domenica 1 febbraio 2009

NOTA SUI MERCATI N° 17 del 01/02/2009

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Gentili investitori e cari amici,


LE NEWS

15 giorni da dimenticare. Le trimestrali e le news uscite avrebbero affondato la Bismark senza neanche l’epico inseguimento.
Finalmente qualche “pezzo da novanta” inizia ad uscire dal coro e a dire che la crisi sarà “lunga e grave” (BCE). Dietro questi numeri nemmeno i mentitori più grossi, i venditori interessati di speranza riescono più ad essere ottimisti e sanno di non poter più millantare credito. Non preoccupatevi al primo mini rimbalzino di borsa li rivedremo col sorriso patinato a 5.000 denti ripetere le stesse bugie! Sarebbe a nostro avviso buon giornalismo allegare alle dichiarazioni effettuate, copia autenticata del loro dossier titoli (per vedere se quello che dicono corrisponde al vero o se predicano “male” e razzolano “bene”…)
L’Euristat ci avvisa che nel 2009 il calo del PIL europeo sarà di circa il 2% (l’Italia ovviamente è data peggiore (-2.1%) con debito / PIL sopra il 110%)
Royal Bank of Scotland (RBS) la combina grossa: -28 Miliardi di sterline di perdita. Il rosso maggiore mai visto in GB.
Gordon Brown (premier inglese) si “arrabbia” subito dopo aver portato la partecipazione in RBS dal 58% al 70% (iniettando altra moneta) e salvandola da sicuro default. Parla di decisioni “irresponsabili” prese dalle banche mondiali. Forse si accorge che i soldi stanno finendo!
In Giappone calo record della produzione industriale del -8.5% in dicembre (la contrazione più grande mensile mai registrata)
Gli ordinativi in Italia calano del -26.2% (ribasso maggiore dal 1991), l’export cala del -13.3% (dato peggiore dal 1997)
Le richieste di sussidi alla disoccupazione USA, sono ai massimi storici. Mai così alti negli ultimi 26 anni!
Gli Usa sperimentano un calo del Pil nell’ultimo trimestre più grosso in percentuale da 27 anni. Obama dice: “crisi sempre più profonda” e “famiglie in seria difficoltà”
Gli aiuti Usa all’economia hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 4.6 Trilioni di dollari (a valori attuali, più dell’intero costo della seconda guerra mondiale e più del piano Marshall).
In Europa gli aiuti sono minori (si fa per dire…). Tra soldini stanziati e garanzie prestate alle banche si sfiorano i 2 Trilioni (mila miliardi) di euro. Ovviamente la Germania è la più generosa (rispetto al Pil è la Spagna con un bel 3.5%). Ultima, come sempre di questi tempi, l’Italia (0,2% del Pil). Non abbiamo un soldo e siamo già oberati dai debiti! Tremonti si trincee dietro le belle parole dei teorici del libero mercato (oramai carta straccia per tutti). La realtà è che mentre tutti aprono i cordoni della borsa, la sua è vuota da quel pezzo! Rivendica Bond Europei ma in tempi del si salvi chi può gli altri (con le loro tasche mezze vuote) fanno orecchie da mercanti…
Nokia: -60% su utili ultimo trimestre. Fatturato in calo del 20%
B.T.: utile a 17 Milioni di sterline (contro i 200 milioni medi dei trimestri precedenti)
Sony: per la prima volta in 14 anni, perdita di 1.25 Miliardi di euro e -16.000 dipendenti.
Microsoft: -5.000 dipendenti
Google: utili in calo per la prima volta nella sua breve e splendida storia. (almeno qui parliamo di utili!!!)
Samsung electronics in rosso per la prima volta!
Si potrebbe continuare, ma ci sembrano sufficienti…
Fiat: Fiat è una delle poche aziende automobilistiche con i conti a posto (anche se “brucia” liquidità a livelli altissimi e aumenta l’indebitamento) e ha il management migliore del settore. Sarebbero due requisiti che in periodi normali da soli varrebbero una bella tenuta del titolo azionario. In più si trovano gratis la Chrysler al 35% con opzione (sempre gratis) di superare la maggioranza assoluta. Meglio forniranno la tecnologia Fiat valutata sui 3.5 Miliardi di euro (quasi più della capitalizzazione in borsa di Fiat stessa). Resta il fatto che a Fiat non gli costa niente (è gratis!) ed ora può accedere alla rete di vendita USA per “rifilargli” la 500 e le Alfa. Inoltre in questo modo accede a circa 4 miliardi di dollari già promessi da Obama.. Come più volte ricordato, oggi quello che conta è l’appoggio politico. La Fiat paga (come le banche italiane) la crisi Paese. Qui da noi non ci sono soldi da dargli (al contrario di quello che succede nel resto del mondo). E per averli si usa il sempre vecchio e sano ricatto. Alla fine anche noi dovremo aprire le tasche e toglierci gli ultimi spiccioli.
Morale il titolo ha quotato intorno ai 3.40 euro per azione (molto meno del minimo storico del 2002 , pre fallimento!). Con molta prudenza (5%), come consigliato nel portafoglio speculativo, abbiamo iniziato ad accumularla a 3.52 euro per azione. E’ un azzardo, ma ci sentiamo di prenderlo. Stop loss a 3,00 euro (-15%), vendita a 4.50 euro

