibili), praticamente quasi completamente in defaul, sul mercato dei CDS sconta un rischio paese molto maggiore dell’Italia e si presenta sul mercato del debito sovrano con una luccicante AAA! Arriveranno al punto di insostenibilità di questa politica “della bugia” perenne e costante e all’improvviso, vedrete, abbasseranno di colpo tutte le valutazioni, stracciandole nel goffo tentativo di salvare una faccia che non hanno più da tempo. Questo avverrà in occasione della prossima ondata ribassista! D’altra parte è storia vecchia, le più grosse truffe si fanno solo con la “collaborazione” implicita (incapacità) o esplicita (collusione) dei controllori!
Previsioni di breve: laterale – rialzista
Previsioni di lungo: fortemente ribassista
OBBLIGAZIONI
Dietro l’andamento disastroso dell’economia reale i tassi si sono mossi al ribasso su tutta la curva sia in Europa che in Usa, arrivando nella prima a toccare i suoi minimi. Si sono nel frattempo ampliati gli spread tra Germania e paesi deboli, come ampiamente prevedibile.
I bond corparate hanno sofferto con le azioni e hanno visto un aumento dei loro rendimenti con abbassamento del prezzo. In modo particolare i bond bancari che per alcune banche italiane arrivano a quotare intorno a 70!
In tensione anche i rendimenti sugli emergenti
Con un po’ di ripresa dei mercati azionari dovrebbero risalire i rendimenti nella parte a lungo.
Quindi continuiamo a stare sui titoli di stato che ci hanno dato tante soddisfazioni da un anno a questa parte
Scenario di breve: laterale- rialzista sui tassi
Scenario di medio: ribassista sui tassi
Scenario di lungo: fortemente rialzista sui tassi
COMMODITIES
L’indice CRB perde circa l’1% con un un -8.5% da inizio anno. Ottimo il rame e l’argento, buon recupero del petrolio. L’oro taccati i minimi di 900 ha rimbalzato sulle notizie disastrose delle borse! Se le borse continuano nella caduta, questo va a ritoccare i massimi di 1000 e oltre, se parte il rimbalzo di borsa dovrà rintracciare in area 800.
Previsioni Oro di breve: laterale ribassista
Previsioni Oro di lungo: fortemente rialzista
Previsioni CRB di breve: laterale rialzista
Previsioni CRB di lungo: ribassista
VALUTE
Il dollar index si rafforza un filo (+0.6%). Contro euro come previsto continua a muoversi in area 1.25 -1.30. Qualche scrollane arriva quando si spargono rumors di perdita di posti di lavoro altissimi (con vendite) e quando le banche centrali decidono sui tassi (con acquisti). Alla fine è sempre lì. Dollaro in lieve indebolimento se vedremo borse coi segni +!
Scenario di svalutazione per lo Yen, oramai ancorato ad una economia in fortissima difficoltà!
DATI MACRO ENTRANTI
Oltre a qualche trimestrale di discreto interesse rileviamo:
Europa:
Il 12 produzione industriale di gennaio (pesantissima)
Sempre il 12 Pil definitivo 4° trimestre 2008
13/3 Vendite al dettaglio Eurozona
USA:
11/3 scorte idrocarburi
12/3 vendite al dettaglio
13/3 indicatore di fiducia dell’università del Michigam
PORTAFOGLI
I portafogli con cambiamenti effettuati, performance, composizione e analisi sono sul blog: http://financialmarketanalisys.blogspot.com/
Low : -0,56%
High: -1,75%
Un cordiale saluto
Claudio Bonilauri
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commento portafogli
PORTAFOGLI
I nostri personalissimi portafogli sono in leggera sofferenza; il low si attesta da inizio anno verso un -0.56% con rendimento da inizio gestione del +6.42% mentre l’high si attesta ad un -1,75% da inizio anno con rendimento da inizio gestione +12.81%; con l’azionario che perde mediamente in Europa da inizio anno il -30% e non fidandoci di metterci short su azioni per il timore di un rimbalzo da ipervenduto possibile non si poteva fare molto di più. Per lo stesso motivo, accompagnato da dubbi sulla tenuta del cambio euro dollaro, non ci siamo azzardati a comprare oro e restiamo ancora in attesa su titoli di stato prima di iniziare ad accumularlo in un futuro prossimo. Risultano penalizzati il settore azionario (che comunque è stato saggiamente molto sotto pesato) e il settore bond corporate (per il degradarsi del merito creditizio evidenziato dalla caduta dei corsi azionari). Siamo però fiduciosi della bontà di questo investimento nel medio termine. In recupero l’obbligazionario statale su tutte le scadenze come era lecito aspettarsi. Il contributo più grosso alla performance leggermente negativa viene dal market neutrale “highbridge”. Purtroppo non essendoci un etf di questo tipo essendo questa tipologia per sua natura a “gestione attiva” ci espone ai rischi “gestore” che si stanno verificando ora. Riteniamo che le percentuali non preponderanti con cui sono inseriti non ci penalizzeranno troppo. Quindi teniamo le posizioni pronti a cogliere opportunità appena si presenta l’occasione!
