giovedì 26 febbraio 2009

news del 26 febbraio 2009

Obama procede nella "collettivizzazione" dell'economia, che si sostanzia nella collettivizzazione del pattume privato. Oramai i piani quinquennali della vecchia CCCP sono, al confronto di questi interventi, solo robetta di poco conto. Il capitalismo come l'avevamo conosciuto e quella "mano invisibile" di cui tanto si è scritto per convincerci che esisteva (visto che nessuno la vedeva, come un ectoplasma) e che regolava i mercati sono, oggi, parolacce impronunciabili.
Si è scoperto, nostro malgrado, che questa mano invisbile non solo non regolava i mercati, ma che alla fine era forse ben visibile e anche troppo lesta nell'arricchire solo qualche lobbies e nel depradare il mondo intero! La "deregulation" a favore del sistema di regole "invisibili" era una bugia. Non ci consola saperlo ora. Affatto! e pensare quanta carta e quanto fastidio in meno per noi poveri studenti di economia sarebbe stato saperlo prima! Purtroppo ora è un dramma per tutti. Da più parti si proclamano nuove regole e nuovi sistemi, tutt'altro che invisibile, anzi, molto ben espliciti e molto vincolanti! La sensazione è che si chiuda la stalla a catenaccio quando i buoi sono scappati (così magari non si corre il rischio che qualcuno per caso rientri)! Le previsioni sul deficit USA nel prossimo anno sono a livelli "mostruosi": -12% forse -13% del PIL, intorno a 1,75 trilioni di dollari (il peggiore dalla seconda guerra mondiale). Sarà di più! vi è certezza! quanto distano gli accordi europei di un modesto -3% massimo! ma è solo questione di tempo, primo o poi tutti sforeranno. Già il tempo, sottile e tiranno, e oggi nemico palpabile, portatore di cupi presagi e di vecchiaia, di abbruttimento e decadenza.
Morale, col deficit, inizia il rialzo della curva dei tassi usa (per il momento l'europa è salva)
Le notizie sono devastanti e il vecchio bisonte economico piange e sanguina:
vendita case già esistenti in USA (l'usato, quello che costa meno): -5.3% (calo peggiore da 12 anni)
vendita case nuove in USA: - 10.2% (il peggiore da quando si rileva, il 1963)
export Giappone mese di gennaio: -45.7% un disastro
sussidi di disoccupazione USA: oltre i 5.000.000
ordinativi beni durevoli USA: -5.2% (contro previsioni del 3%)
GM: oramai è, ne più ne meno, un sussidio alla disoccupazione che brucia 9.6 MLD di $ solo nel 4 trimestre 2008 e -31 MLD di dollari nell'intero 2008.
Obama teme la rivolta di piazza (presto arriveranno) e fa come i monarchi populisti in difficoltà: dopo l'esproprio dei pochi risparmi dei pezzenti in inglese "beggars" cioè noi proclama sanità gratuita per tutti gli americani (46 milioni ne sono esclusi) e tasse hai più ricchi (quelli con più di 250.000 $ annui). Quanti saranno alla fine della crisi questi ricchi non è dato saperlo. Insomma, parafrasando una frase non proprio felicissima del nostro primo ministro, un Robin Hood abbronzatissimo!
Quando in una democrazia i procalmi pubblici sono di questo tipo, invece che spostati nella sede più consona, cioè il parlamento, siamo alla frutta. Non può fare altro.
Lo sa lui, lo sappiamo noi, lo sanno tutti.
Avremmo, di tanto in tanto, voluto congedarci con una "good news". Non la abbiamo trovata. Ci spiace!
Un cordiale saluto
Claudio Bonilauri

mercoledì 25 febbraio 2009

news banche e mercati del 24 febbraio 2009

bene, ecco il disastro!
Mister Bernanke che meno di un anno fa ci annunciava sorridente che il peggio era passato ora si presenta mesto e trito e annuncia che la crisi potrebbe durare anche 3 anni! Gli risponde il premio nobel (non un incapace assoluto) Stiglitz dicendo che probabilmente Bernanke è troppo ottimista. Secondo lui la crisi potrebbe durare un decennio. Trichet tace ed è meglio così. Aspettiamo il rapporto sulle banche europee.
L'est europeo nell'illusione della richezza capitalistica e drogato dal credito facile di banchieri incapaci e senza scrupoli è sull'orlo del default. Ha debiti totali per 1.3 trilioni di euro solo con il sistema bancario italiano e circa 1 trilione (1.000 miliardi di euro) sono a rischio serio di insolvenza.
Sopratutto la Polonia. Si è indebitata in gran parte in franchi svizzeri (dove i tassi erano più bassi e il denaro "a buon mercato"). Ora lo zloty si è deprezzato di circa il 50% contro il franco svizzero, l'economia reale "arranca" e il deficit statale vola al 20%.
Le banche più esposte con questo sono le austriache, con circa 240 mld di euro pari al 70% del pil della nazione! Quasi tutto in franchi svizzeri.
Reiffeisen è praticamente fallita così come ING.
In Italia, le più esposte risultano essere UniCredit e Intesa San Paolo (i valori in borsa oggi lo dimostrano ampiamente). UniCredit è esposta per circa il 30% del proprio fatturato con l'est e temiamo sia a livello delle banche austriache. I tremontiBond sono solo un placebo, incosistente e limitatissimo.
In Europa non ci sono abbastanza risorse per pagare le loro insolvenze e i loro asset tossici! Il Fondo monetario internazionale è al lumicino ed ha già esaurito la dote di 155 MLD di euro. Per mettere a regime le insolvenze dell'est europeo ne servirebbero almeno 400 di MLD di euro. Non ci sono e questo è veramente un dramma!
Nonostante gli appelli (falsi) alla non nazinalizzazione, Citigroup di fatto lo è già. Stà trattando su una quota statale del 40%. Il titolo si è ripreso a testimonianza (se ce ne fosse il bisogno) che oramai scontava il default.
AIG, l'ex colosso assicurativo, nazionalizzato l'anno scorso, dopo aver mandato in cenere i due aiuti governativi da 150 MLD di dollari chiude con la trimestrale peggiore della storia americana: ben 60 MLD di dollari in soli tre mesi. Altro record di cui onestamente si faceva senza.
La Borsa di Tokio chiude hai minimi da 27 anni e festeggia così la bancarotta della Sfcg (credito alle imprese) e Nomura, notissima azienda di brokeraggio traballa pericolosamente dopo un aumento di capitale superiore ai 3 MLD di dollari.
il DJ è sceso ieri ai minimi dal maggio 1997 e risponde alla crisi di fiducia dei consumatori peggiore da quando (1967) viene rilevato con un isterico e incosistente ribalzo da +4% circa.
L'Ifo (indice di fiducia delle imprese germaniche) è ai minimi storici dalla sua introduzione. Gli ordinativi industriali della zona euro crollati di oltre il -22% rispetto allo stesso mese del 2008. Le borse europee stanno sul -1% circa.
AZIONI: con l'arrivo dello S&P 500 intorno ai 730/740 dovrebbe ripartire il rimbalzo agognato (significativo il rimbalzo odierno fatto su notizie pessime) che lo dovrebbe portare in breve tempo in zona 1000. Sarà un ottima occasione per alleggerire o liberarsi chi rimasto incastrato.
il tutto a parte catostrofe generale sui bancari (ma oramai scontata nei prezzi) in Europa o USA che allora. prima del rimbalzo si vedrebbero nuovi minimi in area 600 alto. Con l'arrivo delle nuove trimestrali di aprile maggio, avvio del terzo (e ultimo!!!) ribasso generalizzato. Terribile e devastante. Vediamo S&P 500 intorno ai 400!
OBBLIGAZIONI: tensioni durante il rimbalzo su tutta la curva dei tassi. Buona soluzione sui ribassi alleggerire l'azionario e "rimpolpare" l'obbligazionario.
COMMODITIES: oro in tensione. Se parte il rimbalzo ritraccia pesantemente e sarà ottima occasione di acquisto! in recupero le commodities industriali sulla scia del rifacimento delle scorte industirali.
VALUTE: Yen al ribasso, dollaro al ribasso su euro in caso di rimbalzo borsistico con obiettivo 1.35 - 1.40 altrimenti in banda laterale (come da mesi) tra 1.27 - 1.32.
Cordiali saluti
Claudio Bonilauri

domenica 22 febbraio 2009

Banche e Nazionalizzazioni

per scaricare in PDF

FOCUS STRAORDIANRIO DEL 21/02/2009

Gentili investitori e cari amici,

quello che temevamo potesse capitare e che ci aveva quasi convinto a cambiare focus nella nota sui mercati n. 18 purtroppo sta capitando! Non avevamo cambiato focus per ragioni di tempo e perché quello sul protezionismo era già pronto. Ora invece cambiamo (la seconda parte sul protezionismo, salvo nuove urgenze e nuovi disastri sempre alla porta, nella prossima nota)

Vi riporto (con un copia e incolla) quanto scritto una settimana fa nella nota 18:

“Negli ultimi tempi ci “fischiano” molto le orecchie. Chiunque di voi legga l’informazione finanziaria avrà notato, come negli ultimi tempi ci sia stata una grossa trasformazione del “sentiment” dei big delle istituzioni finanziarie ed economiche mondiali (vedete anche new della settimana sul blog). Siamo passati in poche settimane da un “ottimismo” che noi abbiamo più volte detto ingiustificato e dannoso ad un pessimismo che inizia quasi a sembrarci eccessivo. Capiamo che i dati usciti non incoraggino e sono tragici e ineluttabili, ma diverse domande ci ronzano in testa:
· Ma è proprio vero ed è mai possibile che se ne sono accorti solo ora della vera portata di questa crisi?
· Cosa bolle in pentola?
· A che gioco stanno giocando?
· Potrebbe esserci sotto qualcosa che mette a rischio i nostri sudatissimi piccoli risparmi come purtroppo spesso è successo?”


Avevamo dato un accenno che potesse succedere qualcosa di grosso. Il pessimismo veniva diffuso a mani piene dagli organi finanziari e bancari mondiali, un rapporto segreto (ovviamente segreto per noi, non per la “casta” che il disastro lo ha fatto e che è, per ovvi motivi, ben informata) di cui abbiamo dato pronto avviso in una News in settimana, avvisava che gli asset tossici, il pattume finanziario che ci sta portando letteralmente sull’orlo del baratro, in Europa aveva raggiunto la cifra “monstre” di 18 trilioni di euro! (18.000 miliardi di euro), avevamo riportato anche con molta inquietudine la sinistra frase di Tremonti, circa un fallimento bancario in Europa.
Bene, o meglio male, quello che ci spaventava e ci triturava le notti invece di passarle in sane ore di contatto umano, quel fischio potente come un treno, si è verificato.
Parte del sistema bancario europeo è tecnicamente in default. Non è una buona notizia!
Le Banche europee hanno asset tossici (comprese le esposizioni in aree dell’Est europeo che ora sono sull’orlo dell’insolvenza) che si scopre essere maggiori di quelle americane. Anche questa è una brutta notizia.

Avevamo avvisato i possessori di azioni bancarie di stare attenti che si prospettavano nazionalizzazioni bancarie e che queste sono pesantissime per gli azionisti.
Speriamo che qualcuno di quelli che ci legge abitualmente abbia approfittato per alleggerire se non liberarsi del tutto da questi titoli letteralmente annientati (e relativi risparmi) prima del tracollo verificatasi in settimana.

Veniamo agli interrogativi che ci ponevamo:

Prima domanda: FALSO (era una domanda retorica). Sanno benissimo quello che succede, sanno anche molto bene che una cosa da non togliere ai cittadini, per perpetuare la loro egemonia, è la speranza, la speranza di un futuro migliore. Il gioco è sempre quello, procrastinare, di mese in mese, di semestre in semestre, di anno in anno l’arrivo del bel tempo. Si sa, prima o poi smette di piovere.
Come spesso accade in queste fasi di crisi strutturali, ci hanno giocato sopra con un copione un po’ stantio ma efficacissimo. Hanno giocato di anticipo, e hanno preparato alla crisi che arrivava (forse questa è la crisi più “preannunciata” che si ricordi; poi dopo i fortissimi cali avuti nel quarto trimestre 2008, sull’orlo di un panic selling lunghissimo e disperato, hanno dispensato ottimismo deleterio con la sponda costante degli sprovveduti che “ci volevano credere” (costato probabilmente migliaia di miliardi di euro alle tasche dei risparmiatori che in buona fede hanno voluto non credere alla “Caporetto” finanziaria) ed ora di fronte alla catastrofe conclamata, alla cronicizzazione della crisi, cambiano rotta, per impossibilità a nasconderla. Come Madoff, ne più ne meno. Prima truffa per 20 anni poi si costituisce quando il gioco diventa insostenibile; In questo modo si cerca di sfruttare la breve memoria dei cittadini e passare da carnefici a vittime. La realtà è che il monoblocco compatto della “casta” si è rotto. C’è una sorta di fuggi fuggi. Il si salvi chi può. Vince chi prende le maggiori distanze da quanto accaduto; chi la dice più grossa contro i banchieri e chi strappa consensi da populismo bieco. Ora quello che conta è solo la propria poltrona e la propria autorevolezza. Il sistema è indifendibile. Altra verità è purtroppo che ora siamo al punto di non ritorno, all’ineluttabile. Si chiedono sacrifici importanti ai cittadini e gli si dispensa il terrore. E’ frase di oggi, di Draghi all’apertura del Forex “il 2009 e il 2010 saranno anni difficili” e “pericolo disoccupazione”. La risposta di Tremonti è “abbiamo fatto tutto il possibile”. Morale, la crisi durerà almeno altri 2 anni e la disoccupazione sarà altissima (noi l’avevamo stimata e continuiamo a stimarla intorno al 15%), a cui risponde il governo dicendo di essere nudo, quello che si poteva fare è stato fatto e i soldini in portafoglio sono al lumicino, ora ognuno per sé e Dio per tutti. Che cambiamento rispetto a soli due mesi fa, quando si diceva che il peggio era passata e si intravedeva la ripresa già per il secondo semestre 2009!
Ecco quindi capite, le rabbie mal celate di Brown (GB) e Obama verso i vertici delle istituzioni finanziarie ree di peccato!