IL FOCUS
Oggi ci occupiamo di un tema più volte sfiorato: la deflazione.
Tecnicamente la deflazione è un fenomeno semplice e banale. Si tratta della riduzione generalizzata dei prezzi. Il contrario della tanto sperimentata (e oggi quasi amata e agognata) inflazione. Rappresenta anche uno dei più grossi spauracchi dei poteri sovrani. Da un punto di vista matematico il fatto che una variabile possa assumere valori positivi e negativi non spaventa, anzi spesso, è il suo naturale “spazio vitale”. Ad oggi la natura sembra fornire diversi esempi, anche esotici e “strani” di inversione di segno. Si parla di antiparticelle (inversione di segno sulla carica elettrica), di energia negativa, di energia gravitazionale negativa ed altre belle variabili che possono tranquillamente invertire di segno. Proprio così, la gravità negativa, per quello che ne sappiamo ad oggi, sarebbe la causa prima di quel fenomeno che nel “modello standard” viene chiamato “inflazione” (strana coincidenza!) e che determinò nei primi momenti di vita dell’universo uno “stiramento” impressionante dello spazio-tempo. Sostanzialmente è come se la terra, in un tempo di qualche pico secondo (millesimo di miliardesimo di secondo) diventasse vasta come l’intero universo visibile (non vi preoccupate, la costanza della velocità della luce viene salvaguardata!) Bellissimo ma incredibile. La Natura a saperla guardare non smette mai di stupirci e più ci addentriamo più ci propone cose bizzarre e assurde come se fossero la norma.
Solo il tempo (la freccia del tempo) sembra, nostro malgrado non potersi invertire. Anomalia che fa storcere il naso a parecchi. Oggi si inizia a valutare e cercare un tempo negativo, ma alle conoscenze attuale è solo speculazione da fisici teorici.
Se la gravità attira, l’antigravità spinge! Un’inversione di segno di una variabile provoca effetti identici e contrari! Come in uno specchio!
L’inflazione “piace” ai grandi comunicatori di oggi per diversi motivi:
· provoca una naturale e razionale avversione a detenere valori nominali (moneta), in quanto via via che passa il tempo il suo valore in termini reali (quantità di beni reali acquisibili con un certo capitale nominale) cala. Viene prosciugato. E’ nella esperienza quotidiana la tendenza a non tenere 1.000,00 euro sotto il cuscino (forse però oggi qualcuno si pente di non averli tenuti!), conscio che a distanza di qualche tempo, quei 1.000,00 euro “valgono meno” . E’ l’inflazione! Un qualcosa che fa “evaporare” più o meno lentamente il contenuto intrinseco del valore di una moneta. L’inflazione “costringe” i possessori di liquidità (risparmi) a impiegarla, alimentando o il canale della trasmissione del denaro (prestiti) o il canale dell’acquisizione di beni reali (investimenti), nella fattispecie nelle sue tre categorie fondamentali: Azioni, immobili, materie prime. In una parola, costringe i possessori di risparmio a prendersi dei rischi!!! A ben vedere quindi l’inflazione unita a fattori tecno-socio-demografici contribuisce a quel fenomeno plurisecolare di, seppur a strappi anche violenti, crescita costante e perenne dei valori dei beni reali.