I nostri personalissimi portafogli sono in leggera sofferenza; il low si attesta da inizio anno verso un -0.56% con rendimento da inizio gestione del +6.42% mentre l’high si attesta ad un -1,75% da inizio anno con rendimento da inizio gestione +12.81%; con l’azionario che perde mediamente in Europa da inizio anno il -30% e non fidandoci di metterci short su azioni per il timore di un rimbalzo da ipervenduto possibile non si poteva fare molto di più. Per lo stesso motivo, accompagnato da dubbi sulla tenuta del cambio euro dollaro, non ci siamo azzardati a comprare oro e restiamo ancora in attesa su titoli di stato prima di iniziare ad accumularlo in un futuro prossimo. Risultano penalizzati il settore azionario (che comunque è stato saggiamente molto sotto pesato) e il settore bond corporate (per il degradarsi del merito creditizio evidenziato dalla caduta dei corsi azionari). Siamo però fiduciosi della bontà di questo investimento nel medio termine. In recupero l’obbligazionario statale su tutte le scadenze come era lecito aspettarsi. Il contributo più grosso alla performance leggermente negativa viene dal market neutrale “highbridge”. Purtroppo non essendoci un etf di questo tipo essendo questa tipologia per sua natura a “gestione attiva” ci espone ai rischi “gestore” che si stanno verificando ora. Riteniamo che le percentuali non preponderanti con cui sono inseriti non ci penalizzeranno troppo. Quindi teniamo le posizioni pronti a cogliere opportunità appena si presenta l’occasione!
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venerdì 6 marzo 2009
interventi sul portafoglio
sul nostro personalissimo portafoglio speculativo abbiamo deciso di aprire le seguenti operazioni ognuna per un peso intorno al 2.5% dello stesso per un totale del 5%
acquisto di Fiat Ordinarie a: 3.85€ ; stop loss a 3.50€ (-9% circa) e vendita a 4.30/4.50€ (+16%) a meno di rimbalzo sostenuto ove la vendita si sposta a 5.00€
acquisto di Eni a: 13.29 con stop loss a 12.50 (-6%) e vendita a 15,30/15.50 a meno di rimbalzo sostenuto borsa con vendita allora a 16.50/17,00
Riteniamo questa operazione molto speculativa; più delle altre, per il rischio implicito di eventi "catastrofici" sul mercato (default di una banca o di un paese in primis quelli dell'est europeo). l'altissima volatilità presente sul mercato in questo momento ci costringe ad "allontanare" lo stop loss con rischio di perdite sostenute! Altro elemento di rischio è che ci stiamo posizionando "contro" il mercato; motivo per cui siamo intervenuti per un 5% del nostro personalissimo portafoglio in modo che se si dovesse vendere in perdita entrambe le posizioni questa sarebbe limitata allo 0.38% dell'intero portafoglio che rimane in liquidità.
