giovedì 19 febbraio 2009

FOCUS straordinario 19/02/2009

Da più parti sull'informazione finanziaria si iniziano a far sentire sirene che preannunciano recrudescenze inflazionistiche e/o bolle speculative sui titoli di stato (quelli americani in primis). E' la nostra posizione da sempre e non ne facciamo mistero. Abbiamo sempre sostenuto che questa scellerata iniezione ad oltranza di moneta nel tentativo vano di salvare il mondo dalla deflazione e dai casini immani provocati da questa classe dirigente mondiale veramente di scadente qualità, avrebbe alla fine portato il mondo occidentale in una voragine inflattiva di dimensioni difficilmente immaginabili. Ne siamo a tutt'oggi convintissimi. Solo che non lo vediamo per domani. Prima il mondo dovrà sperimentare una potente e temiamo duratura deflazione (già in corso). I settori dei valori finanziari ha scontato prezzi nell'ordine del 50%, stesso dicasi per i valori immobiliari in molte parti del mondo, stessa cosa se non addirittura in termini maggiori sulle commodities (materie prime). La crisi, come si può iniziare a vedere sta letteralmente "falcidiando" centinaia di migliaia di posti di lavoro alla settimana nel mondo. Chi purtroppo perderà il posto di lavoro, tenderà ad abbassare il proprio livello di vita gradualmente. Inizierà ad utilizzare i risparmi (pochi) al fine di preservare il suo status sociale. Solo all'esaurimento di questi si attesterà su consumi più bassi (ma allora saremo all'apice e presumibilmente verso la fine della crisi!). La risposta delle imprese sarà quella di abbassare i prezzi in un modo o nell'altro. La cosa è già tranquillamente visibile in tanti settori, dal tessile, con sconti inimmaginabili, al mondo dell'automobile. La si può mascherare da aiuti pubblici, ma la realtà è che oggi un'auto nuova si compra con sconti che arrivano fino al 40%. Ben presto i costi di produzione si abbasseranno e permetteranno di abbattere i prezzi di listino, dando una sensazione più vera della deflazione. Sempre abbastanza velocemente l'ondata ribassista si riverserà sul mercato dell'usato, di tutti i settori, abbattendone i prezzi. Per il momento le massiccie inizioni di moneta a cui presto si affiancherà su cifre "monstre" anche l'Europa vengono "mangiate" dal deleveraging (riduzionone dell'indebitamento) mondiale. Stiamo assistendo impotenti e maltrattati alla più grossa e imponente traslazione del debito privato verso il debito collettivo che mai si ricordi nella storia dell'umanità! Alcuni manager senza scrupuli nè scienza hanno creato imperi di debito e di carta. Ora gli stessi manager la stanno traslando sulla collettività ipotecando il benessere di questa generazione e di quella (o quelle!) future. Senza aver consumato nulla ci troveremo con debiti pubblici pro capite da capogiro! Qualcuno, leggete noi, con le nostre tasse e il nostro lavoro (cioè con la nostra economia reale) prima o poi dovrà pagarli! (vedere nota 17). Il prestito, a livello di sistema NON può essere irredimibile (senza scadenza) ad oltranza! Fin che il denaro pubblico di fresca battitura viene usato per diminuire il debito privato (quello del sistema finanziario) non ci sono pericoli di inflazione e quindi i tassi sono destinati ad appiattirsi su livelli più bassi di quelli attuali. Nel momento in cui si iniziasse ad uscire dalla crisi dei consumi e la liquidità accumulata dal sistema ed ora tenuta su conti liquidità, si riverserà in domanda, complice i tassi a zero, assisteremo ad un ondata inflazionistica da libro di storia. Per il momento si tratta solo di un furto! Rubano a tutti per ripianare le orgie dei pochi.
Su questo scenario, aleggia purtroppo lo spettro sempre più attuale e probabile di default (e quindi nazionalizzazioni) di banche in Europa. Il London Daily Telegrph a nome di Bruno Waterfield dice di aver visionato un rapporto riservato preparato dalla commissione Europea in cui si afferma che le perdite delle banche europee sono nell'ordine dei 18 trilioni di euro. Solo una pronta nazionalizzazione del sistema bancario con stampa di moneta fresca potrebbe evitare il peggio. Un'operazione di questo tipo metterebbe in forte tensione i debiti sovrani dell'Europa con rialzo dei tassi generalizzato e con penalizzazione dei debiti meno sicuri, Irlanda, Italia Grecia, Spagna in primis. In uno scenario del genere rimane solo la liquidità o l'oro fisico! Attenzione a tutti i possessori di azioni bancarie. Si sà che le nazionalizzazioni, giovano agli obligazionisti ma sono notoriamente estremamente penalizzanti per gli azionisti!

In tutto questo ci si mette Claudio Scajola (ministro per lo sviluppo economico) che ha attaccato definendoli «corvi» (ma forse voleva dire avvoltoi o gufi??!!) gli esperti del Centro Studi di Viale dell'Astronomia accusati di diffondere previsioni eccessivamente pessimistiche sull'economia italiana. Il presidente di Confindustria Marcegaglia, ha difeso i suoi ricercatori: «Noi abbiamo un centro studi autorevole e riconosciuto da tutti. Le nostre previsioni sono in linea con quelle di tutti gli istituti internazionali. Qui non si tratta di diffondere pessimismo, si tratta di fare le previsioni come sono partendo dai dati attuali».
Morale, per Scajola, se c'è crisi non è colpa di una classe dirigente mondiale (a cui lui fa parte seppure con ruolo nullo o poco più) che fa acqua da tutte le parti e dove dilagano avidità e corruzione (e ce lo dicono i dati sulle truffe e sul patume mondiale che ci hanno sparato addosso), ma di ricercatori a 1.200 euro al mese, o di blogger gratuiti come noi, che diffondendo quella che ci sembra (secondo il nostro grado di capire le cose) la verità, nel tentativo di aiutare i piccoli a salvare il salvabile, in realtà secondo lui fanno i "corvi" (non capisco quale sia la connotazione negativa di questi uccelli...). Meglio per Scajola, visto il ministero (dello Sviluppo economico) che occupa (e lo stipendio che prende per questo) cercare di capire dietro i numeri di questi "uffici studi" la reale portata della crisi, la sua struttura portante e cercare, se ci riesce, a provare a fare qualcosa. Siamo alle stesse vecchie logiche italiche (e speravamo finite) che quando succedono scandali inenarrabili alla fine si scopre che è sempre colpa dell'usciere o dell'autista!

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