sabato 21 marzo 2009

Focus del 21 marzo 2009


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FOCUS –quantitative easing e bonus

Gentili investitori e cari amici,

Dopo qualche giorno di assenza per impegni lavorativi particolarmente gravosi torniamo con brutte notizie (orami un clichè…)
La FED annuncia la messa in atto delle politiche “non convenzionali”, il famigerato “quantitative easing” per chiamarlo come dicono loro. In buona sostanza stanno facendo quello che temevamo e andavamo dicendo da tempo. Gli Usa hanno finito i soldi.
Dopo aver messo in atto la più grande operazione di collettivizzazione delle perdite della storia e il più grande esproprio pubblico a beneficio dei debiti privati dei pochi (per lo più rei di aver commesso il disastro) ora si trovano con la borsa attuale e futura (quella dei cittadini) totalmente vuota! Non solo, si trovano, come era prevedibile, anche a fare i conti con il malumore degli impoveriti e degli espropriati. Così iniziano le prime proteste di piazza con la “caccia al manager AIG”. Che chi ha ricevuto i soldi dei contribuenti sotto il ricatto del disastro mondiale, dopo per altro aver contribuito in maniera decisiva al collasso delle stesse strutture in cui lavorava, vada pretendendo bonus milionari in dollari, risulta ragionevolmente aberrante e insensato! È quindi abbastanza normale che susciti le ire dei defraudati. Ha il sapore sottile della beffa ultima e demenziale in una commedia tragicomica di portata globale. E’, a nostro modesto avviso, anche abbastanza ragionevole che i soggetti passivi della più grosso furto mondiale di ricchezza si sentano un filo spaesati ed arrabbiati! Quindi non stupisce che questi soggetti passivi decidano di non esserlo più o di esserlo meno. Si sta prospettando una stagione di sommosse di piazza di cui si faceva ragionevolmente senza ma che altrettanto ragionevolmente non si poteva più far senza!
L’executive di AIG, il 48 enne Douglas Poling (già ex manager Ford e quindi con già qualche cadavere professionale sulle spalle non proprio di poco conto – e magari ci viene voglia di confrontarlo con un Marchionne che guadagno molto meno) ha incassato 6.4 milioni di dollari. I bonus totali che AIG ha pagato ai manager per i disastri compiuti ammonta a 165 milioni di dollari! Se ci interpellavano noi, gli stessi identici disastri li avremmo fatti per la modica cifra di 10.000,00 €! Tant’è…
A seguito di quella che appare come la prima (state certi ne seguiranno molte altre e molto cruenti) protesta di massa che ha spinto le forze di polizia ad ordinare a tutti i dipendenti di AIG, al fine di salvaguardare la loro incolumità, di non girare per le città assolutamente con nessun tesserino o segno distintivo che li facesse ricollegare alla AIG stessa, a blindare e circondare la sede per evitare “attacchi ai forni” e altre misure da far impallidire qualunque guerriglia urbana, il buon Polin ha deciso “di sua iniziativa” di restituire il Bonus (ma non i suoi stipendi fraudolentemente incassati e il suo patrimonio a parziale indennizzo dei danni immani creati).
E’ che tutta la faccenda ha del ridicolo.
Il Tesoro USA, che di fronte alla protesta popolare preoccupante, grida all’indignazione è quello che di fatto non solo ha AUTORIZZATO in settimana, il pagamento dei bonus, ma il contratto basato sul TARP (trouble asset relief program) tra Tesoro e AIG entrato in vigore a novembre, riconosceva e autorizzava il pagamento dei bonus ai manager AIG (senior compresi)!
Ci informa il Washington Post che la stessa FED era al corrente da almeno 3 mesi dei bonus stramilionari che AIG intendeva pagare, in segno di stima professionale e per gratitudine, ai propri manager, ma non aveva avvertito né la Casa Bianca, né il Tesoro (che comunque in quanto firmatario più che sapeva). Morale quando avvisati, il Ministro del Tesoro and Co. hanno semplicemente rilevato che non si poteva più far niente, in quanto non poteva cambiare contratti già firmati. A scanso di interventi di blocco del presidente in extremis, si preoccupava inoltre di informarlo il 12 marzo, quando oramai era tardi anche per lui!