Cordiali saluti
acquisto di Fiat Ordinarie a: 3.85€ ; stop loss a 3.50€ (-9% circa) e vendita a 4.30/4.50€ (+16%) a meno di rimbalzo sostenuto ove la vendita si sposta a 5.00€
acquisto di Eni a: 13.29 con stop loss a 12.50 (-6%) e vendita a 15,30/15.50 a meno di rimbalzo sostenuto borsa con vendita allora a 16.50/17,00
Riteniamo questa operazione molto speculativa; più delle altre, per il rischio implicito di eventi "catastrofici" sul mercato (default di una banca o di un paese in primis quelli dell'est europeo). l'altissima volatilità presente sul mercato in questo momento ci costringe ad "allontanare" lo stop loss con rischio di perdite sostenute! Altro elemento di rischio è che ci stiamo posizionando "contro" il mercato; motivo per cui siamo intervenuti per un 5% del nostro personalissimo portafoglio in modo che se si dovesse vendere in perdita entrambe le posizioni questa sarebbe limitata allo 0.38% dell'intero portafoglio che rimane in liquidità.
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lunedì 2 marzo 2009
Nota sui mercati n. 19 del 1/03/2009
Per scaricare nota in PDF
Gentili investitori e cari amici,
BAD NEWS:
Deutsche Telecom: nel quarto trimestre perde ben -730 ML di € (a fronte di previsioni per +700 ML di €!)
Giappone: torna la deflazione conclamata (e chi ci segue sa che non avevamo dubbi in merito) e la borsa “festeggia” rintracciando i minimi da 26 anni a questa parte. La produzione industriale di gennaio cala del -10% (la peggiore da sempre), mentre l’export risulta quasi dimezzato! Yen in forte svalutazione rispetto alle principali monete mondiali.
Sony: Ryoji Chumbachi, direttore generale si licenzia dopo perdite previste per fine anno (chiudono l’anno a fine marzo) per 260 MLD di Yen (circa 2 MLD di €);
Confindustria: la produzione industriale italiana a febbraio prevista a -15%! Non è uno scherzo!
USA: PIL ultimo trimestre 2008 in calo del -6.2%. Nella news di settembre (vedere) indicavamo un calo del PIL americano intorno al 10%-15% al culmine della crisi. Questa affermazione ci attirò malumori di diversa natura e accuse di disfattismo e totale incompetenza. Gente che di mestiere si occupa professionalmente di finanza ci disse: “solo degli sprovveduti finanziari posso pensare e dire cose del genere…” Gli sprovveduti eravamo noi i geni, ovviamente, loro. Se li rincontrassimo ora si sarebbero, statene certi, già “riconverti” rimanendo sempre dalla parte del vero. Forse, oltre la piccola (concedetecela) vena polemica, che ci fa togliere, nostro malgrado, qualche sassolino dalle scarpe, la realtà è che comunque avevano ragione loro. Ci eravamo sbagliati, Il calo del PIL sarà molto più grande, uno dei cali più terribili che il mondo ricorderà! Il debito pubblico USA (locale e federale) è di 7 trilioni di dollari con previsioni (ottimistiche) di aumentare di un 50 – 60% nei prossimi due anni. Attualmente il debito totale made in USA (famiglie, imprese, stato) è la ragguardevole cifra di 50 trilioni di dollari! 3.5 volte il PIL americano, come già ricordato in precedenti news. Quando si parla e si fanno previsioni, pur nella consapevolezza della difficoltà, queste sono cifre da ricordare! Stiamo parlando di debito, di leverage, di spazzatura finanziaria, di cambiali sulle generazioni future, non di figurine di calciatori.
Fannie Mae (uno dei pochi esempi di nazionalizzazione pura in quanto vi era fin da subito certezza di default) bussa ancora alla cassa dello zio Tom e chiede altri 15 MLD di dollari, dopo averne bruciati 25 in soli 3 mesi e 50 da inizio crisi.
Il sistema bancario americano perde nell’ultimo trimestre circa 40 MLD di $! Non male!
Citigroup viene nazionalizzata di fatto (36%). Alla faccia delle dichiarazioni di pochi mesi fa in cui si diceva che nessuna banca avrebbe subito questa sorte. Per quanto ci riguarda, se solo ci fossero ancora dubbi, non crediamo ad una parola di questa casta incompetente, spregiudicata e arraffona! Il titolo “festeggia” con una perdita del -42% in un giorno! Non tanto per la “nazionalizzazione” di facciata, ma perché questo costituisce ammissione di default!
Questo tipo di comportamento ci fa sospettare che facciano finta di non rendersi conto della vera portata della crisi e che si comportino in conflitto di interessi.
Notate, come le nazionalizzazioni non lo siano realmente, come già rilevato in un focus precedente. Sono nazionalizzazioni finte, artificiali. La banca vede per il momento solo l’ingresso di un socio pubblico, non la nazionalizzazione vera e propria con esproprio degli azionisti e riformulazione totale del consiglio di amministrazione. C’è solo una spiegazione.
Se per caso le banche dovessero riprendersi e macinare (blandi) utili rimarrebbero nelle salde mani private di chi questo casino lo ha combinato. Se invece si avessero delle perdite enormi (come si verificherà) verrebbero accollate al socio pubblico (cioè a noi)!
Questo ci suggerisce due conclusioni:
1) Fanno finta, per mantenere i loro interessi, di non aver capito la vera portata della crisi e continuano a giocare coi nostri soldi, presenti e delle generazioni future! La realtà è che la hanno capita benissimo ma continuano coi loro mestiere di arraffoni. Non sappiamo voi, ma sinceramente iniziamo ad averne le scatole piene di questo esproprio inopportuno e immane della nostra piccola ricchezza e delle loro bugie!
Prendete il caso italiano dei Tremonti bond: dovevano essere solo operazioni al fine di migliorare il tier1 e invece, pur nella loro pochezza (10 MLD di €) sono veri e propri salvataggi. Ci avevano garantito che il sistema Italia non correva alcun rischio, ripetendocelo alla noia. Ma come è possibile che una banca che non sia alla canna del gas accetti di pagare interessi da strozzinaggio, in questa fase di mercato, dell’ordine del 7-8% facendo il tutto esaurito? Non si potrebbe ricorrere ad un bel aumento di capitale (a costo zero)? Non si potrebbe andare alla BCE al costo del 2% (ma presto dell’ 1.5%)?
Lo si potrebbe se fossero credibili e se fossero veramente sane.
La realtà temiamo essere che le banche si trovino in difficoltà enormi (UniCredit e San Paolo in primis) e che queste iniezioni di liquidità siano vitali come l’aria o l’acqua! Se non si verifica un salvataggio dell’Est Europa credibile questi titoli dovranno soffrire ancora molto. Di quei soldi, statene certi, non si vedrà indietro più nulla. Spariranno con buona pace dei creditori (cioè noi!).
Che il mercato se ne sia accorto di tutte queste bugie da tempo è evidente: oramai una loro azione vale meno di un caffé al bar (ammesso che qualche barista le accettasse…) e le banche stesse hanno temporeggiato per paura che il mercato vedesse la richiesta dei Tremonti Bond come segnale maldestro di default! Hanno avuto ragione! E’ proprio così!
2) Continuano a volteggiare una danza pericolosissima pur di arraffare qualcosa. Sono diventati prodighi di populismo ma continuano a fare gli affari loro con lo stesso sistema (quello che ci ha portato al disastro). Cioè conflitto di interessi costante e lobbistico, incapacità professionale totale, malafede e nessun rispetto per la ricchezza (ambientale o monetaria che sia), strategia con orizzonte 10 minuti. Presto assisteremo a rivolte di piazza in paesi insospettabili! Sembra di essere su un treno ove il guidatore è morto. Chi potrebbe sostituirlo continua a cantare e bere e nessuno si preoccupa del treno lanciato a bomba su un binario morto. Una sorta di danza macabra, rituale, quasi esorcizzante.
Tenetevi forti che presto, di questa ciurma oramai divisa e litigiosa, ne sentiremo il ciocco grosso!
GOOD NEWS: c’è! Gioiamo e ci sollazziamo come struzzi! Non capitava da un po’. La deflazione (vedi focus precedenti) inizia a fare la sua azione potente! Negli Stati Uniti il tasso di risparmio delle famiglie per anni negativo si riporta intorno al +3.2% contro un previsto +2.9% nonostante i licenziamenti “mostre”. Poca cosa direte voi, ma è almeno qualcosa! E’ notizia di oggi che su bollette utenze Italia è previsto un ribasso di circa 100 € a famiglia! Le automobili, gli elettrodomestici e le case costano meno in Italia e nel mondo! I ristoranti presto (dategli tempo 6 mesi) abbasseranno i prezzi (ne siamo sicuri!), come a New York, che per affitti, mattone e appunto ristoranti è diventata meno cara di Milano! I nostri soldini, se non permettete che vengano bruciati da questa casta di bugiardi incompetenti, comprano di più di un anno fa! E’ l’inizio della ricostruzione della nuova economia! Bellissime notizie! Qualcosa si muove…
FOCUS
Focus del 25 febbraio 2009 già pubblicato sul blog. Il prossimo sarà la seconda e ultima parte sul protezionismo!
AZIONI
Nonostante le informazioni terribile che continuano ad arrivare ai mercati ci attendiamo a settimane (probabilmente non prima di aver toccato nuovi minimi che per lo S&P500 dovrebbero essere intorno a 700 basso) l’attesissimo rimbalzo. Personalmente non aumentiamo però l’esposizione. Troppe volte ci ha tradito. Meglio prendere l’occasione, se si verifica, per alleggerire!
Ci sono diversi segnali:
un ipervenduto incredibile e difficilmente ancora sostenibile che dura da tempo!
Il numero delle azioni in ribasso continua costantemente a diminuire e a concentrarsi nel settore bancario-assicurativo-automobilistico.
I prezzi oramai incorporano gli scenari attuali (ma non quelli futuri! attenzione)
Il dry baltic index è in ripresa da qualche tempo. Cioè il mercato, al lumicino, si muove.
Storicamente nelle altre grandi crisi (quella del ‘29 e quella del ‘40) è sempre stato così; non vi è garanzia, ma ragionevole attesa!
Per partenza, intensità di eventuale rimbalzo e momento di vendita cercheremo di essere tempestivi comunicando prontamente le nostre previsioni e le nostre azioni sul blog (http://financialmarketanalisys.blogspot.com)
Rimaniamo sempre cauti, in quanto il rintracciamento dovrebbe attestarsi tra il 40/50%, ma il trend di fondo del mercato rimane fortemente negativo!
Per il momento, in attesa di nuove primavere, le borse hanno veleggiato sui minimi (in termini nominali) del 1997 (molto più indietro in termini reali). L’Italia da inizio anno ha perso circa il 23% (dopo averne perso il 50% circa nel 2008). Veramente non c’è da stare allegri.
Previsioni di breve: laterale – rialzista
Previsioni di lungo: fortemente ribassista
OBBLIGAZIONI
Ora anche l’Europa è in recessione conclamata e si scontra proprio in queste ore con le richieste dei paesi dell’Est Europa l’obbligazionario è in fibrillazione. Ci vogliono almeno 200 MLD di euro forse 300, non proprio briciole. Probabilmente non ci sono. La Germania (e in misura fortemente minore la Francia) è a un bivio: o allargare i cordoni della sua borsa per salvare i suoi vassalli in difficoltà, stabilendone una sudditanza economica di fatto e premiando (come sempre accade “l’azzardo morale”) o lasciarli andare al suo destino, con dissoluzione probabile dell’area Euro e dell’idea stessa dell’Europa. La speculazione internazionale non aspetta altro. Colpire ad uno ad uno i paesi più deboli!