· Permette hai debitori di abbattere notevolmente il costo reale dell’indebitamento. Restituire 100.000,00 € fra 30 anni non è come restituirne 100.000,00 oggi! Se oggi con 100.000,00 euro compro 40 mq di casa, sarà molto probabile che fra 30 anni ne comprerò molti meno, magari 5 o 10 (dipende appunto dall’inflazione che sperimenteremo nel trentennio). Ergo l’inflazione piace tantissimo ai grandi debitori (gli stati sovrani). Piace così tanto che a volte si ingozzano e muoiono stritolati dalla stessa inflazione (vedi Repubblica di Weimar, Jugoslavia, Argentina ecc..). Piccola curiosità: L’inflazione ha “ucciso” diversi paesi e diverse democrazie nel corso del tempo e non fa tanta paura (si è convinti di avere le “medicine”), la deflazione non ha mai estinto nessuno (e fa una paura matta!). Bizzarie dell’uomo, si preferisce a volte morte certa che esplorare nuovi orizzonti!
· Permette una “subdola” e poco percepita a livello di masse popolari redistribuzione del reddito dai percettori di compensi fissi (salariati, stipendiati, pensionati) a quelli percettori di compensi variabili (dividendi, rendite, compensi professionali). Cambiare la distribuzione del reddito, fuori da motivazioni etiche, non c’è nulla di male. Effetto più sottile è che cambia la propensione al consumo del sistema in generale. I percettori di redditi variabili normalmente hanno redditi più alti, e quindi una propensione marginale al consumo più bassa. Via via i consumi si contraggono a livello globale, aumentano i consumi di alcuni settori ciclici (lusso) e si innescano le bolle speculative immobiliari. Guarda caso, proprio quella ciclicità che ci avverte quando il sistema sta entrando in crisi.
· A livello aziendale annacqua il costo del personale nei bilanci, rivaluta il magazzino (se non diventa obsoleto, vedi le navi petroliere che aspettano al largo), riduce i debiti in termini reali e tante altre belle cose. In buona sostanza fa un inganno! Permette anche alle imprese marginali (quelli con costi di produzione vicino al prezzo di mercato) di stare sul mercato stesso. Anche questa, a livello di sistema è una aberrazione nell’allocazione efficiente delle risorse. Prima o poi arriva la cambiale (spesso sotto forma di crisi economica)!
· Per ultimo ma non da ultimo, crea un eccesso di consumo e di indebitamento (leva) che depaupera brutalmente i patrimoni “fissi” dell’economia: Ambiente naturale in primis e materie prime (comprese le fonti non rinnovabili).