Ora, vista la rabbia popolare esplosa in maniera inaspettata (ma solo per loro, visto che lo andiamo dicendo da mesi), le soluzioni in extremis per quietare la popolazione sono altrettanto ridicole quanto il danno. Si è affermato a gran voce “tutti i soldi dati in bonus torneranno nelle tasche dei contribuenti fino all’ultimo cent!” Cioè, si affrettano a precisare, si scaleranno dai prossimi aiuti per 150 MLD di dollari. Ovvero i contribuenti invece che regalare prossimamente 150.000.000.000,00 di dollari ne regaleranno solo 149.835.000.000,00! Insomma il contribuente può stare tranquillo a casa a vedersi l’NBA che c’è chi risolve le ingiustizie! Siccome però a qualcuno sorge il dubbio che i 165.000.000,00 non solo siano di fatto fuori uscite dalle proprie tasche (e magari questo contribuente guadagna 30.000,00 dollari all’anno e rischia il posto di lavoro) ma che altrettanto sicuramente in ogni caso siano finiti nelle tasche dei manager si è deciso (e manca ancora il passaggio in senato e chissà che nel frattempo non si quietino gli animi…) di tassare il 90% del bonus. Attenzione non ti prelevare il 90%, ma più semplicemente di tassare un imponibile pari al 90%. Sostanzialmente vuol dire lasciare il bonus in tasca dei furbettini per oltre il 70%! Quindi nonostante i proclami indignati (e quanta tristezza nel vederli uscire dalla bocca di Obama) la popolazione non ci è caduta e ha iniziato la “caccia” al manager AIG!
Robe da pazzi!
Decisamente il punto più basso mai raggiunto dalla democrazia americana (e il più alto raggiunto dalla casta di incapaci e arroganti). Il vero sconfitto ora è Obama, oramai sempre più schiavo (o complice?) del suo enturage e dei poteri forti! Come si vede non è solo un male italiano…
Non stupisce quindi di vedere Obama essere ai minimi per popolarità dopo soli 3 mesi.
D’altra parte un vociare in pubblico che sa oramai solo di populismo spicciolo, bieco e senza nessuna sostanza reale, un “sentiment” avvertito e importante di impotenza e di non controllo di nulla (neanche dei Bonus), un avvitarsi ancora peggiore della crisi, una politica monetaria ed economica che finalmente inizia da più parti ad essere vista come un suicidio definitivo e sta suscitando critiche e perplessità ovunque non potevano certo essergli di giovamento e stanno esaurendo la “carica” anche dei sostenitori più incalliti. Il “nuovo” che ripropone il “vecchio” sistema non ha funzionato! Decisamente un occasione persa! Peccato!
Ma torniamo alla quantitative easing. Gli USA hanno deciso di utilizzare 1 trilione (1.000 miliardi) di dollari per comprare titoli legati ai mutui e treasury a lunga scadenza. La cosa equivale in parole povere a stampare moneta e acquistare titoli di debito! Si sono resi conto che l’acquisto di titoli americani oramai iniziava a dare forti segnali di diffidenza. La Cina 2 settimane fa ha espresso tutta la sua preoccupazione sulla solvibilità degli Stati Uniti e dei suoi titoli di debito (e ne ha ben ragione vista la massa immane che ne detiene e la realtà letta nei rendimenti è che ha iniziato gradualmente a venderne), i risparmiatori mondiali non corrono più a frotte per sottoscriverli e di riflesso i tassi sui treasury a 10 anni negli ultimi mesi sono cresciuti di 0.50% a conferma di un “affaticamento” delle nuove sottoscrizioni! I soldi non ci sono più (eccetto quelli per i bonus) e allora largo a misure non convenzionali che oramai assomigliano sempre di più a misure da economia di guerra!
Il mercato ha “festeggiato” con una diminuzione dei rendimenti sui decennali dello 0.5% secco in pochissimi minuti, riportando i tassi su di un misero 2.5% circa. Ora su questi titoli vigila “l’opzione put” di Bernanke! Non basterà. Il dollaro in contemporanea scivolava fino a 1.37 circa iniziando a mostrare quello che vale realmente e che andavamo a dire da tempo. Banalissima norma da manuale di economia. Quando si stampa moneta senza economia reale dietro, i biglietti cartacei valgono intrinsecamente meno, nel senso che comprano meno beni reali!
Il destino a questo punto è segnato. Ben presto anche l’Europa li seguirà, già lo fa l’Inghilterra e il Giappone (da oltre 10 anni).
Si dà l’ok anche ad una nuova politica economica non convenzionale: la TALF (onestamente tutti questi nomi, TARP, TALF, ZIRP ecc. nella loro pochezza insensata e foraggiera di disastri futuri iniziano a darci alquanto sui nervi!) cioè Term Asset backed securities loan facillities cioè leggete diverse centinaia di moneta fresca fresca di stampa per favorire i crediti ai consumatori e alle piccole imprese. Non è un caso che ieri in borsa American Express (uno dei leader delle carte di credito) abbia pericolosamente vacillato. I dubbi che dietro quei debiti non ci sia solvibilità inizia a serpeggiare (per noi è una certezza).

La storia ci insegna (e qualcuno farebbe bene a studiarsela) che con queste tecniche gli unici scenari possibili sono solamente due:
- iperinflazione selvaggia: successe nella repubblica di Weimar a cavallo tra la fine degli anni 23 e 24. Il governo tedesco fece quello che fanno tutti i governi quando si trovano a dover pagare quantità incredibili e incontrollate di debiti. Stampano moneta. I risultati furono che nel periodo più virulento i prezzi raddoppiavano ogni ora circa. Gli operai venivano pagati a fine giornata e correvano a spenderli subito in quanto il giorno dopo era carta straccia! I ladri di notte non rubavano i portafogli (le banconote alla mattina andavano giusto bene per accendere una sigaretta, ma si rubavano i denti d’oro). In questo scenario tornò il baratto usando qualunque bene fosse portatore intrinseco di valore comunemente accettato e riconosciuto. Tabacco, grano, rame, oro… E’ la morte calda, virulenta, accelerata dell’economia.
- Stagnazione lunga e costante con deflazione strisciante: E’ il caso del Giappone! Gli interventi di quantitative easing sono stati “congelati” in depositi bancari senza trovare sfogo in economia reale! Si suol dire che “l’asino non beve se non ha sete”. Non importa quanta acqua gli si esibisca! E’ la morte fredda, lenta, inesorabile e cronica dell’economia! Le critiche mosse al Giappone sono quelle di non essere stato sufficientemente aggressivo. Di aver fatto economia non convenzionale con il contagocce e di essere quindi scivolato in deflazione. Forse, in realtà, sono stati più saggi degli altri. L’alternativa sarebbe stata lo specchio di Weimar. Si sono appostati sul fiume e hanno aspettato i cadaveri delle altre economie condannate alla stessa fine dieci anni dopo!

Francamente non sappiamo dire quale delle due vincerà ma la cosa certa è che sarà una delle due. Chi pensa che si ritornerà a breve alla stabilità economica che avevamo conosciuto in questi anni rimarrà scottato drasticamente. Ci vorranno anni e anni, lustri per intravedere un minimo di ritorno alla normalità.
Molto probabilmente il mondo le sperimenterà entrambe. Prima una lunga deflazione (quella in corso) che manderà in convalescenza forzata l’economia poi una iperinflazione devastante che ne darà il colpo di grazia! Non sappiamo dire per certo quanto durerà il periodo di deflazione, ma certamente i minimi non si sono ancora visti. Durerà fin che la nuova moneta andrà a sostituire l’immane debito (leverage) che attanaglia il mondo, poi improvvisamente, come un fulmine, una volta riassorbito il debito con nuova moneta (che è debito potenziale, debito futuro!) scoppierà feroce l’iperinflazione! Purtroppo ne siamo certi anche di questo!
Altra cosa che ci disturba non poco è come sia possibile approntare interventi di economia non convenzionale (di guerra) di questa portata, senza una riflessione seria e mondiale, fatta da economisti e Nobel di tutto il pianeta, rimettendola invece al vezzo isterico di pochissimi incapaci e arroganti il cui unico merito, per appropriarsi questo diritto, è stato quello di aver alimentato o contribuito a creare proprio questo male, e le cui uniche preoccupazioni rimangono ancora quelle di riuscire a giustificare e tamponare le immani porcate fatte per lucro personale (bonus in primis)!
Un cordiale saluto
Claudio Bonilauri






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