Purtroppo non sappiamo dirvi quale soluzione si adotterà! Il buon senso ovviamente consiglia il salvataggio, ma il portafoglio, come molte volte detto, temiamo non poterlo fare.
Rimane solo una via: bond europei (dove la Germania in via iniziale ci mette solo la “faccia”) e stampa di moneta modello “USA”. Cioè, e lo diciamo con tristezza, l’inizio della fina, il disastro monetario più grande che la storia ricorderà!
Tutte queste motivazioni ci hanno portato a cambiare i nostri personalissimi portafogli (che pubblichiamo sul blog domani mattina).
Questi scenari, uniti ad un atteso (ma assolutamente NON certo!) rimbalzo faranno lievitare i tassi in zona euro della curva a lungo (decennale) a vantaggio dei bond aziendali (che beneficeranno delle garanzie statali e del rimbalzo atteso). Come previsto precedentemente, gli spred sui paesi più deboli (in ordine di rischio, Est Europa, Irlanda, Grecia, Spagna, Italia) si sono ampliati a dismisura rispetto i bund tedeschi, raggiungendo e/o superando i record del pre euro 1997! Anche qui si ritorna a 12 anni fa, come le borse!
In recupero gli emergenti
Stabili i bond aziendali di migliore qualità
Scenario di breve: laterale- rialzista sui tassi
Scenario di medio: ribassista sui tassi
Scenario di lungo: fortemente rialzista sui tassi
COMMODITIES
Come previsto sono in rimbalzo. Il CRB recupera + 4.5%. In recupero anche il petrolio (previsti tagli di produzione) e i metalli.
L’oro, come da nota precedente, dopo aver toccato i massimi di periodo intorno a 1.000 dollari oncia, ha rintracciato portandosi in zona 940 ma rimanendo positivo su inizio anno. Supporto intorno a 910. Dipende dalle borse. Se ripartono, il ribasso oro in zona 800 altrimenti altra ondata rialzista.
Previsioni Oro di breve: laterale ribassista
Previsioni Oro di lungo: fortemente rialzista
Previsioni CRB di breve: laterale rialzista
Previsioni CRB di lungo: ribassista
VALUTE
Yen in caduta libera! L’economia Giapponese (vedi News) è stritolata! Export (per loro oro puro!) dimezzato e crisi industriale più grossa della loro storia dal dopoguerra. Operazioni di curry trade oramai chiuse e altre monete a tasso “zero” concorrenti in questo (come il dollaro o la sterlina).
Prevista ulteriore perdita contro dollaro e euro.
Dollaro previsto in banda di oscillazione 1.27 – 1.31! potenziale svalutazione contro euro se questo trova intesa su Est Europa e se parte il rimbalzo!
DATI MACRO ENTRANTI
Lunedì decisione sui tassi australiani (previsti ovviamente ancora in calo)
Lunedì in Usa dati su redditi e consumi (previsti in calo) delle famiglie,
In Europa tasso di inflazione (previsto in calo)
Martedì decisione dei tassi in Canada (previsto un taglio)
Mercoledì indice dei servizi in USA ed Europa
Giovedì decisione sui tassi della BOE (Inghilterra); previsto ulteriore taglio fino allo 0.5% (zirp)
In Europa dati sul PIL dell’ultimo trimestre 2008 (saranno peggio delle attese) e decisione sui tassi. Dovrebbe in teoria confermarsi altro taglio ed arrivare a 1.5% o 1.75% ma non vi è sicurezza in merito. Molto dipende dalle politiche adottate per salvare l’Est Europa. Oramai si vocifera di meeting settimanali segreti per fronteggiare l’emergenza. Siamo al delirio e probabilmente alla disperazione.
Venerdì dati sulla disoccupazione americana nel mese di febbraio. Cifre da paura, statene certi, previsto lo sfondamento di quota 8% il peggio dal dopoguerra ad oggi!
PORTAFOGLI
I portafogli con cambiamenti effettuati, performance, composizione e commenti sono sul blog: http://financialmarketanalisys.blogspot.com/
Un cordiale saluto
Claudio Bonilauri
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