Ora proviamo ad “invertire” il segno della variabile prezzi e guardare dal di dentro la deflazione:
· Provoca una naturale e razionale preferenza per la detenzione di liquidità, di valori nominali (trappola della liquidità) a tutto danno e scapito dei valori reali (azioni, immobili, materie prime e preziosi), che appunto scendono e alimentano la deflazione. La gente posticipa l’acquisto dei beni di investimento ma anche dei beni di consumo (quanti di voi hanno, giustamente, procrastinato l’acquisto di un televisore al plasma o a LCD??? E avete fatto bene! I prezzi in 3/4 anni si sono abbassati dell’80% e la qualità nel frattempo e migliorata sensibilmente). Sostanzialmente toglie tanti pensieri ai risparmiatori (e forse un po’ di lavoro a gente come noi). Per salvaguardare il proprio futuro, non c’è da valutare nessuna alternativa di investimento. Nulla è meglio (togliendo la speculazione di breve, sempre rischiosissima) di tenere liquidità. I consumi vengono dettati solo dal bisogno (consumi primari). I consumi voluttuari si contraggono. Non stupisce quindi che in questa situazione Mc Donald’s stia battendo sui suoi record storici di prezzo di sempre ed apra nuove sedi in Europa.
· Aggrava la situazione dei grandi debitori. Questi sono costretti a restituire denaro con un “bonus” reale in una situazione dove creare surplus è molto difficile per il ribasso sistemico dei prezzi e dei margini. Non ci stupiamo quindi se gli Stati Uniti (i più grandi debitori del mondo) ne siano letteralmente TERRORIZZATI. Tanto da stampare moneta “a manetta” (in modo scriteriato e temiamo suicida). Altro che Bin Laden!!!! Ennesima bizzaria della storia, anche la deflazione come Bin, è nemico “invisibile”, sfuggente, quasi nebbioso (a noi ricorda i mulini a vento di Don Chisciotte…). Il fatto però che renda i possessori di risparmi molto meno attratti dalle sirene dei richiedenti, implica, dopo un’abbuffata in eccesso, un potente riaggiustamento dell’allocazione del risparmio. Alla lunga è cosa buona e saggia
· Sposta i redditi a favore dei percettori di compensi fissi. Non è un caso che storicamente la “scala mobile” in Italia venne richiesta nel primo dopo guerra dalle associazioni degli imprenditori (possessori di redditi variabili). Si pensava erroneamente che dopo le iperinflazioni da guerra, l’Europa avrebbe sperimentato un lungo periodo di deflazione. Mai previsione fu più sbagliata. Non è nemmeno un caso, che durante la grande depressione USA (e già allora mondiale) del ’29 una delle prime cose che vennero fatte (per la cronaca lo stanno già rifacendo anche ora!) oltre alla normale perdita di posti di lavoro da crisi, fu una riduzione sensibile e costante dei salari e stipendi appunto per combattere lo spostamento reddituale.