In pentola bolliva e bolle ancora l’idea oramai ineluttabile di dover nazionalizzare/salvare diverse banche in Europa. La Germania ha appena varato una legge apposita. Praticamente sicura la nazionalizzazione di Hypo RE, molto probabile, e sarebbe catastrofico, quella di Deutsche Bank (la maschereranno con qualche trucchetto lessicale, ma sarà un salvataggio, nazionalizzazione). L’Islanda ha già nazionalizzato, idem GB e Irlanda. Piccolo problema insormontabile. Il buco stimato di 18 trilioni di euro è abbondantemente sopra le possibilità di intervento degli stati europei. E’ sopra il PIL della UE. Non resta che stampare carta (euro) ed iniettarla nel sistema. E’ frase di oggi di Trichet: “la BCE sta fornendo liquidità ILLIMITATA ai mercati. Avete letto bene: ILLIMITATA. Aggiungendo che però “mirano alla stabilità dei prezzi nel medio periodo”! E’ la solita bugia. Ora devono solo stampare moneta e portare i tassi a zero! Quando scoppierà l’inflazione (vedi news precedente) ci penseranno! Il punto attuale è che quando si arriva alla stampa incontrollata di moneta si è alla frutta. E’ l’ultima ratio (o follia). E’ l’ultimo atto disponibile prima del baratro. disperatissimo e come ripetiamo alla nausea, fallimentare. Difficilmente sarà la soluzione appropriata. Fornirà un’illusione di aggiustamento che preparerà il peggio. Non sarà uno scherzo richiamare queste quantità enormi di moneta e soprattutto non si farà in un giorno. Difficile pensare che rimarrà fiducia in una banconota inflazionata e bistrattata. Come più volte ricordato nelle note del 2008 (vedere) l’unica uscita, a nostro avviso, da tutto questo “pattume di carta” sarà tornare alla sana e “vera” moneta aurea. Ma questo riguarda un prossimo futuro e avremo occasione di tornarci più avanti con approfondimenti.

A qualcuno, per qualsiasi motivo, dai più bassi come l’invidia, ad altri di natura non squisitamente finanziaria, o perché Marx lo aveva previsto, come tappa finale del capitalismo (e gliene diamo merito), o perché, per qualche strana malattia, godono nella catastrofe, o per motivi anche più nobili, potrebbe essere contento che i templi del capitalismo mondiale vengano nazionalizzati come nella Cuba di Castro.
Purtroppo la faccenda è tragicamente diversa. Se da una parte è vero, che questa crisi segnerà la fine del capitalismo così come lo abbiamo conosciuto in questi ultimi 30 anni la realtà amara, sottostante a questa sconfitta di sistema è che non si sta nazionalizzando imprese sane a capitale netto positivo e che producono ricchezza al fine più o meno utopistico di suddividerne il valore sulla collettività, ma è esattamente l’operazione opposta. Si nazionalizza, mettendolo sul groppone di tutti i cittadini un cadavere in avanzato stato di putrefazione, dal capitale netto negativo per cifre impronunciabili (gli appelli ad aprire i bilanci, nel fuggi fuggi si fanno sempre più pressanti) e che hanno un indebitamento da capogiro, maggiore del Pil mondiale! Come detto nel precedente focus straordinario, stiamo assistendo alla più grossa operazione di collettivizzazione di debito privato a cui mai l’umanità abbia assistito dall’inizio dei tempi. Insomma l’ennesimo record negativo. In questo modo si metterà una ipoteca sulla nostra generazione e su quelle che verranno. Non possiamo tacerlo e ci dispiace dirlo, ma ci aspetta un futuro di sudare e fatica! Dovremo sacrificare buona parte dei nostro lavoro futuro (in termini di reddito, consumo e risparmio), per quel che ci sarà, per pagare i debiti folli di questa “casta” che ora appare ingorda, insensata e pericolosissima.
Stiamo assistendo alla più grande operazione di esproprio collettivo mai realizzata nel corso della storia.
Se non bastasse, la cosa più triste a cui assistiamo in questi giorni è la totale impunità per gli artefici di questo disastro. Non solo lo hanno creato, non solo hanno ripetutamente ingannato i cittadini, giocando a minimizzare, insabbiando i disastri e bruciandogli così i risparmi, ora, gli stessi, cambiano i panni da carnefici a salvatori (praticamente tutti).
E noi siamo nudi, non ci possiamo fare niente. Siamo sotto il ricatto del collasso totale. Siamo sotto scacco matto.
Per tutti quelli che fanno economia reale (lavoratori, imprenditori, buone banche) è venuto il momento di tirare la cinghia per pagare i debiti di altri. Purtroppo, qualcuno, in questa marcia forzata, si perderà per strada, statene certi.
Terza domanda: Hanno giocato al massacro finanziario e ora giocano al salviamo il salvabile con i risparmi degli altri (i furbetti del quartierino, altri “gentleman” italici, avrebbero usato un altro eufemismo più colorato).
Il gioco funziona più o meno così: ci arricchiamo a più non posso con operazioni senza nessuna logica di medio periodo (meglio senza nessuna logica che vada oltre la mezz’ora) depauperando l’economia reale e ambientale, e produciamo e impacchettiamo carta (che ora sappiamo essere straccia). La rifiliamo in giro per il mondo e creiamo il più grande leverage (indebitamento) mai visto nel corso dell’umanità.
Quando arriva lo tzunami, perché arriva e lo sappiamo, ci eclissiamo con buone uscite stramilionarie e riemergiamo come consulenti e/o CEO di chi deve salvare il salvabile o delle poche istituzioni rimaste in piedi che abbisognano della nostra esperienza o che sono più o meno “consigliati” a prenderci. Un controllo sapiente dei mezzi di informazione e il vecchio detto, ancora attuale e potentissimo dei grandi corruttori “sporchiamo un po’ le mani a tutti” è la garanzia massima di riciclaggio professionale e di impunità.
Sentite cosa dice Greenspan (ex governatore della FED): “una volta ogni 100 anni si deve fare (nazionalizzare le banche)”; lui, la vede come una cosa normale se non addirittura banale, da statistica e prevedibile, quasi una regola del gioco! Non sappiamo cosa ne pensano, di questa frase, tutti gli azionisti delle banche che in questo momento si son visti “bruciare” i loro investimenti! D’altra parte che Greenspan giochi a banalizzare è normale, visto che viene ritenuto da più parti come uno degli artefici primi (con la sua prolungatissima politica dei tassi zero e tanto altro) di questo azzardo morale senza precedenti!
A noi, una frase del genere provoca invece altre domande che svelano il gioco e ve le giriamo:
1. secondo voi, quanti di questi responsabili di catastrofe finanziaria, avevano, conoscendo i mostri prodotti, in pancia azioni di società coinvolte? O meglio quanti di questi avevano azioni in portafoglio da 1,5 anni a questa parte? Siccome tutti sapevamo da prima pensiamo ragionevolmente NESSUNO! Quanti secondo voi di quelli che hanno visionato il dossier “segreto” sui buchi bancari europei avevano in carico azioni di queste? Magari una bella UniCredit o un bella RBS? Pensiamo NESSUNO. Il dossier era “segreto” per i risparmiatori qualunque (noi) non certo per loro. Su tutto questo dovrebbe vigilare il reato di “insider trading”. Stando alle statistiche è praticamente un reato da depennare. Lo fanno tutti (quelli che possono ovviamente) e non si condanna nessuno. E’ l’ennesima scure da utilizzare in estrema ratio e per regolamenti “interni” della casta. Per noi, è solo una bugia!
2. le banche verranno nazionalizzate / salvate (che è quasi la stessa cosa) con denari dei cittadini. I loro debiti diventano così i nostri! State sicuri, che una volta che, ripeto, coi nostri soldi, le banche saranno risanate, allora produrranno nuovamente utili (come è giusto che sia) quando tornerà il sole. Secondo voi, gli Stati, se le terranno per sé a parziale risarcimento del danno precedentemente subito e utilizzeranno gli utili prodotti per abbassare le tasse dei cittadini o provvederanno a ri-privatizzarle? E secondo voi chi avrà, dopo questa crisi così dura e distruttiva, i capitali per comprarsi le quote di maggioranza? Chi sarà il nuovo “Tronchetti Provera” delle banche? La stessa dinastia, la stessa casta, se non addirittura le stesse persone che oggi, grazie ai guadagni immensi costruiti nella preparazione del disastro e grazie alle bellissime informazioni “segrete” che glielo tutelano in questa fase di impoverimento, si troveranno con il “cash” da mettere sul tavolo. Quando intorno avranno povertà maggiore, il loro denaro sano e salvo paradossalmente varrà tantissimo! Quasi li corteggeranno… film già visti!
3. E dire che Greenspan, se provate a guardare una suo foto su internet o se ve lo ricordate, sembra quasi una persona innocua, pacata, quasi teatrale, una sorta di Woody Allen della finanza. Il suo cognome non è Greenspan, ma essendo un ungherese ebreo faceva Grunspan (quasi come il grugnito di un animale nobile e bistrattato). Si è infilato a capo della Fed, dopo aver americanizzato il cognome, (il giorno di nomina, il mercato obbligazionario USA lo ha “osannato” con il massimo peggioramento del quinquennio!) e vi è rimasto per 18 anni. Cinque mandati consecutivi. Altro record storico e altra materia su cui riflettere, quasi un monarca assoluto della finanza mondiale. Non ha portato fortuna. Per niente! Dopo pochi mesi dalla nomina si scatena la crisi borsistica del ’87. Ferocissima, e ha chiuso il mandato con una scia di critiche neanche troppo velate. Viene accusato di aver messo le solidissime e straordinarie basi di quella che passerà alla storia come una delle più grandi crisi di sempre. Quella attuale. Domanda: secondo voi avrà visto il dossier “segreto” sulle banche europee o è rimasto incastrato coi suoi risparmi sulle Unicredit come tanti nostri risparmiatori?

Quarta domanda: si, c’era qualcosa in pentola che impoveriva drasticamente i nostri risparmi.
Cari investitori e amici, quella a cui stiamo assistendo è la più grande distruzione di ricchezza che l’umanità ricordi (altro record). Temiamo che il peggio debba ancora vedersi e che la distruzione di valore e di benessere procederà purtroppo a lungo. In questa sola settimana la borsa italiana ha bruciato un -13% circa. Le altre mondiali non ridono per niente. In compenso hanno tenuto gli obbligazionari pubblici (per quanto ancora?). Come avevamo detto la settimana scorsa, se si fosse verificata questa brutta eventualità, i titoli di debito più deboli avrebbero visto esplodere gli spread rispetto ai bund. Quindi brutte notizie per i possessori di BTP decennali: spread sui massimi storici oltre 160! I CDS mostrano, come ovvio, crescite straordinarie su tutto il comparto bancario e sui governi sovrani (Germania compresa).
Ci ripetiamo ormai da un anno. Ma le notti migliori si fanno con la liquidità e con l’oro che è arrivato a sfondare 1.000,00 dollari all’oncia. Chi ci avesse seguito in questo ultimo anno nelle analisi da noi proposte, dovrebbe essere quindi discretamente tranquillo e con rendimenti positivi. Non vi conosciamo, di molti non sappiamo neanche il volto o il nome, ma se solo uno di voi è riuscito a salvarsi (e dalle mail sappiamo esistere) noi siamo le persone più contente del mondo! Piccole soddisfazioni direte, ma per noi è quanto basta.
Chiudiamo con una provocazione.
Se continua così (ma forse il visto è già più che sufficiente) ci vorrebbe una “Norimberga” finanziaria:
capi di imputazione: affarismo spicciolo in perenne conflitto di interessi, abusivismo, incapacità professionale e disastro umanitario.
Pena: interdizione totale da tutto e sequestro di tutti i patrimoni indebitamente guadagnati da confluire in un fondo a parziale decurtazione dei disastri fatti e per evitare che ci riprovino.

Il Re è morto, evviva il Re

Un cordiale saluto

Claudio Bonilauri

giovedì 19 febbraio 2009

FOCUS straordinario 19/02/2009

Da più parti sull'informazione finanziaria si iniziano a far sentire sirene che preannunciano recrudescenze inflazionistiche e/o bolle speculative sui titoli di stato (quelli americani in primis). E' la nostra posizione da sempre e non ne facciamo mistero. Abbiamo sempre sostenuto che questa scellerata iniezione ad oltranza di moneta nel tentativo vano di salvare il mondo dalla deflazione e dai casini immani provocati da questa classe dirigente mondiale veramente di scadente qualità, avrebbe alla fine portato il mondo occidentale in una voragine inflattiva di dimensioni difficilmente immaginabili. Ne siamo a tutt'oggi convintissimi. Solo che non lo vediamo per domani. Prima il mondo dovrà sperimentare una potente e temiamo duratura deflazione (già in corso). I settori dei valori finanziari ha scontato prezzi nell'ordine del 50%, stesso dicasi per i valori immobiliari in molte parti del mondo, stessa cosa se non addirittura in termini maggiori sulle commodities (materie prime). La crisi, come si può iniziare a vedere sta letteralmente "falcidiando" centinaia di migliaia di posti di lavoro alla settimana nel mondo. Chi purtroppo perderà il posto di lavoro, tenderà ad abbassare il proprio livello di vita gradualmente. Inizierà ad utilizzare i risparmi (pochi) al fine di preservare il suo status sociale. Solo all'esaurimento di questi si attesterà su consumi più bassi (ma allora saremo all'apice e presumibilmente verso la fine della crisi!). La risposta delle imprese sarà quella di abbassare i prezzi in un modo o nell'altro. La cosa è già tranquillamente visibile in tanti settori, dal tessile, con sconti inimmaginabili, al mondo dell'automobile. La si può mascherare da aiuti pubblici, ma la realtà è che oggi un'auto nuova si compra con sconti che arrivano fino al 40%. Ben presto i costi di produzione si abbasseranno e permetteranno di abbattere i prezzi di listino, dando una sensazione più vera della deflazione. Sempre abbastanza velocemente l'ondata ribassista si riverserà sul mercato dell'usato, di tutti i settori, abbattendone i prezzi. Per il momento le massiccie inizioni di moneta a cui presto si affiancherà su cifre "monstre" anche l'Europa vengono "mangiate" dal deleveraging (riduzionone dell'indebitamento) mondiale. Stiamo assistendo impotenti e maltrattati alla più grossa e imponente traslazione del debito privato verso il debito collettivo che mai si ricordi nella storia dell'umanità! Alcuni manager senza scrupuli nè scienza hanno creato imperi di debito e di carta. Ora gli stessi manager la stanno traslando sulla collettività ipotecando il benessere di questa generazione e di quella (o quelle!) future. Senza aver consumato nulla ci troveremo con debiti pubblici pro capite da capogiro! Qualcuno, leggete noi, con le nostre tasse e il nostro lavoro (cioè con la nostra economia reale) prima o poi dovrà pagarli! (vedere nota 17). Il prestito, a livello di sistema NON può essere irredimibile (senza scadenza) ad oltranza! Fin che il denaro pubblico di fresca battitura viene usato per diminuire il debito privato (quello del sistema finanziario) non ci sono pericoli di inflazione e quindi i tassi sono destinati ad appiattirsi su livelli più bassi di quelli attuali. Nel momento in cui si iniziasse ad uscire dalla crisi dei consumi e la liquidità accumulata dal sistema ed ora tenuta su conti liquidità, si riverserà in domanda, complice i tassi a zero, assisteremo ad un ondata inflazionistica da libro di storia. Per il momento si tratta solo di un furto! Rubano a tutti per ripianare le orgie dei pochi.
Su questo scenario, aleggia purtroppo lo spettro sempre più attuale e probabile di default (e quindi nazionalizzazioni) di banche in Europa. Il London Daily Telegrph a nome di Bruno Waterfield dice di aver visionato un rapporto riservato preparato dalla commissione Europea in cui si afferma che le perdite delle banche europee sono nell'ordine dei 18 trilioni di euro. Solo una pronta nazionalizzazione del sistema bancario con stampa di moneta fresca potrebbe evitare il peggio. Un'operazione di questo tipo metterebbe in forte tensione i debiti sovrani dell'Europa con rialzo dei tassi generalizzato e con penalizzazione dei debiti meno sicuri, Irlanda, Italia Grecia, Spagna in primis. In uno scenario del genere rimane solo la liquidità o l'oro fisico! Attenzione a tutti i possessori di azioni bancarie. Si sà che le nazionalizzazioni, giovano agli obligazionisti ma sono notoriamente estremamente penalizzanti per gli azionisti!

In tutto questo ci si mette Claudio Scajola (ministro per lo sviluppo economico) che ha attaccato definendoli «corvi» (ma forse voleva dire avvoltoi o gufi??!!) gli esperti del Centro Studi di Viale dell'Astronomia accusati di diffondere previsioni eccessivamente pessimistiche sull'economia italiana. Il presidente di Confindustria Marcegaglia, ha difeso i suoi ricercatori: «Noi abbiamo un centro studi autorevole e riconosciuto da tutti. Le nostre previsioni sono in linea con quelle di tutti gli istituti internazionali. Qui non si tratta di diffondere pessimismo, si tratta di fare le previsioni come sono partendo dai dati attuali».
Morale, per Scajola, se c'è crisi non è colpa di una classe dirigente mondiale (a cui lui fa parte seppure con ruolo nullo o poco più) che fa acqua da tutte le parti e dove dilagano avidità e corruzione (e ce lo dicono i dati sulle truffe e sul patume mondiale che ci hanno sparato addosso), ma di ricercatori a 1.200 euro al mese, o di blogger gratuiti come noi, che diffondendo quella che ci sembra (secondo il nostro grado di capire le cose) la verità, nel tentativo di aiutare i piccoli a salvare il salvabile, in realtà secondo lui fanno i "corvi" (non capisco quale sia la connotazione negativa di questi uccelli...). Meglio per Scajola, visto il ministero (dello Sviluppo economico) che occupa (e lo stipendio che prende per questo) cercare di capire dietro i numeri di questi "uffici studi" la reale portata della crisi, la sua struttura portante e cercare, se ci riesce, a provare a fare qualcosa. Siamo alle stesse vecchie logiche italiche (e speravamo finite) che quando succedono scandali inenarrabili alla fine si scopre che è sempre colpa dell'usciere o dell'autista!

martedì 17 febbraio 2009

Nuova Truffa

la SEC accusa di truffa per 8 MLD di euro (non proprio noccioline) il plurimiliardario (208 in classifica Fobes) Robert Allen Stanford e le sue organizzazioni. La truffa sarebbe avvenuta tramite certificati di deposito ad alto rendimento. Non è dato sapere se sono stati venduti solo in USA o il altre parti del mondo. Come avevamo ricordato dopo la truffa Madoff, ci dovremo abituare. Questa crisi stanerà tutti questi truffatori. Purtroppo temiamo siano molti! La domanda viene spontanea ora come allora: ma come è possibile che sotto il naso, ora possiamo dire della fallimentare Sec, sia possibile che avvengano truffe del genere. Non stiamo parlando del Burundi, ma dell'organo di vigilanza degli Stati Uniti!!! Il sospetto che corruzione e inciuci dilaghino nel ex impero della finanza (o mala finanza) ora è certezza! E qualcuno ci viene a parlare di riportare la fiducia nel mondo finanziario....
Buona notte

news del 17/02/2009

giornata pesantissima. In questo momento lo s&p500 quota ad un -4,00%. Coi "rossi" oramai ci stiamo abituando e ci sembra quasi una cosa normale. Purtroppo non lo è affatto. I nostri risparmi valgono sempre meno così come l'apparato produttivo che sostiene il nostro benessere.

king della BOE si inizia ad irritarsi per il non effetto sull'economia dei tassi a zero. inizia a pensare di stampare moneta ed iniettarla nel sistema. Arrivano a loro i primi dubbi che la Zirp non paghi. Meglio tardi che mai, anche se il disastro è fatto e di difficile ritorno.

uno studio della Bocconi (pubblicato sempre su Milano Finanza di sabato) ci avvisa che gli aiuti di stato alle banche danneggiano la concorrenza e alla lunga anche il sistema. Se ce lo chiedevano a noi glielo avremmo confermato a costi minori (se non gratis) e in tempi minori! aggiungiamo visto che non è contemplato nello studio, che anche gli aiuti di stato ai diversi settori produttivi (vedi auto) inquinano la concorrenza e danneggiano il sistema. Magari se ci leggono, gli evitiamo un costoso e lungo nuovo studio!

con tutti i problemi del mondo in questo periodo, durante il G7 il Il ministro delle Finanze Nakagawa, col suo paese in alla deriva (sono uscite le previsione del PIL: oltre un -13%!!!) non trova niente di meglio che ubriacarsi, sbagliare a rispondere a domande, sostenere che si trattava della medicina per il raffreddore (come i ciclisti dopati) e dimettersi. Bell'esempio di come questa classe dirigente disastrosa affronta di "petto" la crisi entrante. Vogliamo sperare che ci sia ancora qualcuno di sano su cui contare!

Vi sottopongo per flash (non per motivi di "blob" ma di spazio e tempo) uno stralcio di un articolo uscito su Milano Finanza di sabato a firma di Arnaldo Borghesi:
"....Ma non c'è da farsi illusioni: questa crisi, come ho già più volte ribadito su queste colonne, sarà dura, lunga e molto costoso sopratutto per il disagio sociale che provocherà... ....E' oramai accertato che le banche, sopratutto quelle americane, hanno prodotto straordinari conti economici con cattivi crediti alle imprese e alle persone fisiche. Finita la magia degli up front e degli spread con la crisi subprimer è emersa la scadente qualità degli attivi, da svalutare se non da azzerare... ...hanno messo in moto un processo di crescita in una spirale perversa che, per la prima volta nella storia dell'uomo ha risucchiato l'intero pianeta...... i crediti vengono ristrutturati nella speranza di portare a casa domani ciò che è inesigibile oggi. Ma la crisi peggiora i conti dei debitori e il rinvio è un atto di fede se non un falso in bilancio (sich!).. ... ma non c'è più credito per per nuovi consumi o per rifinanziare i vecchi debiti. quindi grande frenata dei consumi. A loro volta i risparmiatori stanno realizzando che una parte rilevante dei loro risparmi si è volatilizzata... ...ma i consumatori e i risparmiatori sono anche lavoratori... e per tutti c'è lo spettro del licenziamento.... ... ci sono schiere di Madoff che dopo aver messo al sicuro un congruo bottino, ora assoldano i migliori avvocati per restare fuori di galera.... per non parlare di Fuld l'ex ceo di lehman che dopo aver trascinato nel baratro la banca piaggnucola sul mancato salvataggio perchè ha azzerato la sua quasi miliardaria stock option... eppure un fatto è chiaro e definitivo: i bilanci di quelle grandi banche, e non solo di quelle... ... erano falsi come più non si può. Il punto è che la cancrena è talmente vasta che il sistema fa quadrato e resiste: tutti colpevoli, nessun colpevole... ... il tema è evidente: la crisi porterà con sè un drammatico conto che però sarà interamente a carico di chi non ha avuto responsabilità in questa crisi, vale a dire, le imprese industriali, i lavoratori e i risparmiatori.... ....ma sopratutto a pagare saranno i ceti più deboli, con una disoccupazione tra le più feroci e la più iniqua delle tasse: l'inflazione...."
Ci fa notevolmente piacere, nella drammaticità della situazione, vedere che finanlmente qualcuno esce dal coro del finto ottimismo (alimentato da chi il disastro lo ha creato, per ovvi motivi, e da tutti quanti credono a tutto quello che gli viene propinato, facendo disastri simili ai primi). E' perfettamente quello che andiamo dicendo da sei mesi. Non arriviamo a chiedere la galera e la confisca dei beni per quei manager rei di disastro umanitario, ma almeno il loro allontanamento dai centri che contano! ci sembrerebbe il minimo in un momento in cui i sacrifici per ripianare la loro follia demenziale di autoarricchimento, vengono chiesti a noi che non abbiamo fatto niente per meritarceli. Quando qualcuno riuscirà a convincermi della responsabilità di un cassa integrato di Ivrea in tutto questo bordello, o di un imprenditore che porta i libri in tribunale, cambieremo, come nostra abitudine, idea!
Nell'attesa porgiamo cordiali saluti

lunedì 16 febbraio 2009

portafoglio high volatility del 15/02/2009

portafoglio low volatility del 15/02/2009

relazione portafoglio del 15/02/2009

PORTAFOGLI

Come detto nella nota, i portafogli hanno beneficiato dell’apporto positivo del comparto titoli di stato a medio termine e obbligazionario corporate in euro. Entrambi sono tornati in area positiva intorno al mezzo punto percentuale:
low: +0,51% con un +7,49% da inizio gestione
high: +0,44% con un + 15% da inizio gestione
per quest’anno ci siamo posti l’obiettivo, visto i tassi a zero del breve termine e le forti incertezze sui mercati azionari di preservare un rendimento positivo tenendo bassissima la volatilità. Per il momento ci stiamo riuscendo. Nonostante un primo mese e mezzo terribile per le borse i portafogli hanno avuto oscillazioni minime.
Teniamo le posizioni senza nessun cambiamento
Rileviamo che questi portafogli solo all’apparenza non comportano rischi. Se succede un fattaccio la parte obbligazionaria pubblica andrebbe in sofferenza. Se fossimo allergici ad ogni rischio, ci posizioneremmo esclusivamente in liquidità!
Cordiali saluti

NOTA SUI MERCATI N. 18 del 15/02/2009

NOTA SUI MERCATI N° 18

per scaricare in PDF


Data: 15 febbraio 2009

Gentili investitori e cari amici,

LE NEWS
Altre 2 settimane piene di trimestrali e di dati interessanti:

la Banca Centrale Australiana, come nelle attese abbassa i tassi dell’1% (ora sono al 3.25%, livello più basso da 45 anni, comunque un’enormità rispetto alla ZIRP europea e americana). Approvata inoltre una manovra di incentivi economici per 29 MLD di $

i consumi americani sono calati dell’1% (contro attese dello 0,80%). Essendo in deflazione (prezzi ribassati) il risparmio delle famiglie migliora di un 3.6% sul reddito. Piccola notizia confortante!

La FED ha allungato di altri 6 mesi (con ennesima buona pace di quanti –ora totalmente scomparsi- sostenevano che il peggio era passato e che la ripresa si sarebbe vista a partire dal secondo semestre 2009), portandoli dal 30/4 al 31/10, i programmi di aiuti temporanei per garantire la liquidità agli operatori bancari e non.