· A livello aziendale pone l’efficienza al centro della selezione. Non esistono più meccanismi “magici” per cui le imprese marginali restano sul mercato. Tenere le petroliere al largo in deflazione non paga. Costringe (se vogliono vivere) le aziende a sviluppare tecnologia e ricerca (vedi Giappone che dopo oltre un decennio di deflazione è leader mondiale in questo), a razionalizzare i processi produttivi (Toyota è al vertice) a eliminare gli sprechi e proporre modelli organizzativi alternativi. In buona sostanza la deflazione aumenta la selezione naturale e ci pulisce dalle inefficienze! Non è proprio un effetto deleterio!
· Aiuta a salvaguardare i patrimoni “fissi” dell’uomo! Spinge ricerche alternative e più rispettose dell’ambiente, cioè alla fine abbatte i costi “sociali e naturali” (noi la chiamiamo “deflazione ambientale”) dello sviluppo economico. Quei costi che purtroppo, nonostante qualche goffo tentativo (certificati di CO2), non rientrono nella contabilità aziendale o statale, ma che nel lungo portano le loro bellissime e pesantissime cambiali a tutti!!!
· Permette la riformazione del risparmio e la ricostituzione dei redditi. Chi ha sperimentato i danni dell’inflazione “percepita” della fase euro, si è reso conto che ha subito un sensibile quanto “ignorato” impoverimento. La nostra gente non ha soldini, che piaccia o meno. I redditi in euro rispetto alle vecchi monete, sono in tutta Europa e in particolar modo in Italia dimezzati. La nostra gente è al collasso. E se qualcuno pensava che in fondo fossero problemi di chi il collasso lo sperimenta e si chiudeva nei suoi redditi ora scopre, suo malgrado, che il sistema e collegato. E’ come nel pugilato, i colpi che sortiscono effetto con un piccolo gap di ritardo, sono i più definitivi e pericolosi. Non si crea ricchezza dalla povertà! Questo è un altro “assioma” dell’economia. E’ straordinario. Ci costringe alla socialità (commercio) e alla collaborazione (sistema sociale condiviso anche se conflittuale). Non è un caso, che ora si invocano i soldi statali (quelli di tutti) per saltarci fuori. D’altra parte, 5 anni di follia immobiliare (inflazione immobiliare) e di iperinflazione (lo dicevamo già nelle prime note del gennaio 2008) non potevano che portare ad una “illusione” di ricchezza, fatta di valori nominali gonfiati e fittizi! Come sempre la follia collettiva dell’illusione di ricchezza fa abboccare tante persone (è questa la sua forza). Oggi si riparte da zero, con tanti meno soldi ma qualche certezza in più! La deflazione ridarà potere di risparmio e di consumo ad intere fette di popolazione escluse. Guardate la deflazione sui prodotti energetici: il prezzo della benzina è passato da 1.50 euro circa a 1.10 euro circa (e poi perché ci sono “vischiosità” sul ribasso). Lasciamo pure le petroliere fuori dai porti ad aspettare albe migliori, la realtà è che nelle tasche rimane qualche soldino in più e magari qualche possibilità di risparmio in più! E pensare che qualcuno rema contro tutto questo…

Eccoci al capolinea. Come sempre un’analisi macro approfondita non rileva né mostri né santi! Tutto in economia ha doppia faccia. La deflazione a nostro modesto avviso non è un demone! Forse lo sarà per qualche azienda, ma per il sistema e tante altre aziende è semplicemente evoluzione naturale. Quando cambiamo le condizioni bisogna adattarsi altrimenti anche giganti come i dinosauri sono irrimediabilmente destinati all’estinzione! Ogni estinzione porta morte e sofferenza; ma la fenice cova sotto le ceneri, una nuova stirpe arriva. Sarà migliore, statene certi della precedente (e qualcuno suggerisce che non ci vuole tanto).

Si chiude con alcune considerazioni “storiche”:
· La deflazione dura tantissimo (e non si vede perché questa debba durare poco). Il Giappone vi è da più di un decennio e secondo noi non ne è ancora uscito. E’ come se fosse “più lenta” dell’inflazione a produrre i suoi effetti benefici. Per tornare ai valori azionari in termini reali del ‘29, la borsa americana dovette aspettare il ’41 (e guarda a caso nel bel mezzo di una guerra enorme e disastrosa…).
· Alla lunga la deflazione non è ne fisiologica, ne naturale. Condanna a lunghissime stagnazioni. Sembra però che non condanni alla morte il sistema. Ha una tendenza innata, se infastidita, a “cronicizzarsi”.
· La distribuzione di aiuti pubblici indiscriminati, e spesso a quelle strutture terminali che il male hanno contribuito sensibilmente a crearlo e distribuirlo, sono controproducenti. È come salvare i dinosauri con operazioni di cibo forzato a pioggia. Alla fine avrebbe impedito l’evoluzione dei mammiferi e dell’uomo. Finalmente da alcune parti autorevoli iniziano ad alzarsi voci di rabbia e dissenso (vedi news)! Contribuiscono inoltre a tenere in vita cadaveri (accanimento terapeutico), allocano in modo disastroso le risorse (inefficienze) proprio in un momento che ogni euro o dollaro è vitale! La paura è quella del “contagio”, che travolge tutto e fa si che l’estinzione rischi di diventare “di massa”, come nel cambriano. Temiamo abbiano ragione. Ma aiuti dati in questo modo (ogni invitato oramai reclama il suo osso da sgranocchiare alla mensa dello Zio Tom) rischiano solo di prolungare e rendere meno incisiva la cura che la crisi sta implementando. Come avviene spesso con la chimica, si sposta la malattia dalla fase “acuta” a quella “cronica”. Purtroppo è chimica anche la ZIRP (zero interest rate policy) che d’altra parte già nel nome ricorda un medicinale!.
· A nostro avviso le uniche armi per uscire dalla deflazione sono:
o Lasciarla lavorare. La febbre non va combattuta con antipiretici. È una difesa dell’organismo, la maggior parte degli agenti patogeni non si riproduce oltre una certa temperatura corporea. E invece si assumono antipiretici e poi si cerca di eliminare con altra chimica virus e batteri. Vero è che una certa temperatura particolarmente alta, per un certo lasso di tempo, è rischiosissima…
o Se si sorpassa, quindi, una certa durata e una certa “temperatura” bisogna alzare i tassi di interesse in modo da allettare il flusso del risparmio verso l’investimento. Solo le imprese più geniali, innovative e con vantaggi competitivi si arrischieranno nel terreno del debito così costoso in termini reali. Buon esempio di selezione positiva! E poi tanto lavoro per gli ufficio crediti. Orde di disperati batteranno cassa….
o Iniettare moneta a fini di ricerca tecnologica, scientifica e ambientale (nel piano Obama sono solo 8 MLD di dollari contro piani di salvataggio oramai di diversi trilioni di dollari!!!!). In una parola iniettare moneta in modo EFFICIENTE. Buttare moneta in modo scriteriato (o dagli elicotteri!! Sich!) e “soggettivo” (potere politico) o peggio darlo a chi fa buchi o li ricopre è sperpero e inganno!!! Solo un progresso tecnologico vero rende la capacità produttiva in eccesso obsoleta e inservibile, crea nuovi bisogni (pensate alle reti internet) riequilibrando offerta e domanda!
o È storia, ma i più grandi creatori di inflazione sono le GUERRE! Creano domanda in senso classico (indotto bellico) e distruggono capacità produttiva velocemente (compreso il capitale umano…). Assorbono (togliendo capitale umano) la disoccupazione, e permettono lo sciacallaggio delle ricchezze ad opera dei vincitori. La cosa ci lascia un piccolo senso di inquietitudine e malessere. Qualcosa di appena abbozzato, che ci costringe a “camomillarci” prima di andare a dormire….
o Sono borioso fino alla noia ma la cura ultima e vera è:
§ Lavorare duro e onestamente
§ Consumare con moderazione
§ Risparmiare tanto
§ Aggiungo: usare il cervello, avere idee imprenditoriali nuove e fare ricerca pura. Ci ha sempre salvato dall’estinzione!


Piccola precisazione: il mondo ha Obama. Nei momenti difficili il consenso compatta verso i propri leader, capaci o meno che siano. A maggior ragione se questi leader rappresentano il nuovo che soppianta il vecchio, l’efficienza che sovrasta il declino. Intendiamoci, Obama ha tutta la nostra stima o quanto meno il rispetto democratico che si riconosce agli eletti. Forse è il meglio, vedremo. Ha un pool di persone preparate e che conoscono (avendo in passato anche contribuito a crearlo) il disastro prossimo venturo e presente. In ogni caso siamo abbastanza allergici a credere ai miracoli, per il semplice fatto che questi non competono agli uomini (Vanna Marchi e il degno compare Do Renacimento permettendo…). Obama ha un credito politico che lo farà passare alla storia come uno dei più grandi presidenti americani. Farà probabilmente anche il secondo mandato (se c’è riuscito Bush….), ma rimane un uomo! Buona fortuna Obama, ne abbiamo tutti bisogno!

AZIONI
Beh, con buona pace degli ottimisti ad oltranza (che invidiamo tantissimo), il piccolo rimbalzino di inizio anno (dopo l’ennesima approvazione di piani di salvataggio) ha concluso 20 giorni dopo il gennaio peggiore della Storia! Storicamente gennaio è caratterizzato da un afflusso di fondi, ma stavolta chiudiamo con un bel -8.5%! Non era mai successo! Piccole soddisfazioni dai tecnologici (per via di trimestrali “meno peggio” del previsto) i quali hanno sovraperformato rispetto ai restanti settori. Disastro come oramai consuetudine per i bancari e finanziari. Lo scenario di fondo resta molto negativo, con un ennesimo scivolone importante. In questa fase noi stiamo lontani dalle borse come dal colera! Le reti ci suggeriscono per lo S&P500 i seguenti scenari di breve: rottura del supporto importantissimo posto intorno agli 800 con collocamento dell’indice in area 700 basso con probabilità 60%. Movimenti laterali in area 800 -940, 30%; rottura della resistenza intorno ai 940 punti 10%. Temiamo oramai vana speranza il rimbalzo tanto sospirato e agognato.
Previsione di breve: laterale-ribassista
Previsione di lungo: ribassista

OBBLIGAZIONI
Prime tensioni sui tassi dei Bond governativi a livello mondiale. Nonostante la caduta delle borse, i rendimenti sono stati in crescita per poi rintracciare un filo a fine settimana sia in area euro che dollaro. Guarda caso il movimento ha coinciso con nuovi massimi relativi dell’oro, che ha rotto una correlazione strettissima avuta fino a questo mese con dollaro e borse. Normalmente l’oro si muove in modo inverso alle borse e in modo inverso ai rendimenti dei titoli di stato e del dollaro. Oggi si muove in relazione inversa con la borsa ma in relazione diretta con i rendimenti dei titoli di stato e del dollaro. Evidente segno che, nonostante la deflazione (nemica giurata dell’oro), questo inizia ad essere percepito come ultimo e più prezioso bene rifugio in graduale sostituzione del dollaro e dei bond governativi migliori. Qualche mano pesa ha iniziato a vendere i treasury e a comprare oro! E quando si inizia a comprare un bene che per sua natura non produce cedole (ma oramai anche i titoli di stato non producono cedole), allora il segnale diventa interessante… Il sistema a nostro avviso come spesso ricordato in precedenza dovrà andare lì! Sostituzione graduale e poi violenta verso oro a scapito di titoli di stato e dollaro! Troppo debito infruttifero e troppa stampa di dollari. Se la legge di domanda e offerta vale ancora una briciola di credibilità….
Noi rimaniamo sui titoli di stato in euro zona 3 – 7 anni, convinti che il movimento di sostituzione vero e proprio non sia ancora partito e che ci siano ragionevoli margine nel medio termine di soddisfazioni sfruttando l’abbassamento dei tassi inevitabile. Il gioco comunque è sottile e inizia a farsi pericoloso e interessante! Cercheremo di essere pronti! Per il momento l’inflazione (causa prima dell’aumento dei tassi sulla curva a lungo, oltre al merito creditizio e alla liquidità) è qualcosa di extraterrestre!
Anche il recupero dei bond aziendali di alto merito creditizio ha subito, di riflesso una pausa. Crediamo debbano dare ancora molte soddisfazioni, ma restiamo sugli starter prontissimi a scappare!
Previsione di breve governativi: laterale – rialzista sui rendimenti
Previsione di medio sui governativi: ribassista sui rendimenti
Previsione di lungo sui governativi: rialzista sui rendimenti

Previsione di breve corporate: laterale – rialzista sui rendimenti
Previsione di medio corporate: ribassista sui rendimenti

COMMODITIES
L’oro come previsto nelle precedenti mail si avvia verso massimi. Le reti ce lo danno in area 1.000,00 1.100,00. risentirà molto dell’andamento dei mercati borsistici. Se questi restano in tensione come probabile, oro in rialzo, altrimenti in lieve rintracciamento.
Le materie prime e il petrolio stanno a nostro avviso esaurendo l’andata ribassista ponendosi in un corridoio laterale-lievemente rialzista.
Previsione di breve: laterale – rialzista
Previsione di lungo: ribassista

VALUTE
Dollaro ancora moneta di riserva. In zona 1.25 – 1.30. Se le borse stornano questo si rivaluta e viceversa. Siamo sempre più convinti che siano gli ultimi colpi di coda… l’inganno è vicino alla soluzione! Nell’aria serpeggia voglia neanche tanto malcelata di protezionismo (vi torneremo nella prossima news). La svalutazione controllata della moneta è il migliore dazio doganale! Rende poco convenienti le importazioni, rimpolpa l’inflazione domestica (viagra puro per i governi ultraindebitati) e aggiusta il debito estero. Piccolo problema: non è politicamente corretta e soprattutto non la possono fare tutti assieme! Inoltre abbattere il cambio vuol dire “succhiare” inflazione dall’esterno e buttargli dentro deflazione! (proprio come i frigoriferi che buttano freddo dentro e caldo fuori!). Tutto quello che il resto del mondo non vuole… C’è però anche un grosso freno a mano! Si chiama Cina. Questa ha un solo modo per evitare il dollaro piccolo piccolo: comprarlo a suon di trilioni! Quando si accorgerà che stà comprando carta di scarso valore e regalando i surplus commerciali alla FED temiamo dolori forti….
Euro debole su tutte le valute. I problemi, ed ora vi è certezza non sono solo americani!
Previsioni di breve: laterale rialzista
Previsioni di lungo: fortemente ribassista

DATI MACRO ENTRANTI
Tante trimestrali entranti (e temiamo tanti mal di pancia) e tanti dati macro nuovi ad informarci sullo stato di salute del nostro malato nel mese di febbraio!
Lunedì: redditi e consumi delle famiglie, manifatturiero ISM
Martedì: vendite di case e auto (attenzione a FIAT inserita nel portafoglio speculativo). Banca di Australia in procinto di abbattere i tassi dell’1% (andando a quota 3.5%)
Giovedì ordinativi aziende e decisioni inglesi ed europee sui tassi. Probabile ritocco della BOE, che oramai è francobollata alla FED nella sua politca ZIRP (zero interest rate policy).
Venerdì i dati sull’occupazione USA (importantissimi), prevista in calo di oltre 500.000,00 posti che mira dritto dritto quota 7.5%. Temiamo che al culmine della crisi questa debba sfondare quota 10% e temiamo che le tristissime immagini degli ex-worker che abbandonano l’azienda con un piccolo scatolone in mano (proprio come i nostri migranti di inizio secolo) diverranno scene consuete anche in Europa. E’ come la tortura! Noi non ci abitueremo mai.
Apriamo un inciso “moralista” o peggio “buonista”. Non ci piace e non è nella nostra natura. Men che meno quando si parla di numeri, freddi e gelati come le zolle di una terra d’inverno! Ma temiamo che le nubi all’orizzonte lo richiedano:
lavorativamente parlando, tutto quello che possiede un lavoratore è il suo posto di lavoro e la sua azienda. Cercate di volergli bene e di rispettarla! Oggi è come la mamma: ce ne è uno solo! Per le aziende, tutto quello che hanno e che le può aiutare ad uscire dal loro empasse sono i loro dipendenti! Passa togliere i tossici (dipendenti), quei manager milionari (in eruo!) made USA che ci hanno portato in questo casino, ma cercate di voler bene alla vostra gente. Senza non si va da nessuna parte.
Qualche brutto scossone su questi dati ci butterà nel burrone, altrimenti si continua a galleggiare sul ciglio!

PORTAFOGLI
Nonostante le bordate arrivate i portafogli da inizio gennaio sembrano tenere. Il low è flat e l’high accusa una perdita minima. La prudenza stà pagando.
Low : +0.03%
High: -0.39%

Un cordiale saluto

Claudio Bonilauri

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