· BAD NEWS
o I contratti swap sui tassi di interesse in Italia “rifilati” a Comuni, Provincie e Regioni hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 35.6 MLD di euro per un totale di 594 istituzioni coinvolte. Inizia una stagione di contenziosi ed insolvenze. Su questi swap, data la opacità, la non preparazione dei sottoscrittori, la mancanza di un mercato regolamentato, qualcuno (pochi) è diventato ricchissimo, i comuni, le province e le regioni (leggete noi, la collettività) è invece un filo più povera. Pazienza! Cercheremo di non dimenticarlo alle urne! Unico sollievo potrà venire dal ribasso dei tassi a lungo. Anche questa era quella mala finanza che la crisi speriamo spazzerà via!
o M&A: Pfizer acquista per 68 MLD di $ Wyeth.
o Sumimoto, Aioi Insurance e Nissay Insurance si fondono per dare vita in Giappone ad un colosso assicurativo da 90 MLD di $.
o Toshiba e Nec stanno progettando una fusione del business dei microchip.
o Il M&A (le fusioni e acquisizioni) sarebbero in un momento normale una buona notizia. Anzi spesso quando esplode questa attività si è vicini ad un inversione dei corsi borsistici e all’uscita dalla crisi. Questa volta si ha la sensazione che sia l’unico modo per sopravvivere ed è certo l’intento difensivo. Dobbiamo metterle, purtroppo, nelle cattive notizie!
o I comparti che subiranno maggiori M&A “difensivi” saranno:
§ Assicurazioni
§ Banche
§ Telecomunicazioni
§ Costruzioni
Non a caso i settori più colpiti.
o Auto Italia: gennaio -32% sulle immatricolazioni
o Moto Italia: gennaio -39% sulle immatricolazioni
o Forse sul comparto hanno pesato le attese (arrivate) di incentivi. Ma i dati sono terribili.
o Fiat viene messa sotto controllo da Fitch. Probabile il downgrade del rating
o Lehman 5 giorni prima del default dichiarava attivi di bilancio per circa 600 MLD di $. Il tribunale del fallimento, a prezzi di mercato e non contabili ne ha rilevati solo 115 MLD di $ con buona pace oramai dei vari finanziatori (obbligazionisti). La differenza erano i famigerati “asset tossici”. Alla lettera, pattume finanziario di poco valore e senza più mercato. Non riusciamo, nonostante gli sforzi, a capire come le altre ex “fab four” (le altre 4 merchand americane sopravvissute grazie alle enormi iniezioni di denaro pubblico) e le altre importanti banche mondiali siano riuscite, bazzicando negli stessi “tepidarium” e frequentando gli stessi bordelli ad avere svalutazioni molto meno imponenti…. Piccolo dubbio amletico…. Economisti seri e fuori dal coro (ma sempre meno fuori) stimano gli asset tossici in 3.6 trilioni di $ (un trilione = 1.000 MLD di $!!!) a fronte di un patrimonio netto bancario mondiale di 1.4 trilioni di $. Lo sappiamo che la parola suscita indisposizione e qualche mal di pancia, ma provate ad interrogate qualunque ragioniere di provincia e vi dirà che quando una azienda ha patrimonio netto negativo, è tecnicamente in default! E qui, alla faccia del negativo…
o Panasonic: -3.2 MLD di $ di perdita e -15.000 posti di lavoro
o GM: -49% di vendite a gennaio e -10.000 lavoratori
o Ford: -40% di vendite a gennaio licenziamenti in vista
o Toyota sorpassa (è leader mondiale per auto vendute) GM ma non ride per niente: - 4 MLD di perdite, prima perdita dal 1963 e perdita maggiore dal 1950, ha perso la AAA e prepara licenziamenti “altissimi”.
o New Corp. (leggete Murdoch): -6.4 MLD di $ e licenziamenti in vista
o Royal Mail: -16.000 dipendenti (poco meno del 10% del totale sua forza lavoro)
o Disoccupazione USA: -598.000 (circa 100.000 in più rispetto alle previsioni) posti di lavoro in un mese! Non avveniva dal dicembre del 1974. Il tasso di disoccupazione passa da 7.2% a 7,6% (il più alto dal 1992). Questi dati sono stati definiti da Obama “devastanti”. In un anno (leggete ultimo trimestre) sono andati persi 3.6 milioni di posti di lavoro. Il tasso di sottoccupazione (disoccupati più occupati part time per esigenza e non per scelta) schizza al 14% circa! In questa ottica gli aiuti forniti agli ex colossi dell’auto (che li stanno tutti bruciando rapidamente e senza migliorie di prospettive) possono essere letti come sussidi di disoccupazione. Hanno l’indubbio vantaggio di non finire nelle statistiche di stato sulla disoccupazione, ma costano molto di più dei puri sussidi…altro che 7.6% (nelle note precedenti abbiamo sempre dato un target di disoccupazione “reale” a fine crisi tra il 10 e il 15%)
o BOE segue FED e porta i tassi all’1% avvicinandosi pericolosamente alla ZIRP.
o La Russia crolla. Non è l’inverno russo, ma la crisi economica. Fitch abbassa il rating a BBB-, le sue rieserve valutarie stanno scemando rapidamente nel tentativo di salvare il rublo: -36% sul dollaro in 5 mesi e 210 MLD di $ (1/3 delle riserve totali) spesi; fuggi fuggi generale degli investimenti esteri.
o Pioneer: Abbandona il settore delle TV (era leader di qualità per gli LCD) sotto i colpi della recessione: -850 ML $ di perdita. Licenziamenti attesi.
o Nissan: -20.000 posti di lavoro.
o UBS: Prima banca svizzera, perde 13 MLD di € e circa -2.000 dipendenti!
o L’italianissima ITTIERRE, che produce i marchi italianissimi di Ferrè, Cavalli e Versace, chiede l’amministrazione controllata. A rischio 1.000 dipendenti
o Panasonic: -3.2 MLD di €, -15.000 dipendenti, chiusi 27 stabilimenti per il mondo!
o Pil Italia: Confindustria dice -2.5% per il 2009. E’ la triste gara all’aumento delle cifre. Come nelle stragi naturali o umane. Statene certi che ne usciranno via via di peggiori.
o Marklin: Era leader mondiale dei trenini elettrici. Dopo 150 anni di storia alle spalle e 2 guerre mondiali, chiede la amministrazione controllata e si prepara all’estinzione. Vi chiedo scusa e mi concedo una debolezza. Per la mia generazione era come il “Commodore 64” per quelli degli anni ’80, come i lettori walkman CD per gli anni novanta e come la “play station” per gli anni duemila. Era il massimo dell’elettronica. Avevo, un tempo, un piccolo locomotore vaporiera Marklin (che già dal nome con la k in mezzo e la consonante finale invece della vocale, mi richiamava nella mente di bambino qualcosa di magico, o di esotico…-hai tempi non conoscevo ovviamente ancora le fanciulle…) che dopo un po’ di funzionamento accendeva i fari ed emetteva un fischio. Ricordo anche un odore, di ferro e ruggine, di stazione bagnata in stile liberty, ma forse era chiedere troppo, questa è suggestione da ricordo. Non c’era niente di più bello, che nelle serate estive, quelle lunghe, lunghissime, a maniche corte e senza Carosello (che imponeva in inverno la “ritirata”) spegnere le luci e nel silenzio della famiglia aspettare i fari e il fischio della vecchia vaporiera Marklin. Entrava nella pelle! Sarà che a tutto questo associo i visi buoni di nonni o altri che il tempo, ora, ha fatto scomparire, ma questa crisi mi lascia con le mani vuote dentro tasche vuote. Questo gioco al massacro fatto di azzardi assurdi e insensati verso il bene comune e ambiantale mi ha scippato i ricordi! Me ne accorgo e chiedo venia, peggio perdere il posto di lavoro o vedere la propria ditta scivolare nel baratro, non discuto, ora che la vita mi ha in parte temprato e mi dà responsabilità di cui farei a meno, ma questo per noi è qualcosa di più di un fallimento aziendale, dopo Lima e Rivarossi è la fine dell’innocenza. Benvenuti nel mondo adulto!
o Time Warner: -16 MLD di dollari di perdita. Un altro mito in agonia!


· GOOD NEWS
o Seppure una goccia nel mare degli aiuti “a pioggia” made in USA, Obama mette sul piatto 32 MLD $ per modernizzare la rete elettrica americana (famosa per i black out); 11 MLD di $ per le smart grid (le reti elettriche intelligenti); 8 MLD di $ per finanziamenti a impianti che producono da fonti rinnovabili. Bene. Capiamo… briciole… ma meglio di niente!
o Obama si arrabbia con i mega manager multimilionari che hanno contribuito a sbattere il mondo in questa recessione. E dice: “toglieremo l’aria da sotto i paracaduti d’oro”. “Golden Parachute” i compensi milionari con licenza di disastri. Impone un tetto di 500.000 dollari annui ai manager di imprese che abbiano ricevuto aiuti statali. Siamo ben consci che questi manager siano in parte anche vittima di un sistema che portava necessariamente lì, ma siamo anche consci che questi hanno deliberatamente collaborato (e ne sono stati lautamente renumerati). Insomma pessimo esempio di circolo vizioso. Sarà populismo, sarà demagogia ma ci sembra sensato! Altrimenti alla fine ognuno ha le sue ragioni e nessuno è responsabile. Si sa la sconfitta non ha padri…
o Uniti agli incentivi eco, un bel 1-0 per Obama!
o Google e Nasa (maltrattatissima da Bush) raccolgono gli spiccioli e fondano “Singulary University” università della singolarità. Una singolarità è il buco nero. E’ il Big Bang. Quando una equazione fisica per variabili che tendono a zero o infinito retrocede o zero o infinito, le equazioni stesse perdono di significato e di previsionalità. Si dice che siamo in presenza di una “singolarità”. E’ una parola elegante per ammettere che l’equazione è incompleta e/o che la teoria fisica è fallace. Insomma che la nostra conoscenza degli eventi naturali è imperfetta! I due impianti fisici più straordinari e migliori che al momento disponiamo sono la relatività di Einstein e la fisica quantistica. Purtroppo non dialogano. In una manca la gravità e l’altra in condizioni estreme produce singolarità. Sicuramente andranno integrate e migliorate. Bene, questa Università preparerà i “futurologi”. Persone preparate a governare macchine più intelligenti degli uomini (previste da Google e Nasa per il 2050 circa). Questa è voglia di ricerca pura, quasi fantascientifica, di quelle che hanno fatto grande l’uomo. Questo è il sogno letterario di andare sulla luna! Magari non sortisce niente, ma questo tentativo in tempo di crisi e da parte di due di quelle poche istituzioni ancora degne di questo nome e quello che riuscirà a produrre è una gran bella notizia! Avanti così!



IL FOCUS
Come anticipato nella nota n. 17 oggi ci occupiamo di “protezionismo”.
Prima vogliamo solo fare una piccola precisazione che ci aveva quasi convinti a cambiare il focus di questa nota.
Negli ultimi tempi ci “fischiano” molto le orecchie. Chiunque di voi legga l’informazione finanziaria avrà notato, come negli ultimi tempi ci sia stata una grossa trasformazione del “sentiment” dei big delle istituzioni finanziarie ed economiche mondiali (vedete anche new della settimana sul blog). Siamo passati in poche settimane da un “ottimismo” che noi abbiamo più volte detto ingiustificato e dannoso ad un pessimismo che inizia quasi a sembrarci eccessivo. Capiamo che i dati usciti non incoraggino e sono tragici e ineluttabili, ma diverse domande ci ronzano in testa:
· Ma è proprio vero ed è mai possibile che se ne sono accorti solo ora della vera portata di questa crisi?
· Cosa bolle in pentola?
· A che gioco stanno giocando?
· Potrebbe esserci sotto qualcosa che mette a rischio i nostri sudatissimi piccoli risparmi come purtroppo spesso è successo?
Intanto che ci riflettete anche voi iniziamo a meditare anche noi. Di base non crediamo ai complotti “mondiali”, quelli “sionisti”, “massonici” o quant’altro. Ci è sempre (poi magari sbagliamo) sembrata spazzatura informativa anche se capiamo essere molto consona alla cultura italiana dell’Azzeccagarbugli manzoniano e anche se a volte si è dimostrata più o meno tragicamente vera (vedete P2, Gladio, Gelli, ed altri finiti più o meno male, galera ospedale e suicidi). Ma appunto sono eccezioni. E’ che iniziamo a sentire una piccola puzza di bruciato. Sarà la nostra cronica diffidenza verso l’informazione finanziaria (quella che poi riguarda i risparmi di tutti noi) che riteniamo essere, quasi sempre (salve rare e preziose eccezioni) viziata da un palese conflitto d’interessi molto ingarbugliato quando viene da queste istituzioni megaimportanti, sarà quel sano vizio alla prudenza che ci ha risparmiato in questo terribile ultimo anno, sarà quel minimo senso di coerenza, che capiamo benissimo non albergare nella classe dirigente mondiale, ma che a noi piace così tanto, quella logica di pensiero che porta a cambiare le opinioni (altrimenti si muore) ma non a stravolgerle nel giro di pochissimo tempo… Non sappiamo… o meglio qualche idea inizia a saltarci per la testa come grilli. Vi terremo informati tempestivamente sperando che le nostre supposizioni non siano corrette… Non escludiamo “nota” straordinaria a breve (nostro tempo permettendo…).
Il G7 riunito a Roma in questi giorni ha adottato un motto vero ma ipocrita: “blocchiamo il protezionismo”!
Tecnicamente il protezionismo è una corrente di pensiero economico che prevede la messa in atto di tecniche più o meno esplicite volte alla protezione dell’economia interna di una nazione o di un area commerciale al fine di salvaguardarla a scapito del resto del mondo. La corrente di pensiero opposta prende il nome di libero-scambismo (che è un aspetto del più generale liberismo). Normalmente viene effettuata attraverso diversi sistemi, che nel corso del tempo si sono stratificati diventando più o meno “occulti”:
I più espliciti sono i dazi all’importazione e il contingentamento: una sorta di tassazione all’origine che ha il duplice effetto di aumentare il prezzo di vendita dei beni importati (a tutto vantaggio di quelli nazionali) e di aumentare il gettito erariale dello stato. E’ come chi fuma. Chi compra un bene soggetto a dazi accetta in modo autonomo di aumentare la propria aliquota di tassazione globale. Una sorta di autotassazione. Siccome generalmente, a qualunque persona razionale, non piace aumentare il carico di tassazione effettivo, o spendere di più per lo stesso oggetto, il risultato generalmente (a meno di differenze enormi di qualità percepita) è uno spostamento della domanda su beni analoghi a produzione nazionale. Nel breve periodo si salvaguarda utili e occupazione nazionale (a scapito di quella estera) ma nel medio e lungo si tolgono importanti incentivi alle imprese nazionali a diventare più efficienti (manca il sano confronto concorrenziale, vedi URSS) e si incancreniscono le inefficienze nell’allocazione delle risorse.
Più sottile e meno “automatico” sono i dazi sull’esportazione. Sembrerebbe un controsenso in quanto renderebbero meno conveniente la vendita all’estero di beni a produzione nazionale; Generalmente, invece, risultano molto applicati (seppure in una variante meno esplicita) e riguardano materie prime, fonti energetiche ma anche prodotti agricoli e di altissima teconologia, in cui la nazione si trova ad essere per ragioni geologiche e storiche (la natura sembra non interessata ai problemi economici e politici dell’uomo) in condizione di monopolio od oligopolio. È un modo per mettere in difficoltà i paesi importatori e creare riserve più o meno pubbliche anche molto ingenti. Ne è un classico esempio il cartello del petrolio (OPEC - Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio). Un piccolo numero di nazioni (attualmente 12) che controlla circa il 78% delle riserve mondiali di oro nero (e puzzolente!). Questi non applicano veri e propri dazi all’esportazione, ma tramite controlli sull’attività estrattiva (quote per singolo aderente) tengono fittizziamente alto il prezzo di vendita creando un aggravio di costo ai consumatori di petrolio o loro derivati (praticamente tutto il mondo) e accumulano ingentissime risorse (i vari “fondi sovrani”).
Il discorso è analogo per la produzione di diamanti (e in parte di oro), in mano a pochissime aziende di pochissimi stati, per la produzione di prodotti agricoli da parte di quasi tutti i paesi mondiali (USA e UE in testa), con il sistematico e codificato utilizzo delle quote produttive (quote latte) o delle distruzione di derrate, ma anche nella tecnologia software (Microsoft) e hardware (produzione di silicio e chip).
Questa forma di protezionismo viene sostanzialmente applicato ogni qual volta una nazione si trova ad avere aziende monopolistiche mondiali in un determinato settore o per precise scelte politiche. La storia ci insegna che quando si presenta l’occasione, non viene mai lasciata scappare al di là dei proclami mondiali di facciata!
Come si intuisce, si tratta di una “drogatura”, di un “inciucio” di interessi che rappresenta per sua natura una aberrazione delle leggi del libero mercato e crea poderose inefficienze. Sono innegabili gli effetti deleteri delle quote latte (su cui torneremo presto) che “obbligano” le mucche a produrrne solo una certa quantità (ma anche qui la natura se ne strafrega delle esigenze dell’uomo) e si sostanzia in una distruzione dello stesso con sperpero e costi o in frodi difensive più o meno importanti. Idem tutti gli interventi a sostegno dell’agricoltura (la famosa autosufficienza alimentare) importantissima per i governi sovrani, quasi quanto gli armamenti, che arriva sempre a distruggere derrate per limitare l’offerta e tenere alto il prezzo.
Il contingentamento è una vera e propria limitazione quantitativa all’importazione di merci. Si stabiliscono quote massime per i diversi bene dei diversi settori.

controllo del rapporto di concambio tra monete: per evitare inutili dupplicazione vedere quanto detto nella nota 17. E’ la forma di protezionismo preferita dalle economie emergenti e dall’Italia pre-euro. Sono tese ad evitare il rafforzamento della propria moneta (vedere Cina) o alla “svalutazione” competitiva della stessa (vedere Italia dagli anni 70 agli anni 90 compresi).

Dumping: pratica attualmente in declino (ma a ondate ritorna sempre e questa fase ne è propizia). Si sostanzia in vendite sottocosto nei mercati esteri per favorire la “penetrazione” ed uccidere sul nascere le nascenti imprese locali. I margini persi nei mercati esteri vengono recuperati con prezzi alti sui mercati domestici. Per poterla fare occorrono diverse condizioni:
· Essere monopolisti nel mercato interno (cioè essere price maker)
· Avere dimensioni internazionali
· Appartenere ad una nazione economicamente avanzata

Premi, agevolazioni creditizie e fiscali a favore di aziende nazionali. È il caso, ad esempio, dei recenti aiuti al settore auto (uno dei più colpiti assieme al bancario assicurativo) dato dalla Francia, che ha fatto “arrabbiare” enormemente la Germania (altro notevole produttore di auto) e probabilmente vero motivo della dichiarazione del G7 di Roma. Sostanzialmente la libera concorrenza non vorrebbe che venissero concessi aiuti “speciali” ad alcune imprese del settore a tutto scapito delle altre. Sempre in questa ottica protezionistica si collocano gli aiuti all’auto (FIAT) dati dall’Italia. Sono solo più sottili e “furbi”, come è nel nostro carattere plurisecolare. Gli incentivi, fintamente generici e a favore di tutti, sono abilmente mascherati da sensibilità ecologiche notoriamente latitanti alla nostra classe dirigente. Andando a vedere (limite di emissione di 120 e cilindrata sotto i 1.300 cm cubici) scopriamo che i modelli attualmente sul mercato che beneficeranno degli incentivi massimi sono solo 4 (3 della Fiat leader di segmento e 1 della Citroen (in odore di matrimonio alla Carla Bruni con il Lapo Maximo) . Morale come più volte ricordato sono aiuti alla Fiat. L’esempio americano del settore è devastante per il liberismo: MLD di dollari a pioggia e bruciati in modo pessimo dalle ex tre big.
D’altra parte presto scopriremo che il liberismo sfrenato non è una panacea nel senso letterale della parola, la dergulation degli anni 90 e primi 2000 è stato l’humus su chi sono fioriti gli azzardi finanziari che ora ci stritolano. Ma ne parleremo diffusamente più avanti.
Storicamente, il mondo ha continuamente oscillato tra le due “vocazioni” senza probabilmente mai raggiungerle al 100%. Come se fossero due pensieri puri, hai quali si può legittimamente aspirare ma non approdare in maniera definitiva. Questo ci insegna che forse è arrivato il momento di superare questo approccio. Vedremo come!. Normalmente i sistemi economici scivolano nel protezionismo conclamato a seguito di crisi economiche (come quella attuale) e sviluppano un protezionismo più sottile e tollerato nei momenti di abbondanza! L’Italia (e la Germania nazista) ha sperimentato nel ventennio, un protezionismo tutto particolare. Venne chiamata Autarchia. Il modello era quello dei borghi medioevali o delle famiglie coloniche. Piccola comunità totalmente autosufficiente. Ha trovato le sue origini in quel “colonialismo da straccioni” (come l’apostrofò l’Inghilterra) che fu l’invasione dell’Abissinia. La società delle nazioni (l’alter ego dell’ONU di oggi) ci impose un embargo. Si sa, era caratteristica tipica di quel periodo far passare una sfortuna per un pregio eroico e virile. Del tipo: “tanti nemici tanto onore”. Vennero a mancare petrolio, carbone cotone e lana e tant’alrto. Si lanciarono con molta enfasi (ma era una difesa) i prodotti autarchici. Al posto del The c’era il karkadè (fiore dell’Ibisco) che proveniva dalle colonie africane. Non era proprio come bere il the, ma era ottimo contro la stipsi! Le auto venivano fatte andare ad alcool (non male per i tempi…) o a tutto ciò che bruciava, e alla fine ebbe grosso impulso la chimica e la ricerca scientifica (non male neanche questo…). In generale però fu un fallimento che portò abbrutimento e fame e che fini per sempre, come esperienza storica, con una guerra disastrosa. Una curiosità. I prodotti italiani surrogati di quelli esteri erano di qualità peggiore se non infima. Nacque lì, quel fenomeno culturale tipicamente nostro di “esterofilia”. Di trovare migliore e più bello il prodotto made in estero rispetto al nostro.! Insomma il contrario dei cugini francesi. Nacque sempre lì il modo di dire “merce di prima” tuttora usato nel linguaggio comune. Non stava ad indicare la qualità della merce, ma che si riferiva a prima dell’autarchia, quindi che era estera!

Questo è, in termini tecnici con una briciola storica, il protezionismo. Visto così sembra qualcosa di veramente negativo, e sicuramente lo è per davvero. Ma, le vere domande (perdonateci l’ironia con cui le poniamo, ma viene spontanea) a cui bisogna rispondere sono:
· Il libero-scambismo esiste davvero o è la solita “bugia” finanziaria?
· è il protezionismo un demone e il libero-scambismo (che già nel nome ricorda un gioco per adulti) l’acqua santa? Quali sono i limiti del libero scambiasmo?
· Chi propugna il libero-scambismo, questi paladini del G7 senza ne macchia ne paura è disposto a metterci la moglie (o il marito) o lo dice solo per gli altri e si gode la festicciuola?
· Soprattutto: esistono delle alternative a questi due modelli che per un verso o per l’altro sono fallaci e hanno entrambi provocato disastri inenarrabili?

La parte interessante capiamo essere questa, ma per motivi di tempo e di lunghezza li tratteremo nella news che vi spedirò la prossima settimana.
Intanto meditiamo sul fatto che il G7 viene a parlare di “abolizione del protezionismo” proprio quando gli USA hanno varato la più grande manovra protezionistica di tutti i tempi. Parlano di nuovo ordine mondiale proprio quando questa crisi la hanno scatenata loro con il loro “non” ordine mondiale. Meditiamo sul fatto che negli Usa sono già stati varati impegni finanziari per oltre 9 trilioni di dollari a fronte di un PIL di poco maggiore di 14 trilioni di dollari (e gli USA mantengono la AAA!). Meditate sul fatto che all’annuncio del piano del nuovo segretario del tesoro usa, la borsa ha fatto un tonfo di oltre il 4%.
Portate un filo di pazienza! A presto






AZIONI
Prime due settimane del mese ribassiste (come da previsione di nota 17).
Bene gli emergenti con Russia e Brasile in testa.
Il bias mondiale rimane tristemente e cronicamente fortemente ribassista!
Lunedì esce il dato sul PIL nipponico! Controllatelo. Sarà terribile! Col segno meno vicino alle due cifre! Vedremo l’impatto sulle azioni.
Da tempo la borsa è laterale. Si attende un veloce rimbalzo e la successiva ultima ondata di ribassi. Potrebbe essere che il rimbalzo non parta, ma il pessimismo che aleggia nei palazzi del potere che ora giocano a chi la vede più nera ci fa ritenere che presto partirà! Lo s&p viaggia tra gli 800 e gli 870 punti. Una rottura di questa banda in un senso o nell’altro dovrebbe dare la direzione. Se parte il rimbalzo, il dollaro crolla, altrimenti recupera.
Questa che stiamo vivendo è la classica calma piatta apparente prima della tempesta. Oramai le borse sembrano quasi assuefatte alle pessime trimestrali (in parte già scontate nei prezzi) e questo è un segnale positivo. In mancanza di dati catastrofici (sinistramente possibili in questo limbo) si attende un rimbalzo verso quota S&P di 1000 su cui alleggerire. Se arriva la vera bad news si dovranno tracciare nuovi minimi e attendere ancora per il rimbalzo
Orecchie dritte!
scenario di breve: laterale – rialzista
senario di lungo: fortemente ribassista

OBBLIGAZIONI
Nelle ultime due settimane i titoli di stato hanno offerto ottime soddisfazioni e hanno riportato in positivo i nostri personalissimi portafogli.
Riteniamo che con l’abbassamento dei tassi a breve (euribor ai più bassi livelli storici) e l’aumento dell’inclinazione della curva che ne è derivata, dovremmo assistere nel breve medio periodo ad un appiattimento verso il basso della curva a lungo (oggi con un differenziale sui 10 anni maggiore che negli USA). Morale dovrebbero continuare ad arrivare buone soddisfazioni su questo tipo di investimento. Quindi sul nostro personalissimo portafoglio ci teniamo sulla parte tra i 5-7 anni, per sfruttare l’abbassamento. Se dovessero rimbalzare le borse, probabile un rintracciamento che però non giustifica l’abbandono della posizione che riteniamo molto buona nel medio perido. Con un SE!!!
Su tutto il comparto aleggia un fantasma, rievocato da Tremonti:
questo ha buttato un sasso nello stagno in un momento delicatissimo, con anche qualche ripercussione di borsa. A sostenuto che non è da escludere nei fine settimana un fallimento di una banca europea. Poi ha ritrattato! Non è una frase leggera! Solo uno sprovveduto (e non lo pensiamo) o un ben informato si lascia, nella sua posizione, sfuggire una frase del genere. Non la abbiamo capita per niente ma ci lascia fortemente inquieti…
Deutsche Bank, per rincarare la dose, ha giocato a fare la furbetta. Ha calcolato la sua leva con i sistemi anglosassoni (rispettabilissimi) e ha pubblicato il bilancio con quelli europei. Piccolo problema, con i criteri anglosassoni (molto meno severi) il grado di leva risultava intorno ai 28 e aveva suscitato ammirazione ed entusiamsmo. Con quelli Europei passava il 72 in peggioramento!!!! Tutto questo veramente, non ci tranquillizza affatto. I trucchetti contabili sono bruttissimi segnali! La considerazione da fare è terribile e vogliamo credere da fanta-finanza. Se solo (lo diciamo come incubo peggiore, fanta finanza appunto) una delle prime 15 banche europee (che spesso hanno indebitamenti maggiori del PIL di intere nazioni europee!!!) e che sono ad altissima leva e spesso esposte verso i mercati dell’Europa emergente dovesse scricchiolare, il salvataggio della stessa per l’UE diventerebbe superproblematico. Se poi si considera l’effetto catena che ha dimostrato palesemente il caso Lehman, allora lo scenario sarebbe da catastrofe totale e il debito pubblico europeo diventerebbe incontrollato con rendimenti alle stelle. Il nostro portafoglio crollerebbe. Solo massiccia stampa di moneta con acquisto di titoli pubblici porrebbe un paracadute. Ovviamente i fallimenti verrebbero comunicati il fine settimana. A borse ferme. Chi è dentro non può più far nulla. Se qualcuno fosse timoroso in questo senso dovrebbe rimanere in liquidità. Staremo attentissimi e speriamo che questa pessima “buttade” di pessimo gusto sia stata solo funzionale a fare pressioni per l’emissione di obbligazioni pubbliche europee. Unico modo per raccogliere denaro a spread germanici e scaricare le tensioni dei paesi più deboli sull’intera erozona. Veramente siamo perplessi…
Benino anche il comparto corporate in euro
Salvo sorprese inimmaginabili:
scenario di breve: laterale
senario di lungo: rialzista sui corsi sulle scadenze più lunghe
scenario corporate di breve: laterale rialzista sui corsi
scenario corporate di lungo: rialzista sui corsi


COMMODITIES
L’oro ha toccato in settimana i suoi massimi storici da 8 mesi. Si è portato in vicinanza di 950 $ per oncia per chiudere intorno ai 942 $ per oncia a fronte di un record storico di sempre nel 2007 a 1.030 circa $ per oncia. Da inizio anno ha portato a casa un bel +7%. L’oro dunque si mantiene forte e va a delineare sempre più il suo ruolo di bene rifugio contro la sostituzione del debito privato con debito pubblico e a fronte dell’aumento spropositato di carta moneta. Una volta l’oro era l’approdo preferito dai risparmiatori in periodi di alta inflazione e tassi reali in territorio negativo e veniva “dimenticato” in periodi di bassa inflazione. Oggi ha assunto una funzione protettiva in deflazione! Non è un bel segnale! Il resto delle commodities (CRB) perde il 5%. Oggi con un grammo d’oro si acquistano quasi 25 barili di petrolio. Un anno fa poco più di 7! Questo segnale la dice lunga. Il mercato non crede alla ripresa, ma sembra credere al fallimento della politica economica. Oggi il valore dell’oro è dettato solo dalla paura. Nel nostro personalissimo portafoglio, dopo le soddisfazioni avute dall’oro iniziamo a prendere in seria considerazione un suo alleggerimento soprattutto se dovesse avvicinarsi come pensiamo a quota 1.000. Se si dovesse verificare il tanto ambito rimbalzo di Fibonacci sul mercato azionario, potrebbe iniziare a rintracciare pesantemente. Nel lungo periodo è ancora bene di investimento assoluto anche se non a buon mercato
Previsione di breve oro: moderatamente rialzista
Previsione di lungo oro: rialzista
Previsione di breve CRB: laterale
Previsione di lungo CRB: ribassista

VALUTE
Il dollaro si mantiene oramai da mesi nella fascia di oscillazione 1.27 – 1.32 e come detto in note precedenti ha una correlazione inversa rispetto alle borse. Vediamo male lo Yen, con un’economia troppo debole ed estero dipendente. Previsto un crollo del PIL (la stima arriva lunedì) impressionante! Per il momento non ci sentiamo di sbilanciarci, ma vi terremo informati sulle News del Blog. A presto, sul nostro personalissimo portafoglio prenderemo posizioni ribassiste sul dollaro. Il tutto è determinato dalla partenza o meno del rintracciamento borsistico. Se parte vendere dollari, se sfonda al ribasso comprarli.
State on line!
Scenario di breve dollaro: laterale ribassista contro euro
Scenario di lungo dollaro: ribassista verso euro con zona di arrivo 1,50 circa
Scenario di breve yen: ribassista verso euro e dollaro
DATI MACRO ENTRANTI
Settimana discretamente densa di notizie:



PORTAFOGLI
I portafogli con cambiamenti effettuati, performance, composizione e analisi sono sul blog: http://financialmarketanalisys.blogspot.com/
Li potete ingrandire e stampare cliccandoci sopra.
Questa Nota è disponibile per lo scarico in PDF sempre sul Blog
Abbiamo aggiunto nel Blog degli utilissimi tools (in fondo, in coda a tutti i post) quali il prezzo live dell’oro e del petrolio, il prezzo con aggiornamento automatico ed in real time di tutte le maggiori valute ecc. Speriamo di avervi fatto cosa gradita.

Un cordiale saluto

Claudio Bonilauri

sabato 14 febbraio 2009

AUGURI

A tutti quelli che hanno la fortuna di essere innamorati e smarriti, di una persona, di un animale, di un oggetto, di un ricordo, della vita o di altre cose belle del mondo! i nostri migliori auguri di Buon San Valentino!
A noi la crisi non ci fa un baffo!
Claudio

venerdì 13 febbraio 2009

NEWS del 13/02/2008

BTP a 5 anni: Rendimenti sui minimi storici: 3.50% lordo, in calo di 0.37% punti con richieste del 20% circa superiore all'offerta. Buonissima notizia per i nostri portafogli posizionati in buona parte su questa scadenza. Il BTP al 2023 rendimento lordo: 5.07%; BTP al 2029 al 5.38%. Vista la deflazione entrante su queste scadenze si presentano buonissime opportunità; cercheremo di coglierle a tempo debito

Per il resto purtroppo anche oggi non riusciamo a dare "good news". Oramai non stupisce:

Trimestrali Europa sul PIL
: Giornata di trimestrali sull'andamento del PIL dell'ultimo trimestre del 2008; Terribili! tutte negative con Italia in testa (-2.6%) e Germania, Inghilterra e Spagna (non proprio briciole...) con preoccupanti segni meno. Dopo due trimestri consecutivi di PIL si parla tecnicamente di recessione. Unica nota positiva la Francia che chiude un trimestre in lieve territorio positivo.
Berlusconi: "la dimensione della crisi preoccupa"
FMI: per bocca del suo presidente: "il peggio sull'economia reale deve ancora arrivare"
Banca Mondiale, sempre per bocca del presidente: "senza interventi si rischia la crisi umanitaria"
Oramai i "pezzi grossi" ripetono quello che noi sostenavamo almeno da sei mesi. Loro lo sapevano da sempre, da molto prima di tutti quelli come noi che spulciano in mezzo alle mezze informazioni. Si sà, bisogna aver riguardo sulle notizie... ora i numeri non si possono più ragionevolmente nascondere. Penso che per le illusioni rimanga poco spazio. Chi pensava ad una ripresa per quest'anno temo si possa mettere comodo, accendere il sigaro, bersi un goccetto e aspettare quel pezzo.... Non ci rallegra per niente!
Wells Fargo (banca): dopo una perdita di 2.5 MLD di dollari solo nell'ultimo trimestre e aiuti statali di 25 MLD di $, deve annulare tutte le attività ricreative e i viaggi premio a favore dei dipendenti. Con questi si scusa con uno slogan che sintentizza con freddura "anglossassone" la situazione attuale dell'economia «Okay, time out. Something doesn't feel right»!
Vendite di auto in europa a gennaio: Volkswagen -20,1%, Psa -24,8%, Ford -21,8%, Fiat -26%, Gm -35,4%, Renault -33,9%, Toyota -31,5%, Daimler -30,5%, Bmw -32,4%, Nissan -25,5%, Hyundai -16,3%, Honda -27%, Mazda -16,7%, Suzuki -28,5%, Kia -28,7%, Mitsubishi -41,8%, Jaguar Land Rover -49,2%, Chrysler -53,2%. Numeri da collasso del settore... Forse Marchionne sbagliava... se continua così tra 2 anni non rimarrano solo 6 grandi case, ma 3 o 2.....

giovedì 12 febbraio 2009

NEWS 12/2/2009

BoT: sensibile calo dei rendimenti in linea con quanto andiamo dicendo da diverso tempo! qualsiasi cosa dica Trichet, la realtà è che anche la BCE deve proseguire nella sua pericolosissima discesa dei tassi a fotocopia della ZIRP (zero interest rate policy) di stampo USA. Ben per i nostri portafogli, che sono posizionati sulla parte a medio delle obbligazioni pubbbliche e che in questi giorni stanno beneficiando di questo ribasso sensibile dei tassi:
BoT a 3 mesi all' 1.206% lordo
Bot a 12 mesi all'1.374% lordo
ritenuta 12.50%
Chi avesse seguito i nostri suggerimenti di sfruttare questa situazione dovrebbe avere buone soddisfazioni!
Fortis Holding: Gli azionisti hanno votato contro il piano di salvataggio-nazionalizzazione predisposto dalle autorità belga. Prevedeva la vendita del 75% del business bancario e assicurativo a BNP Paribas. Senza questa cessione forzata Fortis Banca va verso un probabilissimo default (forse era proprio a questo che si riferiva Tremonti quando ha detto che durante il fine settimana non escludeva nuovi fallimenti bancari. Vedrete che alla fine la nazionalizzazione totale e la vendita degli asset bancari avverrà ugualmente con qualche escamotage! arriva a perdere in borsa circa il -20%.
Peugeat citroen: -343 ML di € di perdita; previsti 11.000 licenziamenti per il 2009 (5% della forza lavoro totale);
Renault: perdite per quasi 1 MLD di €! previsti licenziamenti per circa 6.000 dipendenti. Stà in piedi solo grazie alla generosità (coi soldi dei contribuenti!) del governo made in Carla Bruni che gli ha concesso un prestito agevolato di 3 MLD di €. Dovrebbe garantirgli liquidità per tutto il 2009. Temiamo che non basteranno. Inoltre la UE vi intravede in questo, aiuti di tipo protezionistico e potrebbe in qualche modo intervenire. Staremo a vedere. Buono il nostro consiglio di liberarsi dei titoli automobilistici dato a settembre del 2008!
EUROZONA: nuova revisione al ribasso delle stime di crescita del PIL, che passano da un misero +0.3% (almeno era positivo) ad un sonante e drammatico -1.7%! Tecnicamente questa si chiama, nonostante la paura che la parola incute, RECESSIONE! Buona pace per gli ottimisti ad oltranza, che al mini rimbalzino del gennaio 2009 già gridavano alla prossima ventura ripresa e ci tacciavano di pessimismo cosmico!
Su base annuale la produzione industriale ha ceduto il -12%! su base mensile ha ceduto il -2.6% rispetto a novembre (che già a sua volta aveva ceduto)
Per dovere di cronaca ricordiamo che si tratta del peggior ribasso (quello mensile di dicembre) mai registrato da quando esistono le statistiche in eurozona (1991)
EUROTOWER: prevede un "crollo senza precedenti" delle previsioni sull'andamento del PIL e pesanti ribassi delle attese di inflazione (eufemismo per dire deflazione). Prevede inoltre disoccupazione nel culmine della crisi intorno al 10% (noi andiamo da tempo dicendo che ci aspettiamo un tasso di disoccupazione tra il 10% e il 15%). Qualcuno inizia finalmente a raccontare la verità!
Purtroppo non abbiamo trovato per oggi nessuna "good news"! anche questo è un sintomo dei tempi odierni.
Pioneer: esce dal comparto delle TV al plasma ove era leader di qualità riconosciuto mondialmente e aveva il 6% del mercato mondiale. Perde 130 MLD di yen e licenzia il 27% della sua forza lavoro totale. Per lei temiamo il peggio...

mercoledì 11 febbraio 2009

AVVISO

Cari amici, viste le numerose mail pervenute precisiamo che gli aggiornamenti sul portafoglio usciranno domenica sera come d'abitudine con relativo commento e analisi performance.
Sempre domenica sera uscirà la nuova nota sui mercati
un saluto a tutti
Claudio

trading Fiat

come annunciato nella nota 17 di fine gennaio, col nostro personalissimo portafoglio siamo entrati in Fiat a 3.53 e abbiamo venduto a 4.65 con un guadagno del 30.50% circa. Di questi tempi non è male.
un saluto
Claudio

domenica 1 febbraio 2009

portafoglio low volatility del 31/01/2009 (click su immagine per ingrandire)

portafoglio high volatility del 31/1/09 (click su immagine per ingrandire)

NOTA SUI MERCATI N° 17 del 01/02/2009

Per scaricarla in PDF cliccare:

Gentili investitori e cari amici,


LE NEWS

15 giorni da dimenticare. Le trimestrali e le news uscite avrebbero affondato la Bismark senza neanche l’epico inseguimento.
Finalmente qualche “pezzo da novanta” inizia ad uscire dal coro e a dire che la crisi sarà “lunga e grave” (BCE). Dietro questi numeri nemmeno i mentitori più grossi, i venditori interessati di speranza riescono più ad essere ottimisti e sanno di non poter più millantare credito. Non preoccupatevi al primo mini rimbalzino di borsa li rivedremo col sorriso patinato a 5.000 denti ripetere le stesse bugie! Sarebbe a nostro avviso buon giornalismo allegare alle dichiarazioni effettuate, copia autenticata del loro dossier titoli (per vedere se quello che dicono corrisponde al vero o se predicano “male” e razzolano “bene”…)
L’Euristat ci avvisa che nel 2009 il calo del PIL europeo sarà di circa il 2% (l’Italia ovviamente è data peggiore (-2.1%) con debito / PIL sopra il 110%)
Royal Bank of Scotland (RBS) la combina grossa: -28 Miliardi di sterline di perdita. Il rosso maggiore mai visto in GB.
Gordon Brown (premier inglese) si “arrabbia” subito dopo aver portato la partecipazione in RBS dal 58% al 70% (iniettando altra moneta) e salvandola da sicuro default. Parla di decisioni “irresponsabili” prese dalle banche mondiali. Forse si accorge che i soldi stanno finendo!
In Giappone calo record della produzione industriale del -8.5% in dicembre (la contrazione più grande mensile mai registrata)
Gli ordinativi in Italia calano del -26.2% (ribasso maggiore dal 1991), l’export cala del -13.3% (dato peggiore dal 1997)
Le richieste di sussidi alla disoccupazione USA, sono ai massimi storici. Mai così alti negli ultimi 26 anni!
Gli Usa sperimentano un calo del Pil nell’ultimo trimestre più grosso in percentuale da 27 anni. Obama dice: “crisi sempre più profonda” e “famiglie in seria difficoltà”
Gli aiuti Usa all’economia hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 4.6 Trilioni di dollari (a valori attuali, più dell’intero costo della seconda guerra mondiale e più del piano Marshall).
In Europa gli aiuti sono minori (si fa per dire…). Tra soldini stanziati e garanzie prestate alle banche si sfiorano i 2 Trilioni (mila miliardi) di euro. Ovviamente la Germania è la più generosa (rispetto al Pil è la Spagna con un bel 3.5%). Ultima, come sempre di questi tempi, l’Italia (0,2% del Pil). Non abbiamo un soldo e siamo già oberati dai debiti! Tremonti si trincee dietro le belle parole dei teorici del libero mercato (oramai carta straccia per tutti). La realtà è che mentre tutti aprono i cordoni della borsa, la sua è vuota da quel pezzo! Rivendica Bond Europei ma in tempi del si salvi chi può gli altri (con le loro tasche mezze vuote) fanno orecchie da mercanti…
Nokia: -60% su utili ultimo trimestre. Fatturato in calo del 20%
B.T.: utile a 17 Milioni di sterline (contro i 200 milioni medi dei trimestri precedenti)
Sony: per la prima volta in 14 anni, perdita di 1.25 Miliardi di euro e -16.000 dipendenti.
Microsoft: -5.000 dipendenti
Google: utili in calo per la prima volta nella sua breve e splendida storia. (almeno qui parliamo di utili!!!)
Samsung electronics in rosso per la prima volta!
Si potrebbe continuare, ma ci sembrano sufficienti…
Fiat: Fiat è una delle poche aziende automobilistiche con i conti a posto (anche se “brucia” liquidità a livelli altissimi e aumenta l’indebitamento) e ha il management migliore del settore. Sarebbero due requisiti che in periodi normali da soli varrebbero una bella tenuta del titolo azionario. In più si trovano gratis la Chrysler al 35% con opzione (sempre gratis) di superare la maggioranza assoluta. Meglio forniranno la tecnologia Fiat valutata sui 3.5 Miliardi di euro (quasi più della capitalizzazione in borsa di Fiat stessa). Resta il fatto che a Fiat non gli costa niente (è gratis!) ed ora può accedere alla rete di vendita USA per “rifilargli” la 500 e le Alfa. Inoltre in questo modo accede a circa 4 miliardi di dollari già promessi da Obama.. Come più volte ricordato, oggi quello che conta è l’appoggio politico. La Fiat paga (come le banche italiane) la crisi Paese. Qui da noi non ci sono soldi da dargli (al contrario di quello che succede nel resto del mondo). E per averli si usa il sempre vecchio e sano ricatto. Alla fine anche noi dovremo aprire le tasche e toglierci gli ultimi spiccioli.
Morale il titolo ha quotato intorno ai 3.40 euro per azione (molto meno del minimo storico del 2002 , pre fallimento!). Con molta prudenza (5%), come consigliato nel portafoglio speculativo, abbiamo iniziato ad accumularla a 3.52 euro per azione. E’ un azzardo, ma ci sentiamo di prenderlo. Stop loss a 3,00 euro (-15%), vendita a 4.50 euro

IL FOCUS
Oggi ci occupiamo di un tema più volte sfiorato: la deflazione.
Tecnicamente la deflazione è un fenomeno semplice e banale. Si tratta della riduzione generalizzata dei prezzi. Il contrario della tanto sperimentata (e oggi quasi amata e agognata) inflazione. Rappresenta anche uno dei più grossi spauracchi dei poteri sovrani. Da un punto di vista matematico il fatto che una variabile possa assumere valori positivi e negativi non spaventa, anzi spesso, è il suo naturale “spazio vitale”. Ad oggi la natura sembra fornire diversi esempi, anche esotici e “strani” di inversione di segno. Si parla di antiparticelle (inversione di segno sulla carica elettrica), di energia negativa, di energia gravitazionale negativa ed altre belle variabili che possono tranquillamente invertire di segno. Proprio così, la gravità negativa, per quello che ne sappiamo ad oggi, sarebbe la causa prima di quel fenomeno che nel “modello standard” viene chiamato “inflazione” (strana coincidenza!) e che determinò nei primi momenti di vita dell’universo uno “stiramento” impressionante dello spazio-tempo. Sostanzialmente è come se la terra, in un tempo di qualche pico secondo (millesimo di miliardesimo di secondo) diventasse vasta come l’intero universo visibile (non vi preoccupate, la costanza della velocità della luce viene salvaguardata!) Bellissimo ma incredibile. La Natura a saperla guardare non smette mai di stupirci e più ci addentriamo più ci propone cose bizzarre e assurde come se fossero la norma.
Solo il tempo (la freccia del tempo) sembra, nostro malgrado non potersi invertire. Anomalia che fa storcere il naso a parecchi. Oggi si inizia a valutare e cercare un tempo negativo, ma alle conoscenze attuale è solo speculazione da fisici teorici.
Se la gravità attira, l’antigravità spinge! Un’inversione di segno di una variabile provoca effetti identici e contrari! Come in uno specchio!
L’inflazione “piace” ai grandi comunicatori di oggi per diversi motivi:
· provoca una naturale e razionale avversione a detenere valori nominali (moneta), in quanto via via che passa il tempo il suo valore in termini reali (quantità di beni reali acquisibili con un certo capitale nominale) cala. Viene prosciugato. E’ nella esperienza quotidiana la tendenza a non tenere 1.000,00 euro sotto il cuscino (forse però oggi qualcuno si pente di non averli tenuti!), conscio che a distanza di qualche tempo, quei 1.000,00 euro “valgono meno” . E’ l’inflazione! Un qualcosa che fa “evaporare” più o meno lentamente il contenuto intrinseco del valore di una moneta. L’inflazione “costringe” i possessori di liquidità (risparmi) a impiegarla, alimentando o il canale della trasmissione del denaro (prestiti) o il canale dell’acquisizione di beni reali (investimenti), nella fattispecie nelle sue tre categorie fondamentali: Azioni, immobili, materie prime. In una parola, costringe i possessori di risparmio a prendersi dei rischi!!! A ben vedere quindi l’inflazione unita a fattori tecno-socio-demografici contribuisce a quel fenomeno plurisecolare di, seppur a strappi anche violenti, crescita costante e perenne dei valori dei beni reali.
· Permette hai debitori di abbattere notevolmente il costo reale dell’indebitamento. Restituire 100.000,00 € fra 30 anni non è come restituirne 100.000,00 oggi! Se oggi con 100.000,00 euro compro 40 mq di casa, sarà molto probabile che fra 30 anni ne comprerò molti meno, magari 5 o 10 (dipende appunto dall’inflazione che sperimenteremo nel trentennio). Ergo l’inflazione piace tantissimo ai grandi debitori (gli stati sovrani). Piace così tanto che a volte si ingozzano e muoiono stritolati dalla stessa inflazione (vedi Repubblica di Weimar, Jugoslavia, Argentina ecc..). Piccola curiosità: L’inflazione ha “ucciso” diversi paesi e diverse democrazie nel corso del tempo e non fa tanta paura (si è convinti di avere le “medicine”), la deflazione non ha mai estinto nessuno (e fa una paura matta!). Bizzarie dell’uomo, si preferisce a volte morte certa che esplorare nuovi orizzonti!
· Permette una “subdola” e poco percepita a livello di masse popolari redistribuzione del reddito dai percettori di compensi fissi (salariati, stipendiati, pensionati) a quelli percettori di compensi variabili (dividendi, rendite, compensi professionali). Cambiare la distribuzione del reddito, fuori da motivazioni etiche, non c’è nulla di male. Effetto più sottile è che cambia la propensione al consumo del sistema in generale. I percettori di redditi variabili normalmente hanno redditi più alti, e quindi una propensione marginale al consumo più bassa. Via via i consumi si contraggono a livello globale, aumentano i consumi di alcuni settori ciclici (lusso) e si innescano le bolle speculative immobiliari. Guarda caso, proprio quella ciclicità che ci avverte quando il sistema sta entrando in crisi.
· A livello aziendale annacqua il costo del personale nei bilanci, rivaluta il magazzino (se non diventa obsoleto, vedi le navi petroliere che aspettano al largo), riduce i debiti in termini reali e tante altre belle cose. In buona sostanza fa un inganno! Permette anche alle imprese marginali (quelli con costi di produzione vicino al prezzo di mercato) di stare sul mercato stesso. Anche questa, a livello di sistema è una aberrazione nell’allocazione efficiente delle risorse. Prima o poi arriva la cambiale (spesso sotto forma di crisi economica)!
· Per ultimo ma non da ultimo, crea un eccesso di consumo e di indebitamento (leva) che depaupera brutalmente i patrimoni “fissi” dell’economia: Ambiente naturale in primis e materie prime (comprese le fonti non rinnovabili).

Ora proviamo ad “invertire” il segno della variabile prezzi e guardare dal di dentro la deflazione:
· Provoca una naturale e razionale preferenza per la detenzione di liquidità, di valori nominali (trappola della liquidità) a tutto danno e scapito dei valori reali (azioni, immobili, materie prime e preziosi), che appunto scendono e alimentano la deflazione. La gente posticipa l’acquisto dei beni di investimento ma anche dei beni di consumo (quanti di voi hanno, giustamente, procrastinato l’acquisto di un televisore al plasma o a LCD??? E avete fatto bene! I prezzi in 3/4 anni si sono abbassati dell’80% e la qualità nel frattempo e migliorata sensibilmente). Sostanzialmente toglie tanti pensieri ai risparmiatori (e forse un po’ di lavoro a gente come noi). Per salvaguardare il proprio futuro, non c’è da valutare nessuna alternativa di investimento. Nulla è meglio (togliendo la speculazione di breve, sempre rischiosissima) di tenere liquidità. I consumi vengono dettati solo dal bisogno (consumi primari). I consumi voluttuari si contraggono. Non stupisce quindi che in questa situazione Mc Donald’s stia battendo sui suoi record storici di prezzo di sempre ed apra nuove sedi in Europa.
· Aggrava la situazione dei grandi debitori. Questi sono costretti a restituire denaro con un “bonus” reale in una situazione dove creare surplus è molto difficile per il ribasso sistemico dei prezzi e dei margini. Non ci stupiamo quindi se gli Stati Uniti (i più grandi debitori del mondo) ne siano letteralmente TERRORIZZATI. Tanto da stampare moneta “a manetta” (in modo scriteriato e temiamo suicida). Altro che Bin Laden!!!! Ennesima bizzaria della storia, anche la deflazione come Bin, è nemico “invisibile”, sfuggente, quasi nebbioso (a noi ricorda i mulini a vento di Don Chisciotte…). Il fatto però che renda i possessori di risparmi molto meno attratti dalle sirene dei richiedenti, implica, dopo un’abbuffata in eccesso, un potente riaggiustamento dell’allocazione del risparmio. Alla lunga è cosa buona e saggia
· Sposta i redditi a favore dei percettori di compensi fissi. Non è un caso che storicamente la “scala mobile” in Italia venne richiesta nel primo dopo guerra dalle associazioni degli imprenditori (possessori di redditi variabili). Si pensava erroneamente che dopo le iperinflazioni da guerra, l’Europa avrebbe sperimentato un lungo periodo di deflazione. Mai previsione fu più sbagliata. Non è nemmeno un caso, che durante la grande depressione USA (e già allora mondiale) del ’29 una delle prime cose che vennero fatte (per la cronaca lo stanno già rifacendo anche ora!) oltre alla normale perdita di posti di lavoro da crisi, fu una riduzione sensibile e costante dei salari e stipendi appunto per combattere lo spostamento reddituale.
· A livello aziendale pone l’efficienza al centro della selezione. Non esistono più meccanismi “magici” per cui le imprese marginali restano sul mercato. Tenere le petroliere al largo in deflazione non paga. Costringe (se vogliono vivere) le aziende a sviluppare tecnologia e ricerca (vedi Giappone che dopo oltre un decennio di deflazione è leader mondiale in questo), a razionalizzare i processi produttivi (Toyota è al vertice) a eliminare gli sprechi e proporre modelli organizzativi alternativi. In buona sostanza la deflazione aumenta la selezione naturale e ci pulisce dalle inefficienze! Non è proprio un effetto deleterio!
· Aiuta a salvaguardare i patrimoni “fissi” dell’uomo! Spinge ricerche alternative e più rispettose dell’ambiente, cioè alla fine abbatte i costi “sociali e naturali” (noi la chiamiamo “deflazione ambientale”) dello sviluppo economico. Quei costi che purtroppo, nonostante qualche goffo tentativo (certificati di CO2), non rientrono nella contabilità aziendale o statale, ma che nel lungo portano le loro bellissime e pesantissime cambiali a tutti!!!
· Permette la riformazione del risparmio e la ricostituzione dei redditi. Chi ha sperimentato i danni dell’inflazione “percepita” della fase euro, si è reso conto che ha subito un sensibile quanto “ignorato” impoverimento. La nostra gente non ha soldini, che piaccia o meno. I redditi in euro rispetto alle vecchi monete, sono in tutta Europa e in particolar modo in Italia dimezzati. La nostra gente è al collasso. E se qualcuno pensava che in fondo fossero problemi di chi il collasso lo sperimenta e si chiudeva nei suoi redditi ora scopre, suo malgrado, che il sistema e collegato. E’ come nel pugilato, i colpi che sortiscono effetto con un piccolo gap di ritardo, sono i più definitivi e pericolosi. Non si crea ricchezza dalla povertà! Questo è un altro “assioma” dell’economia. E’ straordinario. Ci costringe alla socialità (commercio) e alla collaborazione (sistema sociale condiviso anche se conflittuale). Non è un caso, che ora si invocano i soldi statali (quelli di tutti) per saltarci fuori. D’altra parte, 5 anni di follia immobiliare (inflazione immobiliare) e di iperinflazione (lo dicevamo già nelle prime note del gennaio 2008) non potevano che portare ad una “illusione” di ricchezza, fatta di valori nominali gonfiati e fittizi! Come sempre la follia collettiva dell’illusione di ricchezza fa abboccare tante persone (è questa la sua forza). Oggi si riparte da zero, con tanti meno soldi ma qualche certezza in più! La deflazione ridarà potere di risparmio e di consumo ad intere fette di popolazione escluse. Guardate la deflazione sui prodotti energetici: il prezzo della benzina è passato da 1.50 euro circa a 1.10 euro circa (e poi perché ci sono “vischiosità” sul ribasso). Lasciamo pure le petroliere fuori dai porti ad aspettare albe migliori, la realtà è che nelle tasche rimane qualche soldino in più e magari qualche possibilità di risparmio in più! E pensare che qualcuno rema contro tutto questo…

Eccoci al capolinea. Come sempre un’analisi macro approfondita non rileva né mostri né santi! Tutto in economia ha doppia faccia. La deflazione a nostro modesto avviso non è un demone! Forse lo sarà per qualche azienda, ma per il sistema e tante altre aziende è semplicemente evoluzione naturale. Quando cambiamo le condizioni bisogna adattarsi altrimenti anche giganti come i dinosauri sono irrimediabilmente destinati all’estinzione! Ogni estinzione porta morte e sofferenza; ma la fenice cova sotto le ceneri, una nuova stirpe arriva. Sarà migliore, statene certi della precedente (e qualcuno suggerisce che non ci vuole tanto).

Si chiude con alcune considerazioni “storiche”:
· La deflazione dura tantissimo (e non si vede perché questa debba durare poco). Il Giappone vi è da più di un decennio e secondo noi non ne è ancora uscito. E’ come se fosse “più lenta” dell’inflazione a produrre i suoi effetti benefici. Per tornare ai valori azionari in termini reali del ‘29, la borsa americana dovette aspettare il ’41 (e guarda a caso nel bel mezzo di una guerra enorme e disastrosa…).
· Alla lunga la deflazione non è ne fisiologica, ne naturale. Condanna a lunghissime stagnazioni. Sembra però che non condanni alla morte il sistema. Ha una tendenza innata, se infastidita, a “cronicizzarsi”.
· La distribuzione di aiuti pubblici indiscriminati, e spesso a quelle strutture terminali che il male hanno contribuito sensibilmente a crearlo e distribuirlo, sono controproducenti. È come salvare i dinosauri con operazioni di cibo forzato a pioggia. Alla fine avrebbe impedito l’evoluzione dei mammiferi e dell’uomo. Finalmente da alcune parti autorevoli iniziano ad alzarsi voci di rabbia e dissenso (vedi news)! Contribuiscono inoltre a tenere in vita cadaveri (accanimento terapeutico), allocano in modo disastroso le risorse (inefficienze) proprio in un momento che ogni euro o dollaro è vitale! La paura è quella del “contagio”, che travolge tutto e fa si che l’estinzione rischi di diventare “di massa”, come nel cambriano. Temiamo abbiano ragione. Ma aiuti dati in questo modo (ogni invitato oramai reclama il suo osso da sgranocchiare alla mensa dello Zio Tom) rischiano solo di prolungare e rendere meno incisiva la cura che la crisi sta implementando. Come avviene spesso con la chimica, si sposta la malattia dalla fase “acuta” a quella “cronica”. Purtroppo è chimica anche la ZIRP (zero interest rate policy) che d’altra parte già nel nome ricorda un medicinale!.
· A nostro avviso le uniche armi per uscire dalla deflazione sono:
o Lasciarla lavorare. La febbre non va combattuta con antipiretici. È una difesa dell’organismo, la maggior parte degli agenti patogeni non si riproduce oltre una certa temperatura corporea. E invece si assumono antipiretici e poi si cerca di eliminare con altra chimica virus e batteri. Vero è che una certa temperatura particolarmente alta, per un certo lasso di tempo, è rischiosissima…
o Se si sorpassa, quindi, una certa durata e una certa “temperatura” bisogna alzare i tassi di interesse in modo da allettare il flusso del risparmio verso l’investimento. Solo le imprese più geniali, innovative e con vantaggi competitivi si arrischieranno nel terreno del debito così costoso in termini reali. Buon esempio di selezione positiva! E poi tanto lavoro per gli ufficio crediti. Orde di disperati batteranno cassa….
o Iniettare moneta a fini di ricerca tecnologica, scientifica e ambientale (nel piano Obama sono solo 8 MLD di dollari contro piani di salvataggio oramai di diversi trilioni di dollari!!!!). In una parola iniettare moneta in modo EFFICIENTE. Buttare moneta in modo scriteriato (o dagli elicotteri!! Sich!) e “soggettivo” (potere politico) o peggio darlo a chi fa buchi o li ricopre è sperpero e inganno!!! Solo un progresso tecnologico vero rende la capacità produttiva in eccesso obsoleta e inservibile, crea nuovi bisogni (pensate alle reti internet) riequilibrando offerta e domanda!
o È storia, ma i più grandi creatori di inflazione sono le GUERRE! Creano domanda in senso classico (indotto bellico) e distruggono capacità produttiva velocemente (compreso il capitale umano…). Assorbono (togliendo capitale umano) la disoccupazione, e permettono lo sciacallaggio delle ricchezze ad opera dei vincitori. La cosa ci lascia un piccolo senso di inquietitudine e malessere. Qualcosa di appena abbozzato, che ci costringe a “camomillarci” prima di andare a dormire….
o Sono borioso fino alla noia ma la cura ultima e vera è:
§ Lavorare duro e onestamente
§ Consumare con moderazione
§ Risparmiare tanto
§ Aggiungo: usare il cervello, avere idee imprenditoriali nuove e fare ricerca pura. Ci ha sempre salvato dall’estinzione!


Piccola precisazione: il mondo ha Obama. Nei momenti difficili il consenso compatta verso i propri leader, capaci o meno che siano. A maggior ragione se questi leader rappresentano il nuovo che soppianta il vecchio, l’efficienza che sovrasta il declino. Intendiamoci, Obama ha tutta la nostra stima o quanto meno il rispetto democratico che si riconosce agli eletti. Forse è il meglio, vedremo. Ha un pool di persone preparate e che conoscono (avendo in passato anche contribuito a crearlo) il disastro prossimo venturo e presente. In ogni caso siamo abbastanza allergici a credere ai miracoli, per il semplice fatto che questi non competono agli uomini (Vanna Marchi e il degno compare Do Renacimento permettendo…). Obama ha un credito politico che lo farà passare alla storia come uno dei più grandi presidenti americani. Farà probabilmente anche il secondo mandato (se c’è riuscito Bush….), ma rimane un uomo! Buona fortuna Obama, ne abbiamo tutti bisogno!

AZIONI
Beh, con buona pace degli ottimisti ad oltranza (che invidiamo tantissimo), il piccolo rimbalzino di inizio anno (dopo l’ennesima approvazione di piani di salvataggio) ha concluso 20 giorni dopo il gennaio peggiore della Storia! Storicamente gennaio è caratterizzato da un afflusso di fondi, ma stavolta chiudiamo con un bel -8.5%! Non era mai successo! Piccole soddisfazioni dai tecnologici (per via di trimestrali “meno peggio” del previsto) i quali hanno sovraperformato rispetto ai restanti settori. Disastro come oramai consuetudine per i bancari e finanziari. Lo scenario di fondo resta molto negativo, con un ennesimo scivolone importante. In questa fase noi stiamo lontani dalle borse come dal colera! Le reti ci suggeriscono per lo S&P500 i seguenti scenari di breve: rottura del supporto importantissimo posto intorno agli 800 con collocamento dell’indice in area 700 basso con probabilità 60%. Movimenti laterali in area 800 -940, 30%; rottura della resistenza intorno ai 940 punti 10%. Temiamo oramai vana speranza il rimbalzo tanto sospirato e agognato.
Previsione di breve: laterale-ribassista
Previsione di lungo: ribassista

OBBLIGAZIONI
Prime tensioni sui tassi dei Bond governativi a livello mondiale. Nonostante la caduta delle borse, i rendimenti sono stati in crescita per poi rintracciare un filo a fine settimana sia in area euro che dollaro. Guarda caso il movimento ha coinciso con nuovi massimi relativi dell’oro, che ha rotto una correlazione strettissima avuta fino a questo mese con dollaro e borse. Normalmente l’oro si muove in modo inverso alle borse e in modo inverso ai rendimenti dei titoli di stato e del dollaro. Oggi si muove in relazione inversa con la borsa ma in relazione diretta con i rendimenti dei titoli di stato e del dollaro. Evidente segno che, nonostante la deflazione (nemica giurata dell’oro), questo inizia ad essere percepito come ultimo e più prezioso bene rifugio in graduale sostituzione del dollaro e dei bond governativi migliori. Qualche mano pesa ha iniziato a vendere i treasury e a comprare oro! E quando si inizia a comprare un bene che per sua natura non produce cedole (ma oramai anche i titoli di stato non producono cedole), allora il segnale diventa interessante… Il sistema a nostro avviso come spesso ricordato in precedenza dovrà andare lì! Sostituzione graduale e poi violenta verso oro a scapito di titoli di stato e dollaro! Troppo debito infruttifero e troppa stampa di dollari. Se la legge di domanda e offerta vale ancora una briciola di credibilità….
Noi rimaniamo sui titoli di stato in euro zona 3 – 7 anni, convinti che il movimento di sostituzione vero e proprio non sia ancora partito e che ci siano ragionevoli margine nel medio termine di soddisfazioni sfruttando l’abbassamento dei tassi inevitabile. Il gioco comunque è sottile e inizia a farsi pericoloso e interessante! Cercheremo di essere pronti! Per il momento l’inflazione (causa prima dell’aumento dei tassi sulla curva a lungo, oltre al merito creditizio e alla liquidità) è qualcosa di extraterrestre!
Anche il recupero dei bond aziendali di alto merito creditizio ha subito, di riflesso una pausa. Crediamo debbano dare ancora molte soddisfazioni, ma restiamo sugli starter prontissimi a scappare!
Previsione di breve governativi: laterale – rialzista sui rendimenti
Previsione di medio sui governativi: ribassista sui rendimenti
Previsione di lungo sui governativi: rialzista sui rendimenti

Previsione di breve corporate: laterale – rialzista sui rendimenti
Previsione di medio corporate: ribassista sui rendimenti

COMMODITIES
L’oro come previsto nelle precedenti mail si avvia verso massimi. Le reti ce lo danno in area 1.000,00 1.100,00. risentirà molto dell’andamento dei mercati borsistici. Se questi restano in tensione come probabile, oro in rialzo, altrimenti in lieve rintracciamento.
Le materie prime e il petrolio stanno a nostro avviso esaurendo l’andata ribassista ponendosi in un corridoio laterale-lievemente rialzista.
Previsione di breve: laterale – rialzista
Previsione di lungo: ribassista

VALUTE
Dollaro ancora moneta di riserva. In zona 1.25 – 1.30. Se le borse stornano questo si rivaluta e viceversa. Siamo sempre più convinti che siano gli ultimi colpi di coda… l’inganno è vicino alla soluzione! Nell’aria serpeggia voglia neanche tanto malcelata di protezionismo (vi torneremo nella prossima news). La svalutazione controllata della moneta è il migliore dazio doganale! Rende poco convenienti le importazioni, rimpolpa l’inflazione domestica (viagra puro per i governi ultraindebitati) e aggiusta il debito estero. Piccolo problema: non è politicamente corretta e soprattutto non la possono fare tutti assieme! Inoltre abbattere il cambio vuol dire “succhiare” inflazione dall’esterno e buttargli dentro deflazione! (proprio come i frigoriferi che buttano freddo dentro e caldo fuori!). Tutto quello che il resto del mondo non vuole… C’è però anche un grosso freno a mano! Si chiama Cina. Questa ha un solo modo per evitare il dollaro piccolo piccolo: comprarlo a suon di trilioni! Quando si accorgerà che stà comprando carta di scarso valore e regalando i surplus commerciali alla FED temiamo dolori forti….
Euro debole su tutte le valute. I problemi, ed ora vi è certezza non sono solo americani!
Previsioni di breve: laterale rialzista
Previsioni di lungo: fortemente ribassista

DATI MACRO ENTRANTI
Tante trimestrali entranti (e temiamo tanti mal di pancia) e tanti dati macro nuovi ad informarci sullo stato di salute del nostro malato nel mese di febbraio!
Lunedì: redditi e consumi delle famiglie, manifatturiero ISM
Martedì: vendite di case e auto (attenzione a FIAT inserita nel portafoglio speculativo). Banca di Australia in procinto di abbattere i tassi dell’1% (andando a quota 3.5%)
Giovedì ordinativi aziende e decisioni inglesi ed europee sui tassi. Probabile ritocco della BOE, che oramai è francobollata alla FED nella sua politca ZIRP (zero interest rate policy).
Venerdì i dati sull’occupazione USA (importantissimi), prevista in calo di oltre 500.000,00 posti che mira dritto dritto quota 7.5%. Temiamo che al culmine della crisi questa debba sfondare quota 10% e temiamo che le tristissime immagini degli ex-worker che abbandonano l’azienda con un piccolo scatolone in mano (proprio come i nostri migranti di inizio secolo) diverranno scene consuete anche in Europa. E’ come la tortura! Noi non ci abitueremo mai.
Apriamo un inciso “moralista” o peggio “buonista”. Non ci piace e non è nella nostra natura. Men che meno quando si parla di numeri, freddi e gelati come le zolle di una terra d’inverno! Ma temiamo che le nubi all’orizzonte lo richiedano:
lavorativamente parlando, tutto quello che possiede un lavoratore è il suo posto di lavoro e la sua azienda. Cercate di volergli bene e di rispettarla! Oggi è come la mamma: ce ne è uno solo! Per le aziende, tutto quello che hanno e che le può aiutare ad uscire dal loro empasse sono i loro dipendenti! Passa togliere i tossici (dipendenti), quei manager milionari (in eruo!) made USA che ci hanno portato in questo casino, ma cercate di voler bene alla vostra gente. Senza non si va da nessuna parte.
Qualche brutto scossone su questi dati ci butterà nel burrone, altrimenti si continua a galleggiare sul ciglio!

PORTAFOGLI
Nonostante le bordate arrivate i portafogli da inizio gennaio sembrano tenere. Il low è flat e l’high accusa una perdita minima. La prudenza stà pagando.
Low : +0.03%
High: -0.39%

Un cordiale saluto

Claudio Bonilauri

Free Blog Counter
Poker